Il giorno dopo la scomparsa di Nelson
Mandela è unanime il cordoglio che viene dalle massime autorità dei
Paesi balcanici per la scomparsa del grande leader sudafricano.
Profondo dolore è stato espresso dal presidente serbo Tomislav
Nikolic, che nel messaggio inviato al presidente sudafricano Jacob
Zuma, descrive Mandela come “un combattente, un leader, un modello”
che “resterà a lungo nel ricordo dei serbi e del mondo intero,
come colui che ha posto le basi per l'opera di tutti quelli che
credono sinceramente nella pace, nella giustizia, nell'uguaglianza e
nella libertà". Per il presidente croato Ivo Josipovic ''con la
morte di Nelson Mandela il mondo ha perso un grande uomo che dopo
quasi trent'anni di carcere è stato pronto a perdonare e ha saputo
cooperare con coloro che lo avevano perseguitato'', mentre il
presidente montenegrino Filip Vujanovic ha notato che "la lunga
lotta per l'affermazione dei diritti umani e dell'uguaglianza ha
fatto di Mandela un simbolo". In Slovenia,dove in segno di lutto
per la sua scomparsa le bandiere sono state poste oggi a mezz'asta, e
lo saranno anche nel giorno dei funerali, il presidente Borut Pahor
ha ricordato Mandela come “simbolo della lotta alla segregazione
razziale e ha dimostrato di credere fortemente nella libertà
nell'uguaglianza e nella riconciliazione''.
Riconciliazione e verità sono state le
chiavi della transizione che ha consentito al Sudafrica di affrontare
la fine dell'apartheid evitando la guerra civile e il bagno di
sangue. Verità e riconciliazione potrebbero essere le strade da
percorrere anche per i Paesi dell'ex Jugoslavia. L'esperienza del
Sudafrica potrebbe essere una strada percorribile (fatte le
necessarie e inevitabili differenze) anche per i Balcani occidentali, per iniziare
a chiudere finalmente le ferite ancora aperte dopo la tragedia delle
guerre degli anni '90. Per fare questo ci vorrebbe un leader
con il carisma di Mandela, ma al momento mancano figure di questa
caratura. E, a parte alcune personalità isolate, mancano responsabili politici capaci di scelte lungimiranti come Frederik Willem De Klerk, l'ulitmo presidente del Sudafrica bianco, e religiosi di pace
come monsignor Desmod Tutu. E ci vorrebbe una classe politica coraggiosa e capace di guardare al futuro invece di continuare a sfruttare il passato per il proprio tornaconto elettorale. Ma questo, purtroppo, non è un poblema solo balcanico.
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