Intervista a Andrea Rossini di Osservatorio Balcani e Caucaso
Radovan Karadzic, l'ex capo politico dei serbi di Bosnia durante la guerra degli anni '90, è stato condannato in primo grado a 40 anni dal Tribunale internazionale per l'ex Jugoslavia per il genocidio di Srebrenica, l'assedio di Sarajevo e altri crimini di guerra compiuti durante il conflitto del 1992-95 in Bosnia. Anche se i giudici non hanno ritenuto sufficienti gli elementi per provare l'esistenza di un piano genocidiario già dal 1992, la sentenza è comunque importante e potrebbe essere modificata in appello. Giunge però a più di vent'anni dai fatti, dopo un processo durato quasi sei anni e dopo una latitanza dell'imputato protrattasi per quasi 13 anni. Soprattutto giunge in una Bosnia Erzegovina in cui sembrano aver prevalso le divisioni e la pulizia etnica che furono teorizzate e perseguite da Karadzic durante gli anni del suo potere.
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