Karl Erjavec e Vesna Pusic (Foto Tina Kosec/STA) |
Di Marina Szikora [*]
Il ministro degli Esteri e degli Affari
europei della Croazia, Vesna Pusić, lunedi' 3 settembre ha
partecipato all'annuale Strategic Forum di Bled durante il quale ha
incontrato il suo collega sloveno Karl Erjavec. Al centro della
conferenza di quest'anno di Bled, il cui titolo era "L'Europa e
l'ordinamento globale ridisegnato", e' stato il ruolo
dell'Europa nelle relazioni internazionali, le sfide regionali nel
sud Mediterraneo, Europa sudorientale e Asia centrale nonche' le
relazioni tra Ue e Cina. Commentando alcuni articoli pubblicati dai
media croati in cui si dice che Bruxelles sta perdendo pazienza con
la Slovenia che con la questione della Ljubljanska banka condiziona
la ratifica dell'accordo di adesione della Croazia all'Ue, Erjavec ha
detto che non sente nessuna pressione e che si tratta soltanto di
speculazioni mediatiche. "Bisogna trovare una soluzione adeguata
per entrambe le parti" ha detto Erjavec in relazione al problema
della Ljubljanska banka ed i risparmi dei risparmiatori delle valute
esteri in Croazia dai tempi del comune stato, vale a dire dell'ex
Jugoslavia. Il ministro degli esteri sloveno ha ricordato che i due
governi avevano nominato gli esperti finanziari per la questione che
si sono gia' incontrati a fin di esaminare il problema e proporre ai
governi le possibili soluzioni. Per questo motivo, ha precisato
Erjavec, bisogna continuare il dialogo.
Sia la ministro Pusić che Erjavec
ritengono di aver compiuto un grande avanzamento rispetto al loro
ultimo incontro svoltosi a Dubrovnik quando sono stati concordati i
negoziati dei due esperti provenienti dai due paesi in questione.
Hanno espresso modesto ottimismo per quanto riguarda il lavoro degli
esperti finanziari annunciando una prossima riunione per il 18
settembre. Gli esperti che si occupano della questione sono Zdravko
Rogić e Francet Arhar e si tratta della soluzione con la quale la
Slovenia indirettamente condiziona la ratifica del trattato di
adesione della Croazia all'Ue. "Tutti i dati ralativi alla loro
prima riunione parlano a favore della possibilita' di trovare una
soluzione relativa alla situazione 'win-win' per entrambi gli stati e
una loro proposta potrebbe uscire fuori in tempi visibili" ha
commentato la ministro Pusić. Alla domanda quando si puo' aspettare
che la Slovenia ratifichi l'accordo croato, Pusić ha detto che
personalmente vorrebbe che questo accada al piu' presto, mentre il
suo collega sloveno Erjavec ha espresso speranza che gli esperti
presentino al piu' presto le loro soluzioni, che successivamente
dovrebbero essere accettate da entrambi i governi. Dopo
l'approvazione dei due governi, non vi sarebbe piu' nessuna ragione
perche' la Slovenia non iniziasse subito con la ratifica dell'accordo
di adesione della Croazia all'Ue, ha detto Erjavec. Un argomento
quindi questo che per la Croazia e' importante visto che si tratta di
rispettare l'annunciato ingresso del paese nell'Ue previsto per il
primo luglio 2013.
Il presidente della Slovenia, Danilo
Tuerk ha raccomandato ai diplomatici sloveni, riunitisi alle
tradizionali consultazioni annuali svoltesi a Brdo kod Kranj, di
riflettere sulla possibilita' di una collaborazione di partenariato
con la Croazia dopo che essa diventi membro a pieno titolo dell'Ue.
Ipoteticamente e' possibile immaginare delle consultazioni piu'
strette tra Italia, Austria, Slovenia e Croazia nel contesto di
decisioni da prendere nell'Ue. Molti interessi legittimi di questi
stati sono conformi e per questo il loro approccio coordinato
relativo ai temi di cui si occupa l'Ue porterebbe una dimensione
interessante nel processo decisionale europeo, soprattutto nei
prossimi anni che saranno decisive per l'identita' dell'Ue, ha detto
il capo dello stato sloveno. Nel suo intervento di apertura alle
consultazioni, Danilo Tuerk ha sottolineato che la Slovenia nel senso
geopolitico ha tre identita' perche' al tempo stesso e' uno stato
balcanico, mitteleuropeo e mediterraneo. Va detto anche, che pochi giorni fa, il
premier sloveno, Janez Janša, ha ammesso per la prima volta che la
Slovenia rischia la bancarotta gia' ad ottobre. Anche se il governo
sloveno finora dichiarava che tutti i problemi potra' risolverli da
sola, Janša ha finalmente ammesso il contrario dopo che le agenzie
di credito hanno abbassato il rating della Slovenia per cui il valore
del Pil nel secondo quadrimestre e' calato del 3,2 percento. Secondo
i media tedeschi e austriaci, la Slovenia intende indebitarsi sul
mercato americano contando con il pagamento di interessi minori e in
questo modo evitare la bancarotta. Il Financial Times ritiene che
l'appello di Janša in cui chiede aiuto e' conseguenza
dell'impossibilita' del suo governo di coalizione a raggiungere un
accordo sulle riforme. Die Presse trasmette le dichiarazioni del
premier sloveno che a meta' dell'anno prossimo la Slovenia deve
pagare in un colpo solo due miliardi di euro di debiti ed interessi
il che sara' impossibile se in autunno non verranno accettate le
indispensabili misure.
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