Di Marina Szikora, corrispondente di
Radio Radicale
Il capo della delegazione dell'Ue in
Serbia, Vensen Deger, ha valutato che il 2012 e' stato un buon anno
per quanto riguarda le relazioni tra l'Ue e la Serbia, a partire dal
mese di marzo quando alla Serbia e' stato attribuito lo status di
candidato all'adesione, in piu' sono stati compiuti passi importanti,
ivi compresa la ripresa del dialogo tra Belgrado e Priština. Questo
impegno e' gia' materializzato e ci sono state tre riunioni con la
capo della diplomazia europa Cathrin Ashton e con il suo team a
Bruxelles, ha precisato Deger salutando anche la prontezza e la buona
volonta' del governo serbo nell'attuazione delle prossime
indispensabili riforme. Secondo il rappresentante dell'Ue a Belgrado,
dopo molta energia consumata nella campagna elettorale e l'intero
processo elettorale in Serbia, si e' riusciti a collegare nel lavoro
sulle questioni molto importanti e come esempio ha indicato il
dialogo tra Belgrado e Priština. Degen ha fatto sapere inoltre che
Bruxelles aiutera' finanziariamente gli aspetti tecnici del dialogo.
A Belgrado, nei giorni scorsi, Degen ha firmato un accordo con il
quale l'Ue e' pronta a stanziare 172 milioni di euro per i progetti
che aiuteranno la Serbia ad attuare le riforme nei settori chiave,
indispensabili per il suo processo di eurointegrazione.
Degen ha precisato che l'aiuto e'
indirizzato alla modernizzazione dello stato e dell'amministrazione,
ad alzare il tenore di vita e per la costruzione dell'infrastruttura
e questo riguarda tutte le citta' della Serbia. Il capo della
delegazione dell'Ue ha ricordato che l'Ue ha stanziato per la Serbia
quest'anno 202 milioni di euro, di cui maggiormente per la
transizione e per le infrastrutture. Il ministro della giustizia
serba, Nikola Selaković ha valutato da parte sua che l'aiuto europeo
testimonia l'appoggio dell'Ue alla Serbia relativo alla costruzione
di una giustizia indipendente, efficace e responsabile e ha
sottolineato che il 30 percento del finanziamento previsto
dall'accordo e' destinato alla riforma della giustizia e
dell'amministrazione pubblica. Il ministro serbo ha rilevato che il
suo dicastero ha tre obbiettivi: lotta alla corruzione e criminalita'
organizzata, una giustizia piu' efficace ed indipendente nonche'
un'amministrazione pubblica piu' moderna. Il direttore dell'Ufficio
del governo serbo per le integrazioni europee, Milan Pajević, che
settimana scorsa a Belgrado ha sottoscritto l'accordo, ha detto che
lo stato aggiungera' ai fondi europei 27 milioni di euro e che un
totale di 199 milioni di euro verranno spesi in 13 progetti.
Intanto Washington e Bruxelles in
questo momento non si pronunciano ancora con una posizione ufficiale
relativa alla piattaforma sul Kosovo offerta dal presidente della
Serbia Tomislav Nikolić che pero' non e' stata nemmeno presentata
ufficialmente dal governo serbo. Secondo il quotidiano di Belgrado
'Blic', si viene pero' a sapere ufficiosamente che le reazioni di
Washington e Bruxelles sono molto negative e sempre in forma
ufficiosa che ne sono a conoscenza anche i vertici serbi. 'Blic'
scrive che le fonti vicine alla diplomazia avvertono che gli Stati
Uniti e l'Ue esprimeranno la loro posizione solo dopo consultazioni
congiunte ma prima pero' tenteranno di influenzare i partner serbi a
cambiare le parti piu' significative della Piattaforma che riguardano
l'esercito e la polizia. Se si sa che i leader degli stati membri
dell'Ue hanno appoggiato il dialogo tra i premier serbo e kosovaro,
l'istituzione della gestione integrata dei valichi di confine e come
priorita' avevano esposto la richiesta di smantellare le
infrastrutture giuridiche, militari e di polizia che la Serbia ha al
nord del Kosovo, e' chiaro che il documento proposto dal presidente
Nikolić e' in pieno contrasto con i principi fondamentali per i
quali si impegna l'Ue.
Va detto anche che il premier serbo
Ivica Dačić che alla riunione con tutti i vertici statali si e'
detto d'accordo con la piattaforma, manda adesso messaggi sempre piu'
aperti che questo documento non deve ostacolare il proseguimento del
dialogo e che bisogna rispettare la realta'. "La piattaforma non
e' la sacra lettera e qualcosa che si deve attuare ma si conducono
colloqui aperti. Non e' nostro obiettivo emanare documenti che poi
non sono realizzabili" ha detto Dačić ai giornalisti e ha
aggiunto che "esistono diverse opinioni ed idee sul modo di come
affrontare la soluzione pratica dei problemi tra cui anche quello
delle istituzioni parallele in Kosovo". Il premier serbo ha
detto che dall'altra parte si pone la domanda se attualmente sia
reale parlare di una soluzione permanente della questione kosovara.
Dačić ha ricordato che il prossimo 10 gennaio continua il dialogo
dei gruppi tecnici mentre il 17 gennaio si dovrebbe continuare il
dialogo tra lui ed il premier del Kosovo Hashim Thaci e l'alta
rappresentante dell'Ue Catherine Ashton. Uno dei temi nei prossimi
sei mesi, ha precisato Dačić, saranno le istituzioni parallele,
vale a dire se si tratta di istituzioni della Serbia o dei serbi in
Kosovo.
L'integrazione europea comporta anche
le buone relazioni con i vicini e particolarmente stabilita' nella
regione balcanica. In questo senso il premier serbo Ivica Dačić ha
valutato in questi giorni che la collaborazione regionale della
Serbia non e' mai stata migliore, ma ha sottolineato che "esiste
il problema con la Croazia" e ha suggerito che qualcosa deve
essere cambiato su questo piano. Dačić ha detto che bisogna fare
qualcosa ed ostacolare che questo ghiaccio diventi cosi' grosso da
non poter essere facilmente sciolto. Nonostante tutte le diversita' e
diverse posizioni, le relazioni tra Serbia e Croazia devono esistere,
ha rilevato Dačić. Ha ricordato che il presidente della Serbia
Tomislav Nikolić e' stato in visita in Macedonia, Ungheria e Grecia
mentre Dačić ha visitato la BiH e la Slovenia e c'e' l'iniziativa
che si realizzi un incontro tra il premier croato Zoran Milanović e
quello serbo. Va detto che simili dichiarazioni del premier serbo
risalgono allo scorso novembre, dopo il suo incontro con il
rappresentante dell'amministrazione americana Philip Reeker quando ha
detto che "bisogna sciogliere il ghiaccio" e trovare una
soluzione per la normalizzazione delle relazioni tra Belgrado e
Zagabria.
[*] Il teso è tratto dalla
corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in ondail27 gennaio a Radio Radicale.
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