Cipro "non ha intenzione di
lasciare l'euro". Lo ha dichiarato oggi il presidente Nicos
Anastasiades, aggiungendo di "non voler fare in alcun modo degli
esperimenti con il futuro del nostro Paese". "Non lasceremo
la moneta unica, non ci metteremo in una situazione rischiosa che
potrebbe mettere a rischio il futuro del Paese", ha spiegato
Anastasiades nel corso di una conferenza a Nicosia durante la quale
il presidente del parlamento, il socialista Yannakis Omirou, ha però
criticato l'accordo negoziato con la "troika", definendo le
condizioni imposte a Cipro "umilianti e distruttive per
l'economia". Del resto, lo stesso Anastasiades, dopo aver
sottolineato che la situazione finanziaria è stata "contenuta"
grazie all'operazione di salvataggio da 10 miliardi di euro,
partecipando ad un incontro con funzionari dell'amministrazione
pubblica, ha accusato altri Paesi dell'eurozona di avere fatto
"richieste senza precedenti, costringendo Cipro a diventare un
esperimento" finanziario.
Nella crisi di Cipro si inserisce a
questo punto la repubblica di Cipro Nord, cioè l'entità costituita
nella parte settentrionale dell'isola occupata dalla Turchia nel 1974
e che al momento è riconosciuta internazionalmente solo da Ankara.
Il ministro delle Finanze turco-cipriota, Ersin Tatar, ha infatti
invitato i russi e gli inglesi che avevano scelto Cipro per i loro
investimenti a trovare rifugio fiscale nella parte turca dell'isola.
"Cipro greca potrebbe andare in bancarotta”, ha detto Tatar,
secondo quanto riporta il quotidiano turco Hurriyet, sostenendo che
invece “grazie al supporto della madre patria turca, la Repubblica
turca di Cipro Nord è diventata un'oasi di stabilità nel
Mediterraneo". L'invito a spostare i conti correnti e i depositi
bancari e a fare investimenti immobiliari nell'altra parte dell'isola
è naturalmente rivolto a tutto campo, ma indirizzato in particolare
ai cittadini russi e a quelli britannici che attualmente si trovano
nella repubblica greco-cipriota.
In effetti, prima che la crisi rendesse
necessario il salvataggio internazionale, la parte greca poteva
offrire una tassazione vantaggiosa a chi prendeva la residenza,
apriva attività, comprava casa e depositava nella banche i propri
averi. Anche se certe agevolazioni per ora restano e i conti sotto i
100mila euro non verranno colpiti dal prelievo forzoso, tutto il
resto del sistema è in discussione. In questa situazione ecco che
Cipro Nord si fa avanti offrendo un sistema fiscale competitivo che
consente alle società che vi operano a versare in tasse solo il
23,5% delle loro entrate. Certo, la Repubblica di Cipro è territorio
dell'Unione europea, mentre Cipro Nord di fatto non esiste. E proprio
a causa del mancato riconoscimento internazionale, i collegamenti
aerei e marittimi devono per forza passare dalla Turchia. Nonostante
ciò, molti stranieri, soprattutto sudditi di Sua Maestà britannica
hanno investito nelle lottizzazioni che stanno spuntando sulle
bellissime coste del nord dell'isola.
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