giovedì 6 ottobre 2011

KOSOVO: LE TENSIONI BLOCCANO I COLLOQUI BELGRADO-PRIŠTINA

Di Marina Szikora [*]
Le tensioni della settimana scorsa alla frontiere con la Serbia nel nord del Kosovo, hanno riacceso diverse polemiche. Dopo le dichiarazioni dell'Ue sulla responsabilita' di Belgrado per la sospensione del dialogo con Priština che non si e' svolto, come previsto, settimana scorsa, e dopo le affermazioni dei ministri degli esteri tedesco e francese nonche' dei rappresentanti della KFOR e dell'Eulex, che dietro i disordini a Jarinje ci sono "gli estremisti serbi", il quotidiano di belgrado 'Danas' ha valutato come evidente che la parte piu' influente della comunita' internazionale giudichera' la Serbia colpevole di tutto quello negativo che succedera' in conessione con il Kosovo. 'Danas' prosegue che la convinzione delle autorita' serbe e della maggior parte dell'opinione pubblica in Serbia che si tratti di ingiustizia, sara' poco importante. Tuttavia, affermano gli interlocutori di 'Danas', "Belgrado non si puo' permettere il lusso di peggiorare le relazioni con l'Occidente".

L'analista politico Ognjen Pribićević, ex ambasciatore serbo in Germania, afferma che la sospensione del dialogo tra Belgrado e Priština e' una mossa della parte serba a seguito delle vicende al nord del Kosovo. "Questo passo non e' sostenibile a lungo termine poiche' noi come paese non abbiamo le capacita' ne' politiche ne' economiche ne' militari per condurre una politica diversa rispetto a quella attuale, vale a dire la politica del cammino verso l'Ue e il tentativo di salvare con un compromesso quello che si puo' salvare quando si tratta della questione Kosovo" ha detto Pribićević aggiungendo che Belgrado adesso sta' pagando il prezzo degli anni novanta e purtroppo lo sta' pagando l'attuale governo che secondo l'ex ambasciatore serbo e' il governo piu' europeo mai esistito. Ha ricordato inoltre che mancano soltanto sei mesi alle prossime elezioni.

Pribićević valuta che la Serbia sara' sempre colpevole per gli eventi in Kosovo. Quando si tratta del Kosovo, la Serbia ha contro di se non soltanto gli albanesi kosovari bensi' anche gli Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania, avverte Pribićević e aggiunge che questi paesi hanno deciso di consolidare l'indipendenza del Kosovo nei confini amminsitrativi. L'ex diplomatico serbo afferma che la situazione delle tensioni alzate in Kosovo e' per di piu' insostenibile perche' questi paesi sono intenzionati a portare a termine tutto quello che avevano immaginato e conclude che un conflitto diplomatico e politico con questi stati porterebbe la Serbia "ad un peggioramento drastico della situazione, il congedo dallo status di candidato all'Ue e il ritorno all'isolamento".

Da Bruxelles e' stato confermato che giovedi' e venerdi' il mediatore dell'Ue nel dialogo tra Belgrado e Priština, Robert Kuper sara' in visita a Belgrado. Il rappresentante dell'Ue dovrebbe tenere colloqui con il capo del team di negoziati serbo Borislav Stefanović e con il ministro per il Kosovo Goran Bogdanović, in piano anche l'incontro con il ministro degli interni serbo Ivica Dačić. L'obiettivo principale, secondo le informazioni della Tanjug serba, dovrebbe essere il riavvio del dialogo tra Belgrado e Priština, ma Kuper sarebbe disposto anche a parlare delle tensioni al nord del Kosovo che con l'ultimo scontro tra i serbi ed i rappresentanti della Kfor al confine amminsitrativo Jarinje, causando sette feriti tra i serbi e quattro tra i soldati, sono state la causa della decisione di Belgrado di sospendere la partecipazione nel dialogo con Priština.

[*] Corrispondente di Radio Radicale. La trascrizione è tratta dalla puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi.

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