giovedì 5 agosto 2010

INDIPENDENZA DEL KOSOVO: BELGRADO NON CI STA

Foto Jurij Simac
Foto Jurij Simac
di Marina Szikora (*)
Il segretario di stato del ministero serbo per il Kosovo e Metohija, Oliver Ivanovic ha dichiarato per l’agenzia serba FoNet che il tema della divisione del Kosovo viene imposto dagli stranieri che hanno i sensi di colpa a causa della posizione relativa all’indipendenza del Kosovo. Per Ivanovic e’ piu’ che evidente che l’Occidente capisce di essersi apprestato a riconoscere l’indipendenza kosovara e che cio’ non risolvera’ il problema. “Qui non c’e’ stabilita’ politica, ne’ stato di diritto” ha aggiunto Ivanovic sottolineando che la Serbia non accettera’ questa soluzione. Ivanovic ritiene che “nemmeno l’attuale offerta di diventare membro dell’Ue non potrebbe costringere la Serbia a cambiare posizione”.

Martedi’, come annunciato, si e’ svolta alle Nazioni Unite una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza dell’Onu dedicata al Kosovo, la prima dopo il pronunciamento della Corte internazionale di Giustizia sulla legittimita’ dell’indipendenza di Pristina. Secondo il segretario di stato per il Kosovo Ivanovic, questa riunione e’ “un tentativo russo di avvicinare le posizioni” contrastanti ed inoltre un tentativo per acconsentire che la risoluzione proposta dalla Serbia possa essere approvata piu’ facilmente. Ha rilevato che “non basta assicurare la maggioranza nel Consiglio di Sicurezza bensi’ una maggioranza anche nell’Assemblea generale”.
Alla domanda se e’ arrivato il momento per iniziare i colloqui tra la parte serba ed albanese relativa ai problemi vitali in Kosovo, Ivanovic ha detto che bisogna “iniziare con altro tipo di colloqui, quali qeulli che riguardano il problema delle persone scomparse e sequestrate che e’ molto importante”. Ivanovic non crede che i colloqui tecnici potranno iniziare “senza la questione dello status”. L’attule status, ricorda Ivanovic, “e’ assolutamente inaccettabile, per i serbi come anche per la Serbia”.

Secondo Vuk Jeremic, il quale ha partecipato alla riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza sul Kosovo, questa riunione significa in un certo modo palpare il polso della comunita’ internazionale in condizioni nuove. Il capo della diplomazia serba, in vista della riunione, ha precisato che oltre al rapporto regolare dell’UNMIK e la situazione estremamente difficile in cui si trova la popolazione serba e quella non albanese, questa e’ anche una occasione per illustrare le posizioni serbe che settimana scorsa sono state approvate nel Parlamento serbo. “Cercheremo il sostegno internazionale per far partire il dialogo tra Belgrado e Pristina che acconsentira’ di trovare una soluzione di compromesso per il Kosovo” ha detto Jeremic. Ha rilevato inoltre che la proclamazione unilaterale dell’indipendenza non puo’ essere la base per la normalizzazione delle relazioni tra serbi e albanesi come nemmeno nessun tentativo di secessione nella storia dell’Onu non ha portato all’indipendenza di nessun territorio nel mondo.

Come annunciato precedentemente, nonostante la decisione della CIG, la Serbia non si arrende, e’ in vista della riunione del Consiglio di sicurezza, il ministro Jeremic ha avuto colloqui con gli ambasciatori dei paesi membri del Consiglio che non hanno riconosciuto il Kosovo chiedendo loro di illustrare le loro posizioni relative al rispetto della sovranita’ e dell’integrita’ territoriale della Serbia durante il dibattito.
Va detto che il Consiglio di sicurezza aveva ricevuto una lettera da parte del ministro degli esteri kosovaro, Skender Hiseni in cui si chiede che la Repubblica Kosovo si rivolga a questo organo delle Nazioni Unite in quanto ministro degli esteri di uno stato indipendente. La Russia che attualmente tiene la presidenza del Consiglio di sicurezza, aveva rigettato questa richiesta in quanto illegittima e ha preso la posizione secondo la quale Hiseni puo’ parlare soltanto come persona privata, cosi’ come in tutte le situazioni precedenti.

Secondo le informazioni pubblicate sul sito dell’Onu, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon ha valutato che la situazione generale in Kosovo e’ relativamente tranquilla ma ha avvertito della situazione politica delicata al nord del Kosovo. Il rapporto di Ban Ki moon riguarda il periodo prima che la CIG abbia espresso parere sulla dichiarazione di indipendenza del Kosovo lo scorso 22 luglio. Nel suo rapporto, il segretario generale informa di aver scritto una lettera all’alto rappresentante dell’Ue per la politica estera e di sicurezza, Catehrine Aschton in cui chiede di indagare sulle altre sfide collegate con il Kosovo. “Nella lettera ho proposto che le Nazioni Unite e l’Ue, che ha il ruolo chiave nella promozione del dialogo con l’obbiettivo di risolvere le questioni di comune interesse per Belgrado e Pristina, accordino un approccio comune” ha scritto Ban Ki-moon aggiungendo che la Aschton nella sua risposta ha rilevato che l’Ue vuole aiutare Belgrado e Pristina a continuare il loro cammino verso l’Europa. Il segretario generale delle Nazioni Unite nel suo rapporto ha invitato le parti di essere astenute e ad avere un approccio costruttivo per evitare una ulteriore escalation al nord del Kosovo dove la situazione, secondo le sue valutazioni, e’ “politicamente delicata”. Il segretario generale dell’Onu ha avvertito inoltre sulla necessita’ del sostegno del Consiglio di sicurezza ad incorraggiare le due parti ad impegnarsi per il dialogo. Ban Ki-moon ha aggiunto che il parere espresso dalla CIG e’ stato inoltrato all’Assemblea generale che aveva chiesto, su richiesta serba, il parere della Corte e che sara’ quindi l’Assemblea stessa a decidera’ quale sara’ l’approcio alla questione.

Ban Ki-moon si e’ detto preoccupato delle recenti violenze al nord di Kosovska Mitrovica che dimostrano chiaramente come ogni approcio diverso, rispetto alle consultazioni e coordinamenti di fattori rilevanti, potrebbe provocare maggiore instabilita’ e ulteriore divisione tra le comunita’ sul territorio. Nel rapporto del segretario generale presentato alla riunione del Consiglio di sicurezza, si informa anche che l’UNMIK ha reso possibile la partecipazione del Kosovo ai forum reginali ed internazionali e che continuera’ a farlo finche’ e’ in vigore la Risoluzione 1244 con l’obbiettivo di promuovere il dialogo e la collaborazione regionali “anche se si ha l’impressione che le autorita’ kosovare credono che questo non e’ nell’interesse della loro proclamazione dello status di sovranita’”.

Secondo i media serbi, Bruxelles avrebbe al momento rinunciato alla presentazione di una propria risoluzione alla prossima Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il quotidiano ‘Blic’ scive che dall’Ufficio dell’alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Catherine Aschton, e’ arrivata la comunicazione che “l’Ue ha ricevuto la bozza di risoluzione che la Serbia aveva presentato dopo la decisione della CIG. L’Ue saluta l’impegno della Serbia al dialogo”. Sempre secondo ‘Blic’, nessuno a Bruxelles non ha voluto confermare che ci sia anche una bozza di risluzione che secondo informazioni ufficiose e’ stata preparata dalla stessa rappresentante dell’Ue. Precedentemente, dai giri diplomatici britannici, scrive il quotidiano serbo, e’ stato annunciato che la bozza di risoluzione proposta dall’Ue verra’ firmata da 22 stati membri dell’Ue che avevano riconosciuto il Kosovo e forse anche da tutti i 27 membri. “L’Ue e’ pronta a facilitare il dialogo tra Belgrado e Pristina con l’obbiettivo di promuovere la cooperazione, per raggiungere un progresso nelle integrazioni europee e per il miglioramento della vita della gente” si legge in un comunicato dell’Ufficio della Ashton.

Il tema Kosovo comunque resta uno dei temi principali nelle attualita’ della politica estera serba. Belgrado ritiene che le pressioni rafforzate da parte delle autorita’ kosovare a seguito della decisione della CIG, nonostante il forte sostegno americano non ha dato risultati aspettati per quanto riguarda nuovi riconoscimenti dell’indipendenza di Pristina da parte degli stati che finora lo avevano rifiutato. Adesso l’obbiettivo della Serbia e’ quello di ostacolare altri riconoscimenti fino all’Assemblea generale delle Nazioni Unite che si svolgera’ a settembre.
Il quotidiano ‘Blic’ scrive che Belgrado per ora ha “precedenza tattica alle Nazioni Unite grazie al fatto che e’ stata la prima a presentare la proposta di risoluzione che invita Pristina e Belgrado a dialogare su tutte le questioni irrisolte”. In piu’, alcuni membri permanenti del Consiglio di Sicurezza che hanno diritto di veto non concordano sullo status del Kosovo e questo e’ un ostacolo per Pristina che vuole ottenere il cambiamento della Risoluzione 1244 ancora in vigore secondo la quale viene stabilito il protettorato internazionale sul Kosovo.
C’e’ da aggiungere infine che ieri sera al Consiglio di sicurezza la Gran Bretagna ha avvertito la Serbia che ogni tentativo di sopprimere l’indipendenza del Kosovo potrebbe condurre ad un confronto con gli stati che hanno riconosciuto Pristina. Il diplomatico britannico, Philip Parham ha detto che in luce della decisione della CIG sono arrivati i tempi di terminare il dibattito sull’indipendenza del Kosovo alla quale si oppongono Serbia e Russia. Ha aggiunto che non c’e’ piu’ ritorno ai negoziati sullo status del Kosovo e sui suoi confini. Gli Stati Uniti hanno altrettanto sostenuto fortemente l’indipendenza del Kosovo. La vice ambasciatrice americana presso le Nazioni Unite, Rosemary DiCarlo ha detto che l’indipendenza del Kosovo e’ irrevocabile ed i confini inviolabili.

(*) Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è la trascrizione della corrispondenza per lo Speciale di Passaggio a Sud Est andato in onda mercoledì 4 agosto a Radio Radicale, dedicato alle reazioni al parere della Corte Internazionale di Giustizia secondo il quale l'indipendenza del Kosov non contrasta con le norme del diritto internazionale e con la risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza

6 commenti:

  1. Caro giornalista facciio i compliementi per la trasmissione e complimenti ad Altur Nura per i suoi interventi.

    C'è un altro paese che si chiama Montenegro. E nella tua mappa non c'è..

    Alla faccia della preparazione sui Balcani .Manca uno stato nella Mappa.

    Viva la Croazia viva Albania

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  2. Caro lettore/ascoltatore,
    ti ringrazio per i complimenti. In effetti nel disegno il Montenegro non appare, ma ce ne siamo occupati molte volte in trasmissione, anche se ultimamente sono altri i paesi al centro dell'attenzione.
    In ogni caso quella che appare qui sopra non è una "mappa" ma semplicemente un riferimento grafico all'area di cui mi occupo.
    Comunque, hai ragione e vedrò di correggerla. Anzi, sai che ti dico? Elimino le frontiere, così almeno qui possiamo immaginare il sud est europeo non un mosaico di stati e staterelli ma una sola grande parte dell'Europa.
    Ciao.

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  3. mi sono innamorata di un ragazzo bellissimo !!!!!!!!!!

    Mah, su la violenza posso dire che sia sbagliata da entrambe le parti, purtroppo il contrappasso in guerra è inevitabile, ma la vendetta odierna del tutto ingiustificabil e.
    Sono dell'idea che si dovrebbe lavorare per un progetto comune, avendo come obbiettivo finale la pace e la serenità tra le popolazioni, le quali non avendo colpe sull'inizio del conflitto ne hanno subite tutte le atrocità.
    Da ricordare che fare la parte del leone da "taluna" parte della popolazione non porterà altro che inasprimento e aumento del conflitto e dell' oddio.

    Riguardo a tutto ciò che si dice della criminalità in Kosovo, ahimè è vero.
    Le grandi famiglie si sono divise i territori e oltre a questo sono sempre le stesse famiglie che si dividono il panorama politico della neo - nazione balcanica.
    Da ricordare che Hashim Thaçi, già nei suoi anni svizzeri era indagato e sorvegliato da Interpol e DEA(Drug Enforcement Administration) per i suoi collegamenti con i cartelli della droga del medio e dell'estremo oriente.
    Attualmente si calcola che il 20% del traffico mondiale di stupefacenti passi attraverso i clan kosovari, senza poi calcolare lo sfruttamento della prostituzione, il traffico d'armi e altri business che non sto ad elencare.
    Cmq, per chi volesse approfondire consiglio: "Kosovo, Lo stato delle mafie" - quaderni speciali di limes.
    I dati su Thaçi sono facilmente reperibili anche via internet grazie alle varie pubblicazioni di rapporti e dichiarazioni, tra i quali spicca quello di Michael Levine, già funzionario DEA.
    Vi auguro una buona estate.
    Indrit.

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  4. Sulla criminalità organizzata nell'Europa (sud) orientale segnalo anche l'articolo di Enza Roberta Petrillo sul n.30 di giugno 2010 della rivista East (www.eastonline.it).

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  5. ma dai ??
    domani vado a vedere
    questa è la visitina prima della buona notte
    smak !

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  6. l'ho trovato
    le mafie dell'est puntano al cuore dell'europa
    è lunghissimo..
    dal'altra parte di cose ce ne saranno da dire !!
    domani leggo !
    notte notte

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