di Marina Szikora, corrispondente di
Radio Radicale
Reduce da Bruxelles, dopo un altro
incontro nell'ambito dei negoziati Serbia-Kosovo, il premier serbo
Ivica Dačić ha comunicato che la delegazione della Serbia ha detto
apertamente: "O ci date la comunita' dei comuni serbi [del
Kosovo, n.d.r.], oppure non dobbiamo piu' perdere il tempo. Se si fa
il bilancio della situazione rispetto a quello che vi e' stato prima
di questo Governo, nessuno puo' negare che si sono ottenuti grandi
risultati nell'adempimento dei criteri del Consiglio europeo,
soprattutto per quanto riguarda le conclusioni dello scorso
dicembre”, ha detto Dačić. “Quando si parla della questione
piu' dolorosa, vale a dire della giustizia, il ministero competente
ha ottenuto buone reazioni a Bruxelles e presso la Commissione di
Venezia. In questo senso, quando si tratta di riforme interne, non ci
aspettiamo nessun problema relativo all'adempimento delle condizioni
poste dalla Commissione europea per ottenere la data dell'inizio dei
negoziati di adesione”, ha rilevato ancora Dačić, “ma quando si
tratta della questione chiave del dialogo con Priština, bisogna dire
che quello che sette-otto mesi fa era impossibile, il governo si e'
impegnato al massimo per realizzare gli accordi che sono stati
raggiunti, salvaguardando al tempo stesso la linea rossa degli
interessi serbi.
L'ultimo dialogo, ha informato Dačić,
si e' svolto sul parallelismo delle istituzioni e sulla possibilita'
di trovare una soluzione completa per non occuparsi di soluzioni
singolari e ha ricordato che l'Ue, quando si tratta del Kosovo,
richiede dalla Serbia l'implementazione degli accordi raggiunti,
liberta' di azione dell'Ue in Kosovo, soluzione delle questioni della
struttura di sicurezza in Kosovo, sistema giudiziario a Kosovska
Mitrovica, soluzione delle questioni di trasparenza e finanziamento
da parte della Serbia, nonche' la soluzione delle questioni relative
a telecomunicazioni ed energia. Ciascuna di queste questioni, afferma
il premier serbo, richiederebbe negoziati di diversi mesi con esiti
incerti poiche' non vi e' una soluzione per il paralellismo delle
istituzioni. Proprio per questo, ha rilevato Dačić, il presidente
Tomislav Nikolić ha sollecitato ad alzare il livello dei negoziati
ad alto livello politico, ha promosso la “Piattaforma” in base
alla quale il Parlamento serbo ha approvato la Risoluzione sul
Kosovo, ha proposto il modo e la via per la soluzione della questione
delle istituzioni parallele serbe in Kosovo che consiste nella
formazione di una Comunita' delle municipalità serbe autonome. Al
precedente round di negoziati non e' stato raggiunto l'accordo sulla
questione chiave, vale a dire le competenze che avrebbe la Comunita'.
Priština ritiene che i comuni sono i piu' importanti e che a loro
appartengono le competenze mentre la Serbia ritiene che ci deve
essere un organo di potere che ha le sue competenze e il suo modo di
scegliere.
La Serbia e' pronta al compromesso, ha
affermato il suo premier, ma deve essere di entrambe le parti, con la
garanzia della comunita' internazionale perche' cosi' si evita la
possibilita' di conflitto armato. "Non lo facciamo per la data
[di apertura dei negoziati di adesione all'Ue, n.d.r.], bensì per
risolvere la questione del Kosovo e noi riteniamo di meritarci la
data. Se l'Ue non lo comprendera' fara' un errore enorme",
ritiene Ivica Dačić e aggiunge che la Serbia merita la data anche
senza l'accordo perche' ha fatto sapere chiaramente di essere pronta
per l'accordo, ma l'accordo deve essere tale da poter essere
applicato sul terreno. Per tal motivo la parte serba ha detto a
Bruxelles che i serbi al nord del Kosovo e laddove sono in
maggioranza devono partecipare attivamente a questo processo al fine
di trovare una soluzione accettabile anche per loro. "Non
abbiamo tempo per congelare il conflitto perche' e' soltanto Priština
che ci guadagna. Si tratta di arrivare alla soluzione in cui la
Serbia non riconoscera' il Kosovo, ma che una parte delle competenze
sia trasferita alla Comunita' delle municipalità serbe. Secondo le
parole del premier, nell'Ue esistono centinaia di regioni ed organi
che funzionano secondo un simile principio e non disturbano nessuno.
Il premier serbo si e' detto ottimista per quanto riguarda la data
dell'inizio dei negoziati di adesione, ma ha osservato che adesso
tutto dipende dal fatto se Priština accettera' i compromessi offerti
da Belgrado. In questo senso e' importante l'incontro tra Catherine
Ashton, l'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera e di
sicurezza, e la parte kosovara, dopodiche' Ashton dovrebbe recarsi a
Belgrado, ha informato il premier Dačić.
Finora forse e' sembrato che la Serbia
fosse pronta a fare tutto per diventare membro dell'Ue, ma oggi ci
sono cose che la Serbia non e' pronta a fare perfino se il prezzo e'
la membership nell'Ue, ha detto, da parte sua, il presidente Nikolić
al presidente Lukašenko durante la sua visita ufficiale in
Bielorussia. Nikolić ha rilevato che la Serbia ha un grande
desiderio di aderire all'Ue e che fara' tutto quello che uno stato
sovrano, indipendente ed orgoglioso possa fare. "Ma nessuno puo'
dettarci chi sono i nostri amici. Credo che la Bielorussia sia uno
dei nostri piu' grandi amici", ha detto Nikolić secondo quanto
riportato dall'agenzia bielorussa Belta. Il presidente serbo ha
precisato che la Serbia tenta di diventare membro dell'Ue, che sta
soddisfacendo tutte le richieste del Consiglio europeo che sono
normali per ogni paese, ma il problema per la Serbia e' la questione
Kosovo. "Lo abbiamo consegnato alle Nazioni Unite ma esse lo
hanno gradualmente trasferito nelle mani degli albanesi, di anno in
anno", ha detto Nikolić. Il presidente serbo ha ringraziato la
Bielorussia per "il sostegno alla sovranita' ed integrita'
territoriale della Serbia", mentre a Lukasenko sono state
consegnate le onorificenze serbe per "il coraggio dimostrato
recandosi in Serbia durante i bombardamenti del 1999".
Il testo è tratto dalla trascrizione
della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in
onda oggi a Radio Radicale
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