di Marina Szikora [*]
Sono sempre piu' presenti le informazioni che, a quanto pare, la tanto attesa conclusione dei negoziati di adesione della Croazia con l'Ue, che si prospettava dovesse accadere durante la presidenza ungherese all'Ue, non avra' il suo lieto fine entro giugno. Il cammino della Croazia pare sempre piu' lungo e frustrante. Ultime notizie giungono proprio da Budapest, settimana scorsa, attraverso una serie di dichiarazioni rilasciate al giornalista della TV di stato croata HTV. Notizie non ottimistiche arrivano per voce sia dei rappresentanti ungheresi che quelli polacchi, ai quali passera' la prossima presidenza dell'Ue. Ricordiamolo, lo stesso premier ungherese Viktor Orban parlava di "una data magica" per la Croazia ad aprile. Ma oggi, dopo oltre la meta' del semestre ungherese, sembra che la conclusione dei negoziati croati verra' trascinata, nel miglior dei casi, verso l'autunno. La presidenza di Budapest si e' posta l'obiettivo di firmare fino all'estate il trattato di adesione con Zagabria, adesso pero' la palla viene spinta verso la prossima presidenza, quella polacca. La parlamentare polacca del PE Danuta Huebner, partecipando ad una riunione a Budapest, si e' detta fiduciosa che i negoziati croati si possano concludere durante il semestre polacco ma che bisogna intraprendere sforzi da entrambe le parti. Johannes Hahn, commissario europeo per la politica regionale ha dichiarato sempre a Budapest, nel corso della riunione ministeriale informale, di essere convinto che la Croazia sara' nell'Unione nella prossima prospettiva finaziaria. Quando l'adesione avvera' esattamente e' ancora aperto, ha detto Hahn ma ha assicurato che nel bilancio si calcola sicuramente con nuovi stati membri. Il ministro ungherese per lo sviluppo economico, Tamas Fellegi ha precisato che anche in Croazia se ne e' discusso diverse volte, nel corso di incontri bilaterali con il Governo croato, e' che l'obiettivo della presidenza ungherese e' quello di essere in grado a stabilire la data dell'ingresso di Zagabria nell'Ue.
Secondo le informazioni mediatiche croate, il governo di Jadranka Kosor e' ben consapevole di come in effetti stanno le cose ma c'e' da capire in che direzione sta' andando la sua politica: avanti o indietro?
Il ministro degli esteri ungherese, Janos Martony rivolgendosi martedi' a Budapset alla Commissione parlamentare e parlando della prima meta' del semestre della presidenza ungherese all'Ue, ha detto tra l'altro che se i negoziati di adesione croati non terminano entro giugno, questo nuocera' sia alle integrazioni europee che al processo di allargamento. Il rinvio di alcuni mesi potrebbe essere "un riscio molto serio" per l'allargamento il che mettera' in questione la credibilita' delle integrazioni, ha detto il ministro Martony. Secondo i recentissimi sondaggi effettuati dalla TV statale croata HTV, pubblicati domenica scorsa, i cittadini croati, tra l'altro, hanno risposto anche alle domande sugli attuali eventi relativi ai negoziati con l'Ue. Circa 67 percento di elettori sono convinti che i negoziati non si concluderanno entro giugno nonostante l'ottimismo ripetuto dalla premier Jadranka Kosor che spera ancora nel buon esito. Se i negoziati non verranno conclusi entro il 21 giugno, secondo questo sondaggio, il 58,8 percento dei cittadini ne dara' la colpa al governo mentre il 19,9 percento ritiene che ne sara' responsabile la stessa Ue.
I cittadini sono stati interrogati anche sulla questione molto discussa negli ultimi giorni, relativa ai processi contro i tre generali dell'Aja, vala a dire sulle attese sentenze a Gotovina, Čermak e Markać, i tre generali accusati di crimini di guerra, che saranno pronuncaite il prossimo 15 aprile. Perfino il 55,8 percento di cittadini ritiene che il Tpi dell'Aja assolvera' Gotovina, Čermak e Markač, mentre solo il 27,2 percento crede che le sentenze saranno quelle di condanna alla pena carceraria. Quello che potrebbe essere preoccupante o almeno per nulla trascurabile e' che un' alta percentuale di addirittura 72,8 percento di cittadini, nel caso di condanna dei tre generali, appoggieranno le annunciate manifestazioni dei difensori. Solo il 17 percento si e' pronunciata contro le proteste che potrebbero comunque essere un fattore destabilizzante per il Paese.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo fa parte della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud est del 7 aprile
Sono sempre piu' presenti le informazioni che, a quanto pare, la tanto attesa conclusione dei negoziati di adesione della Croazia con l'Ue, che si prospettava dovesse accadere durante la presidenza ungherese all'Ue, non avra' il suo lieto fine entro giugno. Il cammino della Croazia pare sempre piu' lungo e frustrante. Ultime notizie giungono proprio da Budapest, settimana scorsa, attraverso una serie di dichiarazioni rilasciate al giornalista della TV di stato croata HTV. Notizie non ottimistiche arrivano per voce sia dei rappresentanti ungheresi che quelli polacchi, ai quali passera' la prossima presidenza dell'Ue. Ricordiamolo, lo stesso premier ungherese Viktor Orban parlava di "una data magica" per la Croazia ad aprile. Ma oggi, dopo oltre la meta' del semestre ungherese, sembra che la conclusione dei negoziati croati verra' trascinata, nel miglior dei casi, verso l'autunno. La presidenza di Budapest si e' posta l'obiettivo di firmare fino all'estate il trattato di adesione con Zagabria, adesso pero' la palla viene spinta verso la prossima presidenza, quella polacca. La parlamentare polacca del PE Danuta Huebner, partecipando ad una riunione a Budapest, si e' detta fiduciosa che i negoziati croati si possano concludere durante il semestre polacco ma che bisogna intraprendere sforzi da entrambe le parti. Johannes Hahn, commissario europeo per la politica regionale ha dichiarato sempre a Budapest, nel corso della riunione ministeriale informale, di essere convinto che la Croazia sara' nell'Unione nella prossima prospettiva finaziaria. Quando l'adesione avvera' esattamente e' ancora aperto, ha detto Hahn ma ha assicurato che nel bilancio si calcola sicuramente con nuovi stati membri. Il ministro ungherese per lo sviluppo economico, Tamas Fellegi ha precisato che anche in Croazia se ne e' discusso diverse volte, nel corso di incontri bilaterali con il Governo croato, e' che l'obiettivo della presidenza ungherese e' quello di essere in grado a stabilire la data dell'ingresso di Zagabria nell'Ue.
Secondo le informazioni mediatiche croate, il governo di Jadranka Kosor e' ben consapevole di come in effetti stanno le cose ma c'e' da capire in che direzione sta' andando la sua politica: avanti o indietro?
Il ministro degli esteri ungherese, Janos Martony rivolgendosi martedi' a Budapset alla Commissione parlamentare e parlando della prima meta' del semestre della presidenza ungherese all'Ue, ha detto tra l'altro che se i negoziati di adesione croati non terminano entro giugno, questo nuocera' sia alle integrazioni europee che al processo di allargamento. Il rinvio di alcuni mesi potrebbe essere "un riscio molto serio" per l'allargamento il che mettera' in questione la credibilita' delle integrazioni, ha detto il ministro Martony. Secondo i recentissimi sondaggi effettuati dalla TV statale croata HTV, pubblicati domenica scorsa, i cittadini croati, tra l'altro, hanno risposto anche alle domande sugli attuali eventi relativi ai negoziati con l'Ue. Circa 67 percento di elettori sono convinti che i negoziati non si concluderanno entro giugno nonostante l'ottimismo ripetuto dalla premier Jadranka Kosor che spera ancora nel buon esito. Se i negoziati non verranno conclusi entro il 21 giugno, secondo questo sondaggio, il 58,8 percento dei cittadini ne dara' la colpa al governo mentre il 19,9 percento ritiene che ne sara' responsabile la stessa Ue.
I cittadini sono stati interrogati anche sulla questione molto discussa negli ultimi giorni, relativa ai processi contro i tre generali dell'Aja, vala a dire sulle attese sentenze a Gotovina, Čermak e Markać, i tre generali accusati di crimini di guerra, che saranno pronuncaite il prossimo 15 aprile. Perfino il 55,8 percento di cittadini ritiene che il Tpi dell'Aja assolvera' Gotovina, Čermak e Markač, mentre solo il 27,2 percento crede che le sentenze saranno quelle di condanna alla pena carceraria. Quello che potrebbe essere preoccupante o almeno per nulla trascurabile e' che un' alta percentuale di addirittura 72,8 percento di cittadini, nel caso di condanna dei tre generali, appoggieranno le annunciate manifestazioni dei difensori. Solo il 17 percento si e' pronunciata contro le proteste che potrebbero comunque essere un fattore destabilizzante per il Paese.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo fa parte della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud est del 7 aprile
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