"Ci sono almeno tre
forti ragioni per essere molto delusi dalla scelta di non confermare
Emma Bonino agli Esteri. Una è che Bonino è uno dei politici più onesti e
competenti sugli Esteri che ci sono in Italia, e azzerare il suo lavoro
è una vera sciocchezza, così come lo è smettere di approfittare della
sua capacità e impegno. La seconda è che c’è un solo ministero in cui
esperienza e rispettabilità sono decisivi e prevalenti sul rinnovamento,
e non un alibi vuoto come per altri ruoli; e un solo ministero in cui
l’Italia non abbia bisogno di approcci innovativi e sovversivi rispetto a
passati fallimentari: ed è il ministero degli Esteri. Lo dico con stima
per Federica Mogherini, che penso capace di molto: ma se si pensa al
semestre europeo, all’Ucraina, ai marinai in India – per dirne solo tre –
scegliere tra Bonino e Mogherini è come scegliere tra un fiammifero e
un garofano quando si deve accendere un fuoco. La terza ragione è quella
meno concreta e più sgradevole: ed è che anche Matteo Renzi si sia
inserito – lo sta facendo sempre più spesso – in un deprecabile solco
della politica italiana e della politica di sinistra. Ovvero dare peso
al potere contrattuale degli apparati politici piuttosto che alle
qualità individuali: e ottenere che ne faccia le spese Emma Bonino, che
non conta niente, non la protegge nessuno e non serve a ottenere niente.
In questo caso, dovendo Renzi mostrare rinnovamento rispetto al governo
Letta non ha però rimpiazzato tre ministri alfaniani; né ha rimpiazzato
tre ministri del PD, che pure si dimostrano così indispensabili da
essere stati rimescolati in ministeri a piacere (e di uno dei quali a
suo tempo aveva opinioni condensate nella definizione di
“vicedisastro”). Ha invece scaricato quel che era facile scaricare, e
che il PD va scaricando da anni in mille diverse repliche: una
tradizione. Una vigliaccheria, in senso tecnico.
(Colmo di paradosso: quello che ha combinato il disastro Shalabayeva
resta ministro, dopo che Renzi ne aveva suggerito le dimissioni; quella
che ha riportato Shalabayeva viene scaricata)."
Luca Sofri, "Andiamo avanti tranquillamente", www.wittgenstein.it, 21 febbraio 2014
Sono d'accordo sul fatto che Renzi stia facendo quello che già i suoi predecessori hanno, a suo tempo, fatto e rifatto; e posso anche essere d'accordo che la Bonino, non avendo appoggi di ogni tipo e genere, sia stata facile vittima di questo sistema. Però dire che costei "è uno dei pochi politici competenti sugli Esteri" mi sembra fortemente un azzardo... Insomma, io grossi risultati non ne ho visti (e non parlo solo di quelli che i telegiornali ritengono rilevanti); soprattutto, dopo tre anni di processo in India, richiamare l'ambasciatore in Italia (cosa che, solitamente, si fa all'inizio di un "caso diplomatico") mi è sembrato veramente ridicolo... Non voglio Frattini (Dio ce ne scampi), ma ritengo ci sia qualcosa di meglio anche alla Bonino...Lo spero, quantomeno, altrimenti stiamo messi maluccio...
RispondiEliminaIn politica estera, purtroppo, i risultati che si "vedono" sono solitamente assai meno di quelli che concretamente si ottengono e che sfuggono alla maggioranza dell'opinione pubblica per ragioni comprensibili.
RispondiEliminaEmma Bonino è uno dei politici più esperti di Esteri del nostro paese. Non devo certo essere io a fare l'elenco delle sue esperienze e delle sue competenze, ma posso dirlo conoscendo personalmente lei e la sua enorme capacità di lavoro.
Quanto al "caso marò", Emma Bonino si è trovata incolpevole a gestire molti e gravi errori che altri prima di lei avevano commesso. Tutti possono ovviamente sbagliare, ma la vicenda - che presenta, piaccia o meno, molti aspetti poco chiari - è stata data in pasto all'opinione pubblica in maniera distorta e parziale. Senza dire che i fucilieri sono solo due delle migliaia di italiani che si trovano nei guai all'estero e che meritano tutti attenzione da parte delle nostre autorità.
Può non piacere ma la diplomazia è una pratica che richiede pazienza e prudenza. Sicuramente non piace a politici in cerca di facile propaganda e a "giornalisti" di poca o nulla onestà intellettuale.