Di Marina Szikora [*]
Gli ultimi dati della Banca Mondiale
indicano che per i paesi dei Balcani Occidentali stanno arrivando
giorni migliori, almeno per quanto riguarda l'economia. Cosi' un
commento della Deutsche Welle, sezione serba, pubblicato in questi
giorni. Mentre da Bruxelles avvertono ancora sulla presenza della
recessione, sia nei paesi della zona euro sia nell'intera Unione
Europea, con una possibilita' dell'inizio di crescita economica
appena a fine anno o durante il 2014, uno dei maggiori economisti
della Banca Mondiale, Željko Bogetić, un mese prima del rapporto di
questa organizzazione sulle prospettive economiche dei paesi
dell'Europa Sudorientale, in una intervista alla DW rivela o almeno
esprime speranza che proprio quest'anno ci sara' una svolta nei
Balcani. Dopo una doppia recessione durata diversi anni, il 2013
dovrebbe essere l'anno di crescita economica nei Balcani Occidentali.
La sfida, secondo questo esperto, e' come mantenere questa dinamica
nell'ambito di un ambiente difficile e del proseguimento della
recessione nella zona euro.
L'anno precedente, prosegue l'esperto
Bogetić, e' stato un anno particolarmente difficile anche a causa di
fattori naturali, quali un inverno eccessivo e un'estate torrida che
avevano colpito l'agricoltura nonche' il settore energetico nei paesi
della regione balcanica. Gia' il primo quartale di quest'anno ha
portato alla Serbia una uscita formale dalla recessione con la
crescita della produzione industriale del 5,2 percento il che ha
contribuito alla crescita del pil del 1,9 percento. E mentre gli uni
affermano che la Grande Punto prodotta
dalla Fiat in Serbia questa volta ha salvato la Serbia, dalla Banca Mondiale di
Washington dicono che "il quadro generale dell'economia serba,
in quanto la maggiore economia dei Balcani Occidentali ma anche
l'intera regione balcanica, si sta riprendendo dalla recessione
dell'anno scorso in maniera significativa a causa dell'assenza di
menzionati fattori negativi ma anche a causa di concreti
investimenti. Comunque sia, il ritmo generale della ripresa non e'
cosi' forte e in certa misura e' limitato dalla recessione nella zona
euro, afferma l'esperto economico Bogetić.
E mentre dal Governo della Serbia
annunciano due miliardi di euro di investimenti entro la fine
dell'anno, presso la Banca Mondiale commentano che il programma della
politica economica in Serbia e' da tempo abbastanza chiaro. Si valuta
che il governo di Belgrado ha iniziato adattamenti fiscali
indispensabili a fin di stabilizzare le finanze pubbliche e per
sollevare l'escalazione del deficit del bilancio e del debito
pubblico. Tuttavia, si afferma, il debito pubblico della Serbia
continua ad essere alto, il deficit deve essere abbattuto ed il primo
grande lavoro della Serbia deve essere quello di resistere su questa
via, afferma l'esperto economico Bogetić. Al tempo stesso, lui
avverte di un altra situazione piu' difficile. Tra i paesi dei
Balcani Occidentali la Serbia non occupa un posto buono per quanto
riguarda il clima di investimenti secondo molti valori
internazionali. Bisogna fare ancora molto per togliere gli ostacoli
per il funzionamento delle piccole e medie imprese. Si tratta di
problemi enormi che vanno risolti in maniera piu' agressiva, si dice
in questa intervista della DW. Se cio' accadra', i risultati in
termini di maggiore occupazione, maggiori investimenti e maggiore
interessamento del capitale straniero per l'economia serba non
manchera'. Dalla Banca Mondiale quindi sollecitano che il 2013
bisogna comprenderlo come "un anno di occasioni" perche' le
riforme economiche, soprattutto sul piano di adattamento fiscale e
clima di investimenti nella regione siano accelerati.
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