giovedì 7 marzo 2013

LA SLOVENIA POTREBBE AVERE LA PRIMA DONNA PREMIER DELLA SUA STORIA

Alenka Bratusek, premier incaricato della Slovenia

di Marina Szikora, corrispondente di Radio Radicale [*]
"Restituire ai cittadini, alla gente semplice, la fiducia nel nostro stato, e' l'obbiettivo del mio lavoro e di vita come del resto lo e' del mio partito Slovenia Positiva. Senza questo tutto il resto, tutte le mosse del nuovo governo, del Državni zbor [il Parlamento sloveno, n.d.r.] e dell'intera politica rimangono senza senso e non hanno nessun significato". Cosi' spiega la sua visione dell'impegno politico, in una intervista al quotidiano croato Jutarnji list, la molto probabile futura premier slovena, Alenka Bratušek, che dalla settimana scorsa ha la difficile responsabilità di tentare di formare il nuovo esecutivo sloveno. Jutarnji list descrive Bratušek, originaria della citta' di Kranj,  come una donna molto simpatica e comunicativa, un vero contrasto al capo del governo dimissionario Janez Janša. Mentre Janša e' conosciuto per il suo modo di fare chiuso ed autocratico nella guida del paese, ma anche per il suo cinismo, che secondo l'opinione di molti in Slovenia, negli ultimi tempi, ha oltrepassato i confini della comunicazione adatte ad un presidente del governo, Bratušek e' l'esempio di un politico aperto al dialogo e ad un lavoro di squadra e proprio per la capacita' di un tale dialogo il giornale croato ritiene che potrebbe essere lei l'elemento decisivo affinche' la Slovenia abbia un nuovo governo e la prima donna premier nella sua storia di stato indipendente.

Va detto che anche se la Slovenia e' conosciuta come un paese con un tasso abbastanza alto di donne che lavorano e mentre alle posizioni di leadership nell'economia ci sono molte donne, questo non e' la prassi in politica. Il governo di Janša aveva soltanto una donna tra i ministri, quella incaricata per le relazioni con gli sloveni all'estero. Scherzando, alcuni commentano che le slovene sono donne intelligenti e quindi invece di occuparsi di politica fanno altro. Ma l'intervento di Alenka Bratušek in parlamento alcuni giorni fa quando le e' stata data la fiducia per formare il nuovo governo e quindi a mettere fine al mandato del governo di Janša, durato un anno, e' stato secondo i commenti un intervento che sentiva di ragionevolezza ed intelligenza. "Mi candido affinche' fino alle nuove elezioni le cose non vadano ancora peggio, mentre alcune cose le possiamo al tempo stesso fare diversamente e meglio", ha detto Bratušek aggiungendo che se qualcuno in tutto questo cerca interesse personale o prestigio, allora non ha nulla da cercare. Sulla delicatissima situazione relativa al blocco della ratifica dell'accordo di adesione della Croazia all'Ue, la nuova candidata a premier e' stata molto chiara: “La ratifica non e' soltanto nel nostro interesse di buon vicinato, bensi' un interesse geostrategico della Slovenia”. Bratušek lo ha confermato anche nell'intervista a Jutarnji list ribadendo che l'economia slovena e croata sono collegate indissolubilmente e che l'apertura dei confini con l'ingresso della Croazia nell'Ue sollecitera' la collaborazione economica dei due Paesi.

Sabato scorso invece, ai margini di un evento accademico a Salisburgo, in Austria, c'è stato un incontro tra il presidente croato, Ivo Josipović, e il neo presidente sloveno, Borut Pahor. I due capi di Stato hanno sollecitato da Salisburgo i loro governi a risolvere al piu' presto il problema della Ljubljanska banka e si sono detti convinti che saranno create le condizioni affinche' con la necessaria maggioranza di due terzi il Parlamento sloveno ratifichi il trattato di adesione della Croazia. "Credo assolutamente che Slovenia e Croazia siano state e siano guidate da persone responsabili. Non ho ragioni per dubitare che, rispettando i propri interessi nazionali, faranno quello che e' il meglio per i due paesi", ha rilevato il presidente Josipović. "Non dubito che quando verra' trovata la soluzione per la Ljubljanska banka in base all'accordo di Vienna (sulla secessione) i due terzi dei deputati soddisfaranno queste aspettative", ha detto Pahor da parte sua. I due presidenti non  hanno parlato dei dettagli della soluzione del problema dei risparmi dei cittadini croati depositati alla Ljubljanska banka che e' diventato la condizione “sine qua non” per la ratifica dell'accordo di adesione croato, ma hanno dato un forte appoggio ai loro premier e governi per trovare una soluzione ottimale.

[*] Il testo è la trascrizione di parte della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi


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