La settimana scorsa, alla riunione del
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in cui e’ stato
presentato il rapporto annuale del Tribunale dell’Aja che giudica i
crimini commessi in ex Jugoslavia, il procuratore generale Serge
Brammertz ha espresso un giudizio positivo sulla collaborazione della
Serbia con il Tribunale, aggiungendo che e’ pero' necessario
perseguire e indagare su coloro che hanno aiutato la fuga dei
criminali latitanti. Il capo della procura dell’Aja ha rilevato che
la Serbia “ha continuato a svolgere un ruolo importante per
assicurare la conclusione del lavoro dell’Ufficio della procura
dell’Aja” e ha aggiunto che i rappresentanti del governo serbo
durante l’incontro a Belgrado hanno ribadito le precedenti garanzie
che la collaborazione con l’Aja sara’ continuata. Cio’ riguarda
in particolare l’avvicinamento ai testimoni e la loro deposizione
davanti al Tribunale. Brammertz ha aggiunto che adesso e’
necessario che la Serbia, dopo l’arresto degli ultimi latitanti,
Mladić e Hadžić, renda disponibili le informazioni complessive
relative alla loro fuga e alla latitanza durata per cosi’ lungo
tempo, nonche’ sulle indagini e il perseguimento di coloro che li
hanno assistiti nella latitanza. Alla riunione del Consiglio di
sicurezza e’ intervenuto anche il presidente del Tribunale, Theodor
Meron il quale ha presentato il rapporto sul lavoro del tribunale nel
periodo dal 1 agosto 2012 al 31 luglio 2013. Secondo la sua
valutazione, il processo di primo grado contro Radovan Karadžić,
dovrebbe essere concluso nel ottobre 2015 mentre quello contro Goran
Hadžić entro la fine dell’anno. Il processo a Ratko Mladić
potrebbe durare fino alla fine del 2016. Secondo Meron il Tribunale
ha svolto un lavoro importante negli ultimi due decenni conducendo
processi contro 161 persone ed ha aiutato le giustizie nazionali nei
Balcani a condurre autonomamente i processi.
Il testo è tratto dalla trascrizione
della corripondenza per la puntata di Passaggio a Sud est andata inonda oggi a Radio Radicale
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