Il caffè turco è patrimonio
dell'umanità. L'apposita commissione per la conservazione
dell'Unesco, l'organizzazione dell'Onu che tutela il patrimonio culturale
mondiale, che ha sede a Parigi, ha deciso di iscrivere il “Turk
Kahvesi” nella lista dei beni appartenenti al patrimonio
immateriale dell'umanità su proposta del governo di Ankara. Ocal
Oguz, presidente della Commissione turca per l'Unesco, ha spiegato
“non è più solo una bevanda: è famoso in tutto il mondo per il
suo stile, il metodo di preparazione, la presentazione tradizionale”.
Esportato nei tre continenti che si affacciano sul Mediterraneo
(Europa, Asia e Africa), è uno dei lasciti più famosi, consolidati
e “transnazionali” dell'Impero Ottomano, tanto che in diversi
Paesi è stato “nazionalizzato”: e così abbiamo il caffè
“cipriota”, quello “greco”, o quello “bosniaco”. “Una
tazza di caffè si ricorda per quarant'anni”, afferma un detto
turco e in effetti ha sempre affascinato artisti, viaggiatori e
ambasciatori di tutto il mondo fin dalla sua preparazione. La cosa
singolare è che, nonostante la sua nobile e secolare storia, proprio
in Turchia è meno popolare del Chai, il tè, che i turchi bevono
forte e bollente ad ogni ora del giorno.
Se volete assaporarlo e provare a farlo
anche a casa vostra, ecco la ricetta
Prima dovete macinare i chicchi di
caffè in modo che ne risulti una polvere finissima che poi dovete
fare bollire in un piccolo bricco lucido d'ottone (ibrik), con acqua
e zucchero. A seconda delle tradizioni locali, e del vostro gusto,
potete aggiungere qualche spezia (come il cardamomo). Il caffè deve
bollire e sbollire tre volte. Quando è pronto va versato in una
tazzina di porcellana avvolta da un guscio d'ottone (secondo i greci
le bollicine di schiuma che si formano in superficie rappresentano
baci in arrivo). Prima di berlo deve essere fatto riposare per
qualche minuto in modo che la polvere di caffè si depositi sul
fondo. Nel fondo si può leggere passato e futuro e sapere tutto di
amori e denaro, salute e fortuna: la “caffeomanzia” è stata
un'arte praticata per secoli in tutti i territori dell'impero.
Ps: da Parigi fanno sapere che l'espresso italiano non è nell'elenco del patrmonio immateriale dell'umanità perché nessun governo italiano fin'ora ha avanzato la richiesta.
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