Come abbiamo scritto due giorni fa le acque della politica slovena si fanno agitate in seguito alla
minaccia della Lista Civica di Gregor Virant, presidente del
Parlamento, di togliere la fiducia al governo dopo che il nome del
premier Janez Janša è finito nel mirino dell'autorità
anticorruzione (insieme a quello del sindaco di Lubiana, Zoran
Jankovic, leader del principale partito dell'opposizione). Nuove
manifestazioni, dopo quelle di dicembre, si sono tenute la scorsa
settimana a Lubiana e in altre città e altre se ne annunciano
prossimamente, mentre l'opposizione non parlamentare cerca di
organizzare alla protesta della società civile. Qui di seguito il
testo della corrispondenza di Marina Szikora per la puntata diPassaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale.
SLOVENIA: DIECI GIORNI A JANEZ JANŠA
PER DIMETTERSI
di Marina Szikora
In Slovenia, come preannunciato,
prosegue l'insoddisfazione dei cittadini e le manifestazioni in
piazza contro il governo ed i politici sloveni. Venerdi' scorso una
manifestazione di protesta maggiormente pacifica si e' svolta nel
centro di Ljubljana, terminata davanti alla sede protetta del
parlamento. Secondo le stime della polizia ci sono stati circa 8.000
manifestanti e due persone state di fermate perche' in possesso di
coltelli. I manifestanti, giovani e molto chiassosi chiedevano le
dimissioni dei politici corrotti. Il politico piu' nominato e' stato
il premier Janez Janša ed alcuni ministri del suo governo, nonche'
del sindaco di Ljubljana, Zoran Janković. Maggiori incidenti non ci
sono stati. Un gruppo di intellettuali della sinistra portavano
cartelloni con scritto "Il governo deve cadere". Uno di
loro, lo storico Jože Pirjevec, ha detto che la Slovenia si e'
trasformata in una palude di corruzione e ha annunciato per la fine
del mese una manifestazione alla quale verra' presentato il programma
di alternativa politica all'attuale governo.
I manifestanti che da oltre un mese in
diverse citta' slovene protestano contro l'élite politica ed
economica in Slovenia a livello locale e statale chiedono
innanzitutto le dimissioni del premier Janez Janša e del suo
governo, la formazione di un governo di transizione e successivamente
elezioni anticipate. Per tal motivo il neopresidente Borut Pahor ha
iniziato le consultazioni con i partiti sulla situazione politica
dopo che e' stato reso pubblico il rapporto della commissione
anticorruzione sul sindaco Zoran Janković e il premier Janez Janša.
Nei colloqui con i leader dei partiti politici la questione
principale, secondo un comunicato, e' "se e in che modo, nelle
circostanze di sempre maggiore sfiducia della gente nel comportamento
etico della politica, l'attuale governo puo' svolgere efficacemente i
suoi compiti". Secondo le valutazioni del presidente sloveno,
"la responsabilita' per questa valutazione sta al governo e alla
coalizione dei partiti che lo compongono". Pahor aggiunge che la
responsabilita' riguarda tutti quelli che svolgono i massimi
incarichi politici dello stato, incluso l'incarico del presidente
della repubblica. Da stabilire che cosa significherebbe una soluzione
diversa e quali sarebbero le possibilita' di oltrepassare in tal caso
l'emergente crisi politica.
Come conseguenza delle ultimissime
manifestazioni, la Slovenia precipita così in una crisi politica
ancora piu' profonda. Il presidente del Parlamento, Gregor Virant ha
invitato il premier Janez Janša a presentare le dimissioni dandogli
un termine di dieci giorni per prendere una decisione. Se il premier
non lo fara', allora Virant con la sua Lista Civica uscira' dalla
coalizione governativa. Al tempo stesso, al premier Janša e' data la
possibilita' di sollevare il voto di fiducia in parlamento, ma Virant
ha gia' annunciato che il suo partito votera' contro la fiducia al
premier. Si aspetta che Janša si dimetta e che la coalizione
governativa composta da cinque partiti concordi sul nuovo candidato
premier. Secondo Virant, il candidato dovrebbe essere proposto dal
Partito Democratico Sloveno che e' il piu' forte partito in
parlamento. Virant ritiene che con questo si eviterebbero le elezioni
anticipate e l'instabilita' politica. Va ricordato che a carico
dell'attuale premier Janez Janša pende il rapporto della Cammissione
anticorruzione che accusa Janša di avere un patrimonio che non
corrisponde ai suoi guadagni. Altrettanto accusato per corruzione il
leader dell'opposizione e sindaco di Ljubljana, Zoran Janković. Il
sindaco Janković ha annunciato di ritirarsi temporaneamente
dall'incarico di presidente del partito Slovenia Positiva che e' il
maggiore partito di opposizione in parlamento.
Anche la Macedonia in piazza: l'opposizione chiede elezioni anticipate
Un altro paese della regione, la
Macedonia, un'altra ex repubblica jugoslava, affronta
l'insoddisfazione dei propri cittadini che scendono in piazza. Oltre
7000 persone che appoggiano l'opposizione macedone hanno manifestato
a Skopje chiedendo le dimissioni del premier Nikola Gruevski, nonche'
elezioni anticipate a marzo. Gridando "Vattene, Gruevski!"
e "E' finita!" i manifestanti hanno marciato per il centro
della capitale macedone. L'opposizione accusa l'attuale governo di
non aver attuato i tagli finanziari che secondo loro sono necessari
per oltrepassare la crisi economica che ha colpito anche la
Macedonia. Va sottolineato che circa il 31 percento di un totale di
due milioni di cittadini non lavorano. La manifestazione e' stata
organizzata dal Partito Socialdemocratico, il maggiore partito di
opposizione in Macedonia che ancora dallo scorso dicembre chiede
elezioni parlamentari anticipate insieme a quelle locali che sono
previste per il prossimo 24 marzo. Il leader dei socialdemocratici,
Branko Crvenkovski afferma che vi e' "una sola richiesta –
elezioni democratiche e giuste. Questo regime e' finito" ritiene
Crvenkovski. Il suo partito SDSM attualmente ha in Parlamento 29
seggi di un totale di 123 posti. [Ma. Sz.]
Sullo scontro tra governo e opposizione in Macedonia anche la corrispondenza di Artur Nura sempre per la puntata di Passaggio a Sud Est di oggi
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