In Serbia gli analisti commentano con
moderato ottimismo gli annunci che quest'anno ci sara' il lungamente
atteso inizio dei negoziati di adesione all'Ue, ma indicano che
mantenere buoni rapporti con l'Unione e' molto importante anche per
lo sviluppo economico del Paese.
L'ex direttrice dell'ufficio
governativo per le integrazioni europee, Tanja Miščević ritiene
che ci siano le condizioni per il progresso e che nonostante tutti i
problemi relativi all'introduzione degli standard europei,
l'armonizzazione delle leggi e la loro implementazione, e' stato
raggiunto il necessario progresso. Secondo Miščević, adesso, ad un
tale livello e' arrivato il tempo per i negoziati di adesione.
Secondo la sua opinione ci sono anche le condizioni politiche poiche'
tutte le grandi questioni che avevano ostacolato il processo delle
integrazioni europee hanno raggiunto una buona rotta. La condizione
chiave di qualsiasi prossimo passo in questa direzione e' la
questione Kosovo. Dalla Serbia si aspetta di attuare tutto quello che
finora e' stato accordato, innanzitutto l'accordo sul comune
governamento dei confini amministrativi. In piu', nell'anno nuovo
all'ordine del giorno vi e' la questione delle istituzioni serbe al
nord del Kosovo, una questione che irrita particolarmente, secondo le
informazioni e dichiarazioni, la Germania. Secondo l'ex ambasciatore
serbo in Germania, Ognjen Pribičević, e' difficile prevedere cosa
generalmente accadra' in Serbia, avendo presente la grave situazione
economica ed il fatto che ci saranno pressioni dovute alle richieste
di aiuti finanziari dall'estero. Quando questo si collega con il
problema Kosovo e le integrazioni europee, e' dell'opinione
Pribičević, nessuno osa prevedere quello che accadra'.
Secondo l'economista Vladimir Gligorov
l'avvicinamento all'Unione non e' la condizione per la sopravvivenza
della Serbia ma e' decisivo per lo sviluppo economico e sociale.
Aggiunge che la Serbia nei precedenti 20 anni aveva gia' sperimentato
lo scenario della sopravvivenza fuori dall'integrazione nell'Ue. E'
bene, precisa questo esperto, che la Serbia sia integrata il piu'
possibile nel suo ambiente economico in cui dominante e' proprio
l'Ue, un mercato enorme, il piu' grande al mondo che anche se ha dei
problemi, questo mercato, in quanto libero e comune, sara' quello che
si manterra'. L'ex ambasciatore serbo, Ognjen Pribičević ricorda
che se la Serbia ha deciso il suo avvicinamento all'Europa, allora
deve adempiere le condizioni chiave entro la primavera ma ha anche
avvertito che la questione dell'allargamento e' impopolare in
Germania e quindi non e' reale che la Germania sia pronta ad
attivarsi oppure di dare qualche tipo di sostegno nel processo delle
integrazioni europee. Ricordiamolo, il prossimo marzo la Serbia
dovrebbe ritrovarsi all'ordine del giorno della riunione dei ministri
Ue i quali valuteranno se sia arrivato il tempo per dare il segnale
verde a Belgrado per proseguire con le eurointegrazioni. Fino ad
allora pero' il Parlamento serbo dovrebbe approvare la risoluzione
sul Kosovo, mentre la ripresa del dialogo tra i due premier, Ivica
Dačić e Hashim Thaci e' prevista per il prossimo 17 gennaio.
Recentemente, ai primi dell'anno, il
premier serbo Ivica Dačić ha affermato che la piattaforma sul
Kosovo di per se non risolvera' il problema se i negoziati con
Priština non continueranno. Dačić ha detto che i negoziati
andranno per il loro cammino poiche' non ci sono alternative. Ha
precisato che il dialogo con gli albanesi del Kosovo, nonostante
tutto, deve continuare affinche' si possa arrivare ad una soluzione
sostenibile invece di stabilire obiettivi che non sono realizzabili.
Dačić ha ribadito che per tal motivo, la risoluzione sul Kosovo non
comportera' l'interruzione del dialogo. Secondo il premier della
Serbia, il divieto al presidente Tomislav Nikolić di visitare il
Kosovo per il Natale ortodosso non e' stata una buona mossa poiche'
non contribuisce al rilassamento delle relazioni tra Priština e
Belgrado ma nonostante questo il dialogo deve continuare.
Rivolgendosi ai giornalisti, Dačić ha detto che il divieto a
Nikolić di recarsi in Kosovo per Natale e' un atto illecito delle
autorita' di Priština e questo conferma la differenza tra i principi
e la vita sul terreno che la Serbia deve accettare per arrivare ad
una soluzione sostenibile in Kosovo.
In occasione del Natale ortodosso, il
presidente della Serbia Tomislav Nikolić nel suo augurio ai
cittadini della Serbia ha rilevato che la Serbia nel 2013 si
dedichera' alla riconciliazione e ha sottolineato che il suo piu'
caro obbilgo e' quello di mandare gli auguri natalizi ai cristiani,
sia quelli secondo il calendario giuliano che quello gregoriano.
Nikolić ha ricordato che quest'anno la Serbia ospitera' la cerimonia
dell'anniversario di 1700 anni dell'Editto di Milano e l'ordinamento
dell'imperatore Costantino con il quale il cristianesimo e'
finalmente diventato una religione e sono state concesse liberta'
religiose che precedentemente erano state negate, con uccisioni dei
credenti e incendi dei santuari. Nikolić ha rilevato che anche la
Serbia ha bisogno di molta piu' pace e buona vita nonche' di un
governo che soddisfera' quello di cui i cittadini necessitano di
piu'.
Gli Stati Uniti, da parte loro, sono
detti delusi perche' e' mancato l'accordo che poteva facilitare la
visita del presidente serbo Tomislav Nikolić in Kosovo per
festeggiare il Natale ortodosso. Cosi' un rappresentante
dell'amministrazione americana al corrispondente dell'agenzia serba
Tanjug a Washington. Il rappresentent americano ha aggiunto che gli
Stati Uniti gia' da tempo appoggiano la normalizzazione del processo
che potrebbe acconsentire le visite dei vertici dello stato di
entrambi i paesi. "Invitiamo le due parti ad affrontare in modo
costruttivo questo problema e di trovare la soluzione nello spirito
di collaborazione che si sta sviluppando nel dialogo sotto il
patroncinio dell'Ue" ha detto il funzionario dello State
department. Il presidente Nikolić ha dichiarato che voleva passare
il Natale laddove e' piu' diffiicile – in Kosovo ma la comunita'
europea non ha passato l'esame e questo sara' la base dei prossimi
negoziati. Nikolić ha detto che non chiedera' mai piu' il premesso
per andare in Kosovo poiche' nessuno glielo dara'.
Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata diPassaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale
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