di Marina Szikora
Domenica sera [8 settembre, n.d.r.], a
Bruxelles, nel corso del sedicesimo incontro tra il premier serbo
Ivica Dačić e quello kosovaro Hashim Thaqi, con la mediazione
dell’Alto rappresentante dell’UE per la politica estera e di
sicurezza, Cathrine Ashton e’ stato compiuto un grande passo in
avanti sia per quanto riguarda le integrazioni europee che per quanto
riguarda il dialogo tra Belgrado e Priština. Cosi’ almeno ha
dichiarato il premier serbo Ivica Dačić alla fine della riunione a
Bruxelles. Con questo, ha rilevato il premier serbo, la Serbia ha
soddisfatto tutti i suoi obblighi e non c’e’ piu’ nulla che
possa ostacolare l’inizio dei negoziati di adesione all’Ue a
gennaio o persino prima. Per quanto rigurada le elezioni locali in
Kosovo, Dačić ha detto che e’ stato concordato che i serbi
avranno i loro rappresentanti ai seggi elettorali e che i serbi
saranno registrati nelle liste elettorali. Per quanto rigurada il
nome della lista unica serba, Dačić ha detto che questo e’ meno
importante rispetto al fatto che le elezioni devono essere ben
organizzate e che il numero dei serbi che si recheranno al voto sia
il piu’ alto possibile. Infatti, la questione relativa al nome
della lista unica sostenuta dai partiti al governo in Serbia ovvero
“Iniziativa Civica Serbia” non piace a Priština poiche’ la
dicitura “Serbia” per Priština evoca ingerenze esterne e quindi
si sta’ discutendo su un nome alternativo. I colloqui a tal
proposito proseguiranno nei prossimi giorni, anche alla presenza dei
rappresentanti dell’OSCE.
La notizia e’ che e’ stato
raggiunto un accordo su elettricita’ e telecomunicazioni. Il Kosovo
avra’ un prefisso internazionale autonomo distinto da quello serbo,
ma quanto alle spiegazioni del premier serbo, cio’ non avra’
conseguenze negative per i serbi del Nord Kosovo i quali potranno
continuare ad utilizzare le compagnie telefoniche serbe, ovvero
chiamare la Serbia senza pagare la chiamata internazionale. Per
quanto riguarda l’elettricita’, Priština voleva rendersi
completamente autonoma nell’approvigionamento rispetto a Belgrado
da cui passano tutte le reti con frequenti black-out. Anche qui,
Dačić ha precisato che la Serbia continuera’ ad alimentare le
zone abitate dai serbi. Va precisato che il prossimo 3 novembre
saranno eletti i rappresentanti delle Associazioni delle
Municipalita’ e l’intenzione e’ che essi siano legittimati
nelle loro scelte sia da parte di Priština che da Belgrado e da
parte degli stessi serbi del Nord Kosovo. In questo modo, in quanto
rappresentanti legittimi dei serbi in Kosovo, essi potranno svolgere
appieno il ruolo che e’ stato assegnato loro dall’accordo
raggiunto lo scorso 19 aprile. Soprattutto per quanto riguarda la
sicurezza, vale a dire che il capo della polizia del nord Kosovo
dovra’ essere nominato su proposta dell’Associazione, lo stesso
per quanto riguarda il settore giustizia. Ovviamente, le discussioni
sono tante e procedono e per quanto riguarda le elezioni, un
boicotaggio da parte dei serbi deve essere evitato a tutti i costi
poiche’comprometterebe l’attuazionne dell’accordo e questo
inevitabilmente avrebbe conseguenze per quanto riguarda il cammino
europeao della Serbia ma anche per quanto riguarda il Kosovo e
l’obiettivo di una eventuale firma dell’Accordo di Associazione
in primavera.
Lunedi’pero’, secondo il quotidiano
di Belgrado ‘Blic’, incontrando alcuni ambasciatori europei,
nella parte della riunione chiusa al pubblico, il presidente della
Serbia Tomislav Niković avrebbe detto che le relazioni con il Kosovo
si stanno ordinando in base all’accordo raggiunto a Bruxelles ma la
Serbia non firmera’ mai un accord interstatale con il Kosovo.
Nikolić ha ribadito che la Serbia si impegna per il rispetto della
giustizia e dei principi internazionali che valgono per tutti gli
stati membri dell’Onu. Ha avvertito che il non rispetto di questi
principi porta all’anarchia. La Serbia non ha fretta per quanto
riguarda la data dell’inizio dei negoziati con l’Ue ma cerca di
ordinare lo stato in base agli standard europei, in modo tale da non
firmare qualcosa che possa essere a danno dei suoi interessi, ha
spiegato il presidente della Serbia.
Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 12 settembre 2013 a Radio Radicale.
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