di Marina Szikora
Martedi' scorso, al Palazzo di vetro,
il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha esaminato il rapporto
trimestrale del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon
sul Kosovo. Era presente anche il premier della Serbia, Ivica Dačić.
Il segretario generale dell'ONU ha giudicato la situazione in Kosovo
come relativamente tranquilla anche se continua ad essere fragile,
con particolari preoccupazioni espresse per gli incidenti avvenuti
dopo la celebrazione della festa serba di Vidovdan. Ban Ki-moon ha
giudicato postivamente anche i progressi sulla questione delle
persone scomparse: sono stati identificati i resti di nove persone,
mentre di una persona si e' saputo che e' viva e che si trova
all'estero. Tuttavia, sono ancora in tutto 1774 le persone scomparse.
Il segretario generale ha salutato nel suo rapporto i risultati
concreti del dialogo tra Belgrado e Priština ma si e' detto anche
preoccupato a causa dei problemi relativi alla realizzazione di
alcuni di essi. Va ricordato che Ban Ki-moon ha visitato Belgrado e
Priština lo scorso 23 e 24 luglio, nell'ambito del suo tour
balcanico e aveva sottolineato in quella occasione, appunto,
l'importanza del dialogo tra le due parti, nonche' il raggiungimento
della soluzione attraverso un compromesso.
Presente alla presentazione del
rapporto anche il premier serbo Ivica Dačić, il quale ha detto che
la soluzione dello status definitivo del Koso sara' una delle
priorita' principali del suo governo ma che la Serbia non
riconoscera' mai l'indipendenza unilateralmente proclamata del
Kosovo. "Siamo pronti ad arrivare ad una soluzione pacifica e
sostenibile attraverso i negoziati ed il dialogo, rispettando gli
interessi legittimi sia degli albanesi che dei serbi e di tutti gli
altri popoli che vivono in Kosovo", ha detto Dačić. Ha
precisato pero' chiaramente che la Serbia mai e a nessuna
condizione, implicitamente o esplicitamente, riconoscera'
l'indipendenza che gli organi degli albanesi in Kosovo avevano
proclamato unilateralmente poiche' non si tratta del risultato di
reciproco accordo. Il premier serbo ha aggiunto che la Serbia sara'
sempre unita quando si tratta di questa questione cruciale. Nel suo
discorso alle Nazioni Unite ha rilevato altrettanto che lo status
finale del Kosovo non e' ancora risolto, che il Consiglio di
Sicurezza non ha approvato nessuna soluzione per lo status del Kosovo
e che nemmeno gli stessi partecipanti al dialogo hanno accettato
ancora alcuna soluzione globale. In base a questo, ha proseguito
Dačić, la posizione della Serbia resta che il Kosovo non puo'
accedere a nessuna organizzazione internazionale in cui la membership
sia prerogativa degli stati sovrani. E' intenzione del nuovo governo
in Serbia di attuare pero' tutto quello che finora e' stato
concordato a condizione che Priština faccia lo stesso. Anche se il
dialogo tecnico deve proseguire, questo non basta. La Serbia e'
pronta al dialogo ad alto livello, ha detto Dačić.
Il premier serbo ha valutato che la
riconfigurazione della missione civile europea Eulex non e' conforme
alla risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza sul Kosovo. Si e'
detto convinto che l'Ue deve continuare con gli sforzi che dal punto
di vista dello status devono mantenersi neutrali e che e' necessario
un maggiore impegno dell'Eulex. L' alternativa sarebbe che l'UNMIK,
la missione delle Nazioni Unite consideri la possibilita' della
propria ristrutturazione e di una sua maggiore presenza sempre in
base alla risoluzione 1244. Facendo riferimento alla parte del
rapporto del Segretario generale in cui si menzionano le minacce di
sicurezza della comunita' serba in Kosovo, Dacic ha detto che nel
rapporto sono indicati gli incidenti che fanno parte di una campagna
orchestrata indirizzata ad impaurire i serbi del kosovo. "E'
chiaro che l'obiettivo finale e' quello di una totale pulizia etnica
dei serbi e la scomparsa del patrimoni culturale serbo", ha
denunciato il premier nel suo intervento aggiungendo che la Serbia si
aspetta che sia stabilita la piena verita' e che vengano puniti tutti
i responsabili per il crimine di guerra contro i serbi in Kosovo
alludendo alle indagini relative al traffico di organi umani in
Kosovo. Dačić ha fatto appello affinche' il Consiglio di Sicurezza
dia priorità ad una indagine indipendente e completa in merito a
queste supposizioni.
Alla presentazione del rapporto
trimestrale di Ban Ki-moon era presente anche il premier kosovaro
Harshim Tacqi il quale ha rilevato che Priština e' impegnata per il
proseguimento del dialogo con Belgrado in ogni momento e in tutte le
occasioni ma che non si puo' mettere in questione l'integrita'
territoriale del Kosovo. Tacqi ha detto che nel dialogo e' stato
realizzato un avanzamento notevole e che sono stati firmati sette
importanti accordi, ma che la maggior parte e' rimasta soltanto sulla
carta, come ad esempio l'accordo sull'amministrazione integrata del
confine e sulla rappresentanza regionale perche' la Serbia rifiuta la
loro attuazione. "E' nostra priorita' la normalizzazione delle
relazioni con la Serbia", ha spiegato il premier kosovaro e ha
aggiunto che le relazioni tra la Serbia e il Kosovo sono il maggiore
ostacolo per la stabilita' dei Balcani. Tacqui ha detto che le
autorita' di Priština hanno compiuto un grande avanzamento per
quanto riguarda l'integrazione dei serbi kosovari e che Priština e'
dedicata all'integrazione di oltre 100.000 serbi nelle istituzioni in
Kosovo. Tali risultati non si possono raggiungere pero' in tre comuni
al nord del Kosovo dove 30.000 serbi sono controllati direttamente
dal governo di Belgrado. "Dobbiamo insistere sullo stato di
diritto in questa parte del Kosovo e sul ritiro delle forze illegali
della Serbia", ha detto Tacqi. Ha aggiunto che il Kosovo
prosegue a migliorare l'amministrazione pubblica in base alle
raccomandazioni di Bruxelles e che il governo di Priština e'
impegnato nella lotta contro la corruzione e criminalita'
organizzata.
[*] Il testo è trascritto dalla
corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda
oggi a Radio Radicale
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