giovedì 28 aprile 2011

BOSNIA: SITUAZIONE SEMPRE PIU' COMPLICATA E DELICATA


di Marina Szikora [*]
L'Ue e gli Stati Uniti d'America devono svegliarsi e capire che la politica di innattivita' in BiH e' fallita. Se proseguira' la mancanza di impegno, la situazione continuera' a precipitare sempre di piu'. Questi i commenti dell'ex alto rappresentante internazionale per la BiH Paddy Ashdown relativi alla delicatissima situazione in BiH. Dopo che sono aumentate le tensioni politiche nella Federazione BiH, l'entita' a maggioranza musulmano-croata perche' dal nuovo governo della Federazione sono stati esclusi i due maggiori partiti croati, la recentissima mossa di Banja Luka, vale a dire dell'altra entita' a maggioranza serba (la Republika Srpska) relativa ad un referendum concepito come un passo concreto verso la secessione, rappresenta, secondo Ashdown, la piu' aperta sfida alla comunita' internazionale in BiH. L'attuale alto rappresentante per la BiH, Valentin Inzko ha valutato che l'Assemblea popolare della RS sollecita in modo irresponsabile un processo contro la parte fondamentale dell'Accordo di Dayton.

L'ex alto rappresentante internazionale per la BiH, Paddy Ashdown, commentando la estremamente provocatoria mossa del presidente della RS, Milorad Dodik e dell'Assemblea popolare della RS che hanno approvato la decisione sull'indizione del referendum, ha dichiarato che "la comunita' internazionale deve con molta precisione dire di essere pronta ad ogni costo, inclusa anche l'azione militare, al fine di proteggere l'integrita' territoriale e la sovranita' della BiH. Bruxelles e Washington devono essere in questo senso inequivoci rispetto alla posizione di quelli che bloccano il progresso della BiH ed impedire le loro intenzioni". Per precisare, la decisione dell'Assemblea popolare della RS riguarda il referendum in cui i cittadini dell'entita' a maggioranza serba dovrebbero esprimersi se appoggiano le leggi imposte dall'Alto rappresentante per la BiH, soprattutto quelle sulla Corte e sulla Procura della BiH e la loro, come si legge nella decisione, "verifica anticostituzionale nel parlamento della BiH". In altre parole, la RS si prepara di escludersi unilateralmente dal sistema giuridico della BiH, non riconoscendo le decisioni della giustizia a livello statale e negando la autorita' dell'alto rappresentante in quanto interprete supremo dell'Accordo di Dayton.

Milorad Dodik rende omaggio alla bandiera della Republika Srpska
Valentin Inzko ha ricordato che il mandato e le competenze esecutive dell'alto rappresentante sono stabilite con l'Anex 10 dell'Accordo di Dayton e sono state approvate diverse volte dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. E' quasi certo che l'alto rappresentante Inzko annullera' con un decreto la decisione dell'Assemblea popolare della RS ma Banja Luka annuncia che una tale decsione non sara' rispettata. Secondo l'ex alto rappresentante, Paddy Ashdown "Milorad Dodik, presidente della RS, l'entita' dominata dai serbi bosniaci continua ad utilizzare impunitamente ogni occasione per minacciare le istituzioni statali bosniache e si prepara per la secessione, quando ne arrivera' il momento. Adesso parla di un referendum con il quale si distanzierebbe dalla BiH, sapendo bene che anche i referenum hanno portato all'incendiamento della guerra nei Balcani" ha avvertito Ashdown in un testo d'autore pubblicato sul The Times. Per il quotidiano di Sarajevo Dnevni avaz, Paddy Ashdown ha detto che esiste la possibilita' che alla fine l'Occidente dovra' minacciare con la forza militare per impedire la secessione della BiH.

Sembra pero' che all'interno della comunita' internazionale, per il momento, non esiste una posizione unica su quello che si dovrebbe fare in BiH e secondo i commenti mediatici, ci sono disaccordi anche sull'asse Bruxelles-Washington. C'e' da dire inoltre che molti in BiH, soprattutto l'opinione politica bosgnacca di Sarajevo, temono che il trasferimento del ruolo di leadership da quello internazionale a quello europeo in BiH, con una minore presenza americana nel Paese, potrebbe portare a nuovi problemi nel funzionamento della BiH. Tradizionalmente, la politica europea a Sarajevo spesso viene vissuta come insufficientemente ferma e unita nonche' piu' tollerante verso le politiche e le idee di secessione che portano ad una possibile divisione della BiH. Dall'altra parte vi e' un approccio robusto americano e forte appoggio dell'unita' della BiH, affermano molti commentatori della situazione politica in BiH.

Nell'attuale Consiglio per l'implementazione della pace (PIC), l'organo internazionale che controlla l'attuazione dell'Accordo di pace di Dayton, gli americani hanno una parola decisiva insieme agli altri paesi membri di questo Consiglio tra cui ci sono i paesi membri dell'Ue ma anche la Federazione Russa e la Turchia a nome dell'Organizzazione della conferenza islamica. Il comitato amministrativo del PIC decide sul lavoro dell'Ufficio dell'alto rappresentante e in tal modo influisce sulle vicende nella BiH. Secondo gli attuali piani, queste le informazioni, l'Ufficio dell'alto rappresentante dovrebbe prossimamente essere chiuso completamente oppure dovrebbe essere notevolmente ridimensionato e situato fuori dalla BiH, con sede molto probabilmente a Vienna o a Bruxelles mentre a Sarajevo opererebbe una rappresentanza dell'Ue. Esistono quindi a tal proposito perplessita' che l'Ue non sia in grado di placare le aspirazioni separatiste in BiH.

Nonostante tali perplessita', l'eurodeputato sloveno, Jelko Kacin, vicepresidente della delegazione del PE per i Balcani occidentali, ha affermato che la BiH e la decisione delle autorita' della RS sul referendum ben presto si troveranno all'ordine del giorno della riunione dei capi di stato e governo dei paesi membri dell'Ue e ha aggiunto che per l'Unione sono inaccettabili tentativi del genere che servono a destabilizzare la BiH. Kacin ha valutato inaccettabile la decisione del parlamento della RS di indire il referendum e l'ha qualificata come risultato del fatto che questa entita' della BiH si trova in effetti davanti alla bancarotta e quindi si cerca di indirizzare l'attenzione sulle "finzioni quali quella che la RS sia separata dalla BiH". Per l'Ue, ha sottolineato Kacin, sono pienamente inaccettabili tentativi di destabilizzazione e frammentazione della BiH: "pace e stabilita' nell'Ue sono la maggiore importanza e per tal motivo l'Unione reagira'" ha detto l'eurodeputato sloveno che e' anche relatore per la Serbia e ha precisato che la risposta dell'Ue alle sfide di Banja Luka avra' una voce unica. Secondo le attuali valutazioni, il referendum nella RS potrebbe svolgersi a giugno. Il presidente della RS Milorad Dodik, promotore di questa iniziativa, ha dichiarato in una intervista al giornale di Belgrado 'Politica' che il referendum si svolgera' comunque, nonostante la posizione della comunita' internazionale e ha aggiunto che la possibilita' di qualche altro referendum, perfino quello sullo status della RS, dipende dalla prossima prassi della comunita' internazionale piuttosto che dalla RS.

Ma i problemi politici e le tensioni in BiH non finiscono qui. Abbiamo gia' parlato molto dell'insoddisfazione dei croati in BiH soprattutto da quando e' stato formato il nuovo governo nell'altra entita', quella a maggioranza musulmano-croata, la Federazione BiH, dove sono stati esclusi dall'esecutivo i due maggiori partiti croati che alle elezioni dello scorso ottobre avevano vinto l'80 percento delle preferenze. Adesso, dopo che nel 2001 e' cessato il lavoro del Sabor popolare croato (HNS) sotto pressione della comunita' internazionale che in tal modo aveva ostacolato la rivolta politica croata, settimana scorsa il Sabor poplare croato e' stato ristabilito con l'annuncio che i croati non accetteranno il nuovo potere nella Federazione BiH formato dal Partito socialdemocratico della BiH.

Come scrivono i media croati, la risposta alla riunione del HNS e' quasi identica come quella di dieci anni fa con l'eccezione che questa volta i croati in BiH piuttosto che ricorrere a mosse radicali e tentativi di blocco del potere, iniziano una lotta piu' sottile e a lungo termine per ottenere i loro diritti. Cio' riguarda innanzitutto le riforme costituzionali e quelle relative alla legge elettorale. E' stato eletto anche il Consiglio generale del HNS che dovrebbe, cosi' si afferma, fare lobbing a Washington e Bruxelles affinche' decidano sul destino della BiH. E' stata approvata all'unanimita' una risoluzione politica che condanna la formazione del nuovo esecutivo nella Federazione senza la volonta' politica maggioritaria dei croati in BiH. Nella risoluzione si legge che i croati chiedono l'istituzione di una unita' federale maggioritaria. Branko Vukelić, inviato del governo della Croazia e della presidente dell'HDZ Jadranka Kosor che ha partecipato alla riunione del HNS ha detto che i croati in BiH hanno un appoggio inequivocabile. "Noi appoggiamo una tale BiH in cui viene rispettata la volonta' dei croati e di tutti i tre popoli costituenti della BiH" ha detto Vukelić.

[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è la trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 28 aprile a Radio Radicale

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