Continua il viaggio di Riccardo De Mutiis nella storia recente di Belgrado, dall’epoca della Jugoslavia del Maresciallo Tito ai giorni nostri: un viaggio alla scoperta della “città bianca” nelle cui strade vibra il “srpsko srce”, il cuore serbo. In questa quarta puntata il racconto prosegue nella capitale serba di oggi, attraverso le trasformazioni subite in questo ultimo decennio, dai nomi delle strade ai nuovi luoghi di ritrovo, dall'arrivo dei brand internazionali all'attenzione al look delle nuove generazioni: segni che indicano, dopo la lunga stagione del nazionalismo e del rifiuto di ciò che veniva dall’estero, l'apertura della città al mondo con tutte le contraddizioni che a ciò si accompagnano.
Belgrado: un'immagine di Knez Mihailova |
Riccardo De Mutiis [*]
La Belgrado di oggi / 1
Al viaggiatore che arrivi per la prima volta a Belgrado in questi giorni la città non appare molto diversa dalle altre capitali dell’Europa orientale che da qualche decennio si sono decisamente trasformate, entrando nei circuiti economici internazionali: grandi centri commerciali, presenza diffusa di banche straniere, punti vendita dei brand che fanno della diffusione a livello mondiale il loro obiettivo primario, soggezione delle generazioni più giovani alle tendenze, soprattutto in tema di look, dettate dai paesi occidentali. Insomma, dopo la lunga stagione del nazionalismo, e dunque dell’ostracismo nei confronti dell’estero, Belgrado e la Serbia sembrano avviate sulla strada dell’apertura internazionale. E’ un'impressione, questa, che trova conferma anche sotto il profilo culturale: in quella che forse è la più antica libreria belgradese, “Akademija”, sulla Mihajlova, si trovano tante pubblicazioni di autori esteri, ma anche di autori serbi che hanno per oggetto argomenti o personaggi stranieri, cosa impensabile fino a qualche anno fa. E’ stata sdoganato, dopo circa un decennio, il libro in cui Carla Del Ponte parla delle indagini da lei svolte quale procuratrice del Tribunale penale per l’ex Jugoslavia ["La caccia. Io e i criminali di guerra" pubblicato in Italia da Feltrinelli, n.d.r] e che l’avevano resa, per il fatto di aver perseguito molte personalità serbe, particolarmente invisa a Belgrado ed in tutta la Serbia: “Gospodja tuziteljka” ("Signora procuratrice"), è il titolo serbo del libro. Altro best seller, stavolta italiano, molto presente nelle librerie serbe è “Ja sam bog”, ovvero “Io sono Dio” di Giorgio Faletti, mentre, per passare alle pubblicazioni serbe aventi ad oggetto argomenti stranieri, può essere interessante, sempre da un prospettiva italiana, segnalare il libro su Berlusconi scritto da Adrijana Mirkovic, montenegrina di Bar trapiantata a Belgrado, intitolato “Uspeh i moc”, cioè “Il successo ed il potere”.
Un gelato in riva al Danubio |
E’ vero che resiste, su Terazje, un locale apprezzato non solo dalla élite belgradese, ma anche dagli ospiti internazionali di un certo calibro: lo storico Hotel Moskva, costruito più di un secolo fa, dove si gustano le migliori torte della città ed in cui fino a qualche anno fa non era difficile incontrare il corrispondente della sede Rai di Belgrado, Ennio Remondino. Ma è anche vero che il management dell’hotel ha dovuto in qualche modo adeguare, rinnovandoli, non solo ambiente e menu, ma anche il personale, passando dagli austeri camerieri in costume tipico serbo a giovanissime konobarice (cameriere) vestite alla moda. Negli ultimi anni, poi, l’abitudine dei belgradesi, soprattutto nei mesi caldi, a vivere i momenti di svago e di relax sui fiumi si è particolarmente accentuata e si è passati, nel giro di pochi anni, da una presenza sporadica di attività sul Danubio e sulla Sava, limitata ai tipici splavovi (i bar-terrazze sull’acqua), ad una occupazione del lungo fiume molto più intensa ed organizzata: è stato creato il porto fluviale, con annessi ristoranti e bar (c’è addirittura una palestra), sono nati molti ristoranti e locali notturni, soprattutto sul Danubio, e l’isola Ada ciganlija, sulla Sava, è attualmente caratterizzata dalla presenza di stabilimenti balneari con tanto di ombrelloni e sdraio.
[4. continua]
[*] Riccardo De Mutiis, esperto di relazioni internazionali, conoscitore della realtà balcanica anche per aver partecipato a diverse missioni patrocinate da istituzioni internazionali. Passaggio a Sud Est ha già pubblicato diversi suoi pezzi: per ritrovarli clicca qui.
Nessun commento:
Posta un commento