Fetullah Gulen, il filosofo islamico
turco che da anni vive in autoesilio negli Stati Uniti,
ma che è sempre molto influente nella politica turca al punto da essere
considerato da molti l'eminenza grigia del governo Erdogan, ha dato
la sua approvazione alla trattativa tra Ankara e il Partito dei
lavoratori del Kurdistan che lotta per l'indipendenza curda. Lo
riporta il sito Herkul.org, vicino al movimento guidato da Gulen. "La
pace è bene e la generosità deriva dalla pace. Si può baciare la
mano o il lembo della veste finché non si manca di rispetto
all'orgoglio nazionale", ha affermato il filosofo durante un
incontro con alcuni suoi seguaci aggiungendo che deve essere fatto
tutto il necessario perché vengano cancellate le fratture del
passato: "Non dovremmo permettere che il Paese venga diviso".
La scorsa settimana due deputati curdi
e un avvocato hanno ricevuto il permesso di visitare Abdullah Ocalan,
fondatore del Pkk, detenuto nel carcere di massima sicurezza
sull'isola di Imrali, in mezzo al Mar di Marmara, dove sta scontando
l'ergastolo. Il ministro della Giustizia, Sadullah Ergin, ha
confermato l'autorizzazione alle visite, aggiungendo che ce ne
saranno altre in futuro, ma sottolineando che "questo processo
non continuerà se se ne abuserà". Il Bdp, il partito della
minoranza curda rappresentato in parlamento, sta cercando, senza però
grandi successi fino a questo momento, di fare inserire il
riconoscimento della minoranza nella nuova Costituzione, che avrebbe
dovuto vedere al luce entro il 2012.
Il Pkk lotta dal 1984 per la creazione
di uno Stato curdo indipendente: una guerra che fino ad oggi ha
provocato circa 45mila vittime. Le ultime oggi: almeno 12
guerriglieri del Pkk sono rimasti uccisi nel sudest del Paese nello
scontro con i militari turchi che hanno subito un morto e alcuni
feriti. Secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa Dogan, i
combattimenti sono iniziati quando un gruppo di guerriglieri, che
sarebbero penetrati nella notte in territorio turco dal nord
dell'Iraq, ha tentato di assaltare una stazione di polizia nei pressi
della città di Cukurca, nella provincia di Hakkari, provocando la
reazione delle forze di sicurezza.
Nessun commento:
Posta un commento