giovedì 27 settembre 2012

ONU: LA SERBIA ALLA PRESIDENZA DELL'ASSEMBLEA GENERALE

di Marina Szikora [*]
In vista dell'apertura della 67esima sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il suo presidente, l'ex ministro degli esteri serbo, Vuk Jeremić afferma fermamente che il premier del Kosovo Hasquim Taci in questa occasione non prendera' la parola come premier di uno stato indipendente. Ospite del notiziario dell'emittente serba B92, il neoeletto presidente di questa sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha sottolineato che i capi e rappresentanti di stati per la prima volta parleranno anche dello stato di diritto. "Abbiamo messo in evidenza i temi relativi alla sovranita' e unita' degli stati. Penso che questa sia una questione importante anche per la Serbia" ha detto Jeremić, aggiungendo che nel mondo esiste un gran numero di Paesi, innanzitutto quelli piccoli, per i quali il diritto internazionale e' di importanza fondamentale.
Lunedi' quindi, un giorno dall'apertura ufficiale della 67esima Assemblea Generale, si e' tenuta la riunione dedicata allo stato di diritto ad alto livello. Partecipando a questa riunione, il premier croato Zoran Milanović nel suo intervento ha detto che la Croazia e il suo governo sono pienamente impegnati a rispettare lo stato di diritto perche' lo riconoscono come l'essenza di qualsiasi societa' democratica. Il premier croato ha ricordato la lunga ed impegnativa via che la Croazia ha passato negli ultimi vent'anni sottolineando che tutto questo tempo ha compiuto sforzi a fin di rispettare i principi dello stato di diritto. Milanović ritiene che ogni governo dovrebbe attingersi costantemente alle norme internazionali ed ai meccanismi nella lotta contro la corruzione, criminalita' organizzata, terrorismo e serie violazioni del diritto umanitario.Il premier croato ha rilevato che a fin di rafforzare lo stato di diritto, i paesi dovrebbero collaborare meglio soprattutto nell'ambito delle Nazioni Unite e ha invitato il Consiglio di Sicurezza e l'Assemblea Generale a contribuire a questo obiettivo. Milanović ha salutato anche la dichiarazione sullo stato di diritto rilevando soprattutto di appoggiare l'intenzione delle Nazioni Unite a collegare lo stato di diritto e i tre pilastri fondamentali dell'organizzazione mondiale: pace e sicurezza, diritti umani e sviluppo e contribuire cosi' ad un mondo piu' progressivo, piu' di pace e piu' giusto.

Sempre a New York, lunedi' la ministro degli esteri ed affari europei croata, Vesna Pusić ha incontrato per la prima volta il suo neo collega serbo, Ivan Mrkić in un colloquio durato una quarantina di minuti. Un incontro questo, che secondo i media croati, ha rappresentato una specie di inventario delle questioni aperte tra Serbia e Croazia. L'accusa di genocidio davanti alla Corte internazionale di giustizia non e' stata menzionata. Comunque, non si e' parlato soltanto del passato bensi' anche del futuro, quello comune, europeo, informa la radioteleviosione croata HTV. Sono stati individuati tre gruppi di temi che entrambi le parti ritengono siano importanti. Il primo gruppo rigurada i temi del passato, vale a dire le questioni aperte che esistono tra i due paesi dovuti alle guerre degli anni novanta. Si e' parlato anche della collaborazione economica nel momento quando la Croazia il prossimo primo luglio 2013 aderira' all'Ue e al tempo stesso uscira' dalla CEFTA, l'Accordo centroeuropeo sul libero commercio. Come spiegato dalla ministro Pusić, e' interesse sia della Serbia che della Croazia stabilire un regime piu' possibilmente liberale e una collaborazione economica piu' facile. Il terzo gruppo di temi riguarda il comune futuro europeo e la necessita' di assumersi la responsabilita' per la stabilizzazione della regione. Esistono questioni aperte del passato, ma abbiamo anche molte cose che ci attendono nel futuro e per questo collaboreremo regolarmente, ha detto il ministro serbo Mrkić.

A rappresentare la Serbia all'Assemblea Generale a New York c'e' il presidente Tomislav Nikolić. Siccome il Kosovo non e' membro delle Nazioni Unite, si prevede cha la presidente kosovara Atifete Jahjaga vi partecipera' o come ospite della delegazione dell'Albania oppure in conessione con la missione Onu in Kosovo – l'UNMIK. La Serbi non e' pronta a nessuna condizione a riconoscere l'indipendenza del Kosovo, ha detto il suo presidente Tomislav Nikolić martedi', prima giornata dell'Assemblea Generale, informano i media serbi. Nikolić ha aggiunto che nel proseguimento dei negoziati con Priština la Serbia "entra pienamente pronta a contribuire ad una vita migliore di tutti i cittadini del Kosovo, in condizioni democratiche e sicure" ma "non negoziera' sull'attuazione dell'indipendenza" del Kosovo che Nikolić ha qualificato come "un cosidetto stato". Il presidente serbo ritiene che la questione del Kosovo si puo' risolvere in modo pacifico e ha promesso che la Serbia adempiera' tutti gli obblighi che finora aveva assunto. Si e' lamentato pero' che i negoziati svoltisi finora con Priština hanno rappresentato la soddisfazione dei desideri della parte albanese e il cedimento da parte della precedente lidership serba. Nikolić ha ripetuto che la Serbia offre adesso una proposta concreta, vale a dire i negoziati diretti al piu' alto livello politico. Il presidente serbo ha constatato che l'accordo tra Serbia e Kosovo puo' essere raggiunto soltanto attraverso il consenso ma ha precisato che su questa parte del territorio serbo viene violata la Carta delle Nazioni Unite e che la proclamazione dell'indipendenza kosovara e' "un precedente pericoloso" e una minaccia di lunga portata alla stabilita' di quest'area. "La Serbia vuole sinceramente diventare membro a pieno titolo dell'Ue e sta costruendo con pazienza le relazioni di fiducia e pace nella regione appesantita da una storia difficile" ha rilevato Nikolić nel suo intervento alle Nazioni Unite.

[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale

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