di Marina Szikora [*]
Con l'adesione della Croazia all'Ue
verra' semplificata la procedura dell'ingresso nel Paese, il permesso
di soggirono e di lavoro ai cittadini dei paesi membri dell'Area
Economica Europea ed i loro membri di famiglia che potranno lavorare
in Croazia e prestare servizio senza permesso di lavoro, informa il
Ministero degli interni croato. Per precisare, fanno parte dell'AEE
tutti gli stati membri dell'Ue, in piu' Norvegia, Lichtenstein e
Islanda. I cittadini di quest'area economica che intendono
soggiornare in Croazia fino a tre mesi dovranno solo registrarsi
presso la direzione o stazione di polizia competente entro otto
giorni dall'ingresso in Croazia. Una permanenza piu' lunga di tre
mesi potra' essere regolata con una procedura molto semplice in base
al permesso di soggiorno temporaneo che verra' rilasciato con una
validita' di cinque anni. Dopo un soggiorno legale di cinque anni in
continuazione in Croazia, i cittadini dell'AEE potranno ottenere un
permesso di soggiorno permanente. Dal prossimo primo luglio, quindi
con l'ingresso della Croazia nell'Ue il nuovo codice della Legge sui
stranieri non verra' pero' applicato per i cittadini dei paesi terzi.
Dopo l'adesione della Croazia non cambiera' lo status delle persone
che in Croazia hanno ottenuto asilo o di quanti hanno la protezione
sussidiaria.
E in questo periodo di vero e proprio
conto alla rovescia per quanto riguarda l'adesione croata all'Ue,
diversi media internazionali si occupano del futuro 28esimo paese
membro dell'Ue. Cosi' la BBC britannica in un articolo scritto
ricorda le relazioni tormentate tra Zagabria e Bruxelles che in tutti
questi anni ha avuto molti alti e ribassi. La BBC ricorda che 20 anni
fa, ai tempi del sanguinoso divorzio dalla Jugoslavia, i tre quarti
dei cittadini della Croazia appoggiavano l'adesione del loro paese
all'Ue o meglio all'allora Comunita' europea. I tempi ora sono
cambiati e oggi, alle porte dell'Ue, il numero dei cittadini croati
che sostengono l'ingresso e' calato al 45 percento. Se andate per le
strade di Zagabria ed iniziate a chiedere i cittadini sull'Ue, avrete
delle risposte diverse, prosegue la BBC. Un pensionato ad esempio
risponde che la giustizia croata diventera' migliore, piu' efficace
ed affidabile. Una laureata concorda con l'opinione che l'adesione
all'Ue potrebbe migliorare la situazione della giustizia ma in
principio e' contraria all'adesione perche' teme che il paese si
trovera' sotto il peso di molti obblighi finanziari. Una dipendente
nel settore della cultura spera che ci potrebbe essere un ceto
progresso ma teme che questa speranza potrebbe svanire difronte ai
problemi economici che la stessa Ue sta affrontando attualmente.
Altre ragioni per un atteggiamento positivo verso l'adesione all'Ue
sono maggiore liberta' di studio e di viaggio oppure una possibilita'
di trovare piu' facilmente il lavoro. I contrari ritengono che
aumenteranno i costi della vita e che altri cittadini dell'Ue si
aproprieranno di lavori ben pagati in Croazia.
Una eminente esperta economica croata
prevede la "distruzione creativa" del settore privato nel
momento in cui la Croazia diventera' membro a pieno titolo dell'Ue.
Questa esperta afferma che la Croazia gia' adesso ha problemi con la
competizione di mercato dove esporta difficilmente o per niente.
Negli ultimi cinque anni circa 120 mila persone hanno perso il lavoro
e il tasso di disoccupazione e' aumentato dal 14 al 20 percento.
Interi settori, quali quello dell'edilizia sono crollati, gli
investimenti diretti sono calati l'80 percento dal 2008 e adesso sono
ai livelli del lontano 1999. La Comunita' europea insieme alle
Nazioni Unite ha aiutato a fermare la guerra in Croazia, afferma la
BBC, ma ben presto si e' posta la domanda perche' dopo tutta questa
lotta per l'indipendenza la Croazia vorrebbe aderire
"all'Euroslavia". Nel dopoguerra la questione dell'adesione
all'Ue non si potenziava molto in Croazia. Il Paese si trovava in
isolamento, sotto pressione dell'Ue ma anche di altre forze a causa
della richiesta di estradizione degli imputati per crimini di guerra
all'Aja. Quando nel 2004 vi e' stata la cosidetta grande ondata
dell'ingresso dei paesi post-comunisti dell'Europa orientale, ivi
inclusa l'ex repubblica jugoslava Sovenia, prosegue BBC, la Croazia
si trovava solo all'inizio del processo europeo. Dopo che la stessa
Slovena aveva poi bloccato i processi di adesione della Croazia a
causa delle dispute sul confine, l'appoggio croato all'adesione e'
calato ai minimi storici del 29 percento. Successivamente poi, vi e'
stato un rialzo al 45 percento ma i contrari e gli astenuti sono
ancora in grande numero.
La ministro degli esteri ed affari
europei Vesna Pusić ritiene che il numero reale che riflette la
posizione dei cittadini verso l'Ue e' quello del referendum
sull'adesione quando il 66 percento degli elettori recatisi alle urne
ha detto il loro SI' all'ingresso della Croazia nell'Ue. Pusić
sottolinea che per la Croazia e' cruciale la stabilita' che porta
l'adesione. Dopo la guerra che ha portato via oltre 10.000 vite
umane, il Paese sta ancora curando le ferite e non solo la Croazia ma
anche gli altri paesi della regione che hanno subito le atrocita'
della guerra degli anni novanta. "Una stabilita' permanente e'
l'obiettivo cruciale per la Croazia poche' negli ultimi 100 anni
nessun stato nei Balcani è riuscito a resistere piu' della media della
vita di un essere umano", ha detto Vesna Pusić. In Croazia e' ancora difuso
il dubbio e l'incoscenza sull'Ue ma a Zagabria credono altrettanto
che nemmeno nell'Ue sanno molto della Croazia. La squadra di calcio
e' tra le 10 migliori al mondo ed e ben conosciuta tra gli ammiratori
dello sport, ma molto meno si sa dell'arte e della ricca cultura e
del patrimonio storico della Croazia. Per correggerlo, il Ministero
della cultura croato sta organizzando nelle principali capitali
eurpee tutta una serie di presentazioni nel tentativo di andare oltre
l'unico pensiero che esiste quando si pensa alla Croazia, vale a dire
sole e mare oppure, ancora peggio, nazionalismo e intolleranza,
sottolinea la ministro Pusić.
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