Di Marina Szikora
I negoziati di adesione della Serbia
con l’Unione Europea inizieranno definitivamente a gennaio. Lo
hanno deciso i ministri degli Esteri dell’Ue riunitisi lunedì e
martedì a Bruxelles in preparazione del Consiglio europeo che si
svolge oggi e domani. Nel momento, quindi, in cui scriviamo questa
corrispondenza siamo ancora in attesa dell’ultima parola che spetta
appunto ai capi di Stato e di governo, ma già si sa, stando a quanto
deciso dai capi delle diplomazie dei 28, a che punto stanno le cose
relative al cammino europeo della Serbia.
I ministri degli esteri non hanno
fissato una data precisa, ma, secondo le informazioni, la conferenza
intergovernativa che segnerà il vero avvio dei negoziati, sarà
convocata dalla Grecia che dal 1° gennaio assumerà la presidenza di
turno dell’UE. Vi è stata una prima proposta del 21 gennaio come
data della convocazione di questa conferenza e secondo quanto
riportato dall'agenzia di stampa serba Tanjug questa data resta
comunque la più probabile.
I ministri degli Esteri dell’UE hanno
inserito nella cornice dei negoziati anche la controversa clausola
con cui si afferma che Belgrado e Priština, entro la fine dei
negoziati di adesione della Serbia, devono firmare un accordo
giuridicamente vincolante. Su questa clausola ha insistito
particolarmente la Germania, ma anche la Gran Bretagna.
Il Consiglio continuerà a seguire con
attenzione l’impegno permanente della Serbia sulla normalizzazione
delle relazioni con il Kosovo, nonché l’attuazione di tutto quello
che è stato raggiunto con l’accordo, si legge nella bozza delle
conclusioni del Consiglio ministeriale e si aggiunge che Belgrado e
Priština non potranno porre veti reciproci sul processo di
integrazione.
La Serbia viene invitata, inoltre, a
prestare particolare attenzione allo stato di diritto e soprattutto
alle riforme nei settori della giustizia e della lotta alla
corruzione e alla criminalità organizzata. Infine, Belgrado dovrà
assicurare l’indipendenza delle istituzioni, la libertà dei media,
il miglioramento del settore economico e imprenditoriale e la
protezione delle minoranze, in particolare quella dei rom e della
popolazione Lgbt.
Il testo è tratto dalla trascrizione
della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata inonda oggi a Radio Radicale.
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