Le recenti proteste in Bulgaria (Foto AP/Valentina Petrova) |
Come previsto il partito di
centrodestra Gerb dell'ex premier Boiko Borisov con poco più del 31
per cento dei voti ha vinto le elezioni anticipate svoltesi ieri in
Bulgaria. La commissione elettorale centrale ha confermato la
vittoria sul Partito socialista che avrebbe attorno poco più del 27
per cento. Solo altri due partiti sono riusciti a superare lo
sbarramento del 4 per cento necessario per entrare nel Parlamento di
Sofia: il Movimento per i diritti e le libertà, che rappresenta
principalmente la minoranza turca, che ha preso circa il 9 per cento
e il partito ultranazionalista e xenofobo Ataka con circa il 7,5 per
cento. Per Gerb è un risultato significativo perché è la prima
volta dalla fine del regime comunista che un partito vince due
elezioni politiche consecutive, ma si tratta di una vittoria che
rischia di essere dimezzata dall'impossibilità di formare un nuovo
governo.
Borisov, infatti, non ha avrà
abbastanza voti per governare da solo e la formazione di una
maggioranza di governo non sarà semplice, visto che tutti gli altri
partiti hanno escluso la possibilità di allearsi con Gerb. Se
Borisov non dovesse riuscire a formare un governo, il presidente
Rosen Plevneliev dovrà affidare il mandato al secondo partito, cioè
ai socialisti, i quali hanno ventilato la possibilità di formare un
governo di profilo tecnico guidato dall'economista ed ex ministro
delle Finanze Plamen Oresharski. Dopo l'ondata di manifestazioni
contro la crisi economica che nei mesi scorsi portarono alle
dimissioni dell'esecutivo di Borisov, una mossa che secondo alcuni
osservatori voleva prendere in contropiede l'opposizione di piazza
per impedirgli di organizzarsi in un partito, l'esito del voto
anticipato, come previsto, non assicura la governabilità e rischia
di lasciare la Bulgaria in una situazione di instabilità continua.
Sul voto di ieri già pesano sospetti
di irregolarità e brogli. Sabato la Procura aveva annunciato che, in
una perquisizione in una tipografia, erano state sequestrate 350mila
schede elettorali stampate in più rispetto a quelle richieste. Il
leader socialista Sergei Stanishev ha parlato di "scandalo"
affermando che si trattava della "preparazione di una totale
falsificazione" del voto. La scorsa notte, subito dopo la
chiusura delle urne, una folla arrabbiata si è riunita di fronte
alla sede della Commissione elettorale urlando "Mafia". In
molti, a questo punto, ritengono che le manifestazioni potrebbero
riprendere, tornando, come negli scorsi mesi, a fare un tutt'uno
delle proteste contro la crisi e la disoccupazione e di quelle contro
una classe politica giudicata corrotta, inaffidabile e arricchita
sulle spalle dei cittadini. Questo e l'instabilità politica che si
preannuncia rischia di creare un cocktail esplosivo per i prossimi
mesi.
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