lunedì 3 ottobre 2011

BELGRADE PRIDE: INSIEME NON HANNO POTUTO (PER ORA)

“Mozemo zajedno!” (Insieme possiamo) era lo slogan del Pride di Belgrado dello scorso anno. E insieme ci erano riusciti, nonostante le intimidazioni e le violenze. Quest'anno invece no: insieme non hanno potuto, non per ora almeno. Per ragioni di sicurezza, il ministero dell'Interno serbo ha infatti vietato "tutte le riunioni pubbliche in programma per il fine settimana", incluso il Pride che si sarebbe dovuto svolgere ieri. Al solo annuncio della parata, poco più di un mese fa, i gruppi più violenti dell'estrema destra oltranzista – gli stessi che nel 2010 trasformarono il centro di Belgrado in un campo di battaglia - avevano promesso che la capitale sarebbe "bruciata come Londra" (in riferimento ai gravi incidenti scoppiati nella capitale britannica pochi giorni prima).

L'emittente B92 ha riferito che la decisione "è stata presa previa consultazione con tutte le autorità statali, dopo le valutazioni circa lo stato generale della sicurezza nel paese". Secondo le informazioni riportate da B92, "gli estremisti si stavano preparando a creare disordini in varie parti di Belgrado al fine di disperdere le forze dell'ordine e di bruciare la sede del governo e di società estere. Così come, secondo alcune informative, avevano intenzione di nascondersi nei garage pubblici per poi dare fuoco agli pneumatici delle auto". Il ministero e la polizia hanno quindi imposto lo stop alle manifestazioni "per ragioni di sicurezza".

Dopo il Pride 2010 e gli incidenti che lo avevano accompagnato, Matteo Tacconi sul suo blog faceva notare che l'omofobia e il machismo non contaminano solo la Serbia e sono dettatati da tendenze intrinseche alla regione, ma sottolineava che non tutta la società serba e non tutte le società balcaniche si fondano su questi disvalori. E Giuseppe Zaccaria sulla Stampa segnalava che “a Belgrado si è segnato un passaggio storico e [in un paese tirato su a iniezioni di epica guerriera] quel che non era neppure immaginabile è accaduto”. Quest'anno, purtroppo, non è stato così. Può essere che le autorità abbiano preso l'unica decisione possibile, ma non di meno la vicenda suscita molta amarezza.

“Questo fatto è certamente molto grave e consente ai gruppi clerical-nazional-fascisti di averla vinta con la violenza e le minacce”, ha dichiarato Sergio Rovasio, segretario dell'associazione radicale 'Certi Diritti', annunciando il sostegno ai ricorsi che il comitato organizzatore ha già preannunciato alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, anche perché la Serbia si candida all'adesione all'UE. Rovasio ricorda poi che il Consiglio d'Europa, di cui la Serbia fa parte dal 2003, aveva diffuso nel giugno scorso un rapporto sul rispetto dei diritti civili e umani dei paesi membri chiedendo loro l'applicazione di 36 raccomandazioni, tra cui quella per l' uguaglianza di tutti i cittadini, la lotta alle discriminazioni su basi giuridiche, per la libertà di espressione, per il diritto di riunione e associazione per le persone Lgbt(e)”.

In questa situazione fa una certa impressione leggere che le federazioni calcio di Italia e Serbia non prevedono problemi di ordine pubblico in occasione dell'incontro tra le due nazionali previsto a Belgrado venerdì prossimo, valido per le qualificazioni ai campionati europei del 2012. Tutti abbiamo ancora presente cosa accadde all'andata a Genova un anno fa, con la partita sospesa a causa dei violenti incidenti causati dagli ultras serbi. Che poi sono gli stessi che pochi giorni prima avevano cercato di impedire il Pride e si erano scontrati duramente con le forze dell'ordine. Ciò che accadde a Marassi, dicono ora i responsabili calcistici dei due Paesi, “è storia vecchia”. Quella del Pride invece è storia di ieri, ma il calcio evidentemente è un'altra cosa. O almeno così sperano le autorità.


Il provvedimento di annullamento del Pride 2011

The Republic of Serbia
Ministry of Internal Affairs
Directorate of Police
Belgrade Police Department
PS Savski venac
No.: 212-613/11

30th September 2011 B e l g r a d e

According to Article 11, Paragraph 1 of the Law on Gathering of citizens (The Official Gazette of the Republic of Serbia, no. 51/92, 53/93, 67/93, 48/94, 17/99, 33/99, 29/01 and The Official Gazette of FRY no 21/2001) Ministry of Internal Affairs of the Republic of Serbia, Belgrade Police Department, Police station Savski Venac, acting in accordance with the report of convening of a public meeting and a public meeting in motion whose organizer is the Association "Belgrade Pride Parade", passes a

D E C I S I O N

Convening of public meeting and public meeting in motion , organized by the Association "Belgrade Pride Parade", reported to take place on October 2nd 2011, starting at 11:00 a.m. in "Manjež" Park.
Complaint on the ban from Paragraph 1 of this decision does not postpone enforcement.

E x p l a n a t i o n

Organizer of the public meeting and the public meeting in motion, the Association "Belgrade Pride Parade" submtrred to PS Savski Venac, Belgrade Police Departement a report of convening a public meeting and a public meeting in motion on October 2nd 201, startind at 11:00 a.m. in "Manjež" Park.

In the administered investigation in accordance with the report, it was determined that conflicting circumstances from Article 11, Paragraph 1 of the Law on Gathering of citizens of RS i.e. that during the meeting there may appear obstruction of public transport, endangering health, public moral or safety of individuals and properties.

Information about the legal remedy: It is possible to submit a complaint against this decision for 15 days to the Ministry of Internal Affairs of the Republic of Serbia.

Deliver this decision to:
The Organizer
Archive
Commanding Officer of PS
Freelance sergeant
Vladimir Popovic

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