In vista dell'apertura della 67esima sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il suo presidente, l'ex ministro degli esteri serbo, Vuk Jeremić afferma fermamente che il premier del Kosovo Hasquim Taci in questa occasione non prendera' la parola come premier di uno stato indipendente. Ospite del notiziario dell'emittente serba B92, il neoeletto presidente di questa sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha sottolineato che i capi e rappresentanti di stati per la prima volta parleranno anche dello stato di diritto. "Abbiamo messo in evidenza i temi relativi alla sovranita' e unita' degli stati. Penso che questa sia una questione importante anche per la Serbia" ha detto Jeremić, aggiungendo che nel mondo esiste un gran numero di Paesi, innanzitutto quelli piccoli, per i quali il diritto internazionale e' di importanza fondamentale.
Lunedi' quindi, un giorno dall'apertura
ufficiale della 67esima Assemblea Generale, si e' tenuta la
riunione dedicata allo stato di diritto ad alto livello. Partecipando
a questa riunione, il premier croato Zoran Milanović nel suo
intervento ha detto che la Croazia e il suo governo sono pienamente
impegnati a rispettare lo stato di diritto perche' lo riconoscono
come l'essenza di qualsiasi societa' democratica. Il premier croato
ha ricordato la lunga ed impegnativa via che la Croazia ha passato
negli ultimi vent'anni sottolineando che tutto questo tempo ha
compiuto sforzi a fin di rispettare i principi dello stato di
diritto. Milanović ritiene che ogni governo dovrebbe attingersi
costantemente alle norme internazionali ed ai meccanismi nella lotta
contro la corruzione, criminalita' organizzata, terrorismo e serie
violazioni del diritto umanitario.Il premier croato ha rilevato che a fin
di rafforzare lo stato di diritto, i paesi dovrebbero collaborare
meglio soprattutto nell'ambito delle Nazioni Unite e ha invitato il
Consiglio di Sicurezza e l'Assemblea Generale a contribuire a questo
obiettivo. Milanović ha salutato anche la dichiarazione sullo stato
di diritto rilevando soprattutto di appoggiare l'intenzione delle
Nazioni Unite a collegare lo stato di diritto e i tre pilastri
fondamentali dell'organizzazione mondiale: pace e sicurezza, diritti
umani e sviluppo e contribuire cosi' ad un mondo piu' progressivo,
piu' di pace e piu' giusto.
Sempre a New York, lunedi' la ministro
degli esteri ed affari europei croata, Vesna Pusić ha incontrato per
la prima volta il suo neo collega serbo, Ivan Mrkić in un colloquio
durato una quarantina di minuti. Un incontro questo, che secondo i
media croati, ha rappresentato una specie di inventario delle
questioni aperte tra Serbia e Croazia. L'accusa di genocidio davanti
alla Corte internazionale di giustizia non e' stata menzionata.
Comunque, non si e' parlato soltanto del passato bensi' anche del
futuro, quello comune, europeo, informa la radioteleviosione croata
HTV. Sono stati individuati tre gruppi di temi che entrambi le parti
ritengono siano importanti. Il primo gruppo rigurada i temi del
passato, vale a dire le questioni aperte che esistono tra i due paesi
dovuti alle guerre degli anni novanta. Si e' parlato anche della
collaborazione economica nel momento quando la Croazia il prossimo
primo luglio 2013 aderira' all'Ue e al tempo stesso uscira' dalla
CEFTA, l'Accordo centroeuropeo sul libero commercio. Come spiegato
dalla ministro Pusić, e' interesse sia della Serbia che della
Croazia stabilire un regime piu' possibilmente liberale e una
collaborazione economica piu' facile. Il terzo gruppo di temi
riguarda il comune futuro europeo e la necessita' di assumersi la
responsabilita' per la stabilizzazione della regione. Esistono questioni aperte del passato,
ma abbiamo anche molte cose che ci attendono nel futuro e per questo
collaboreremo regolarmente, ha detto il ministro serbo Mrkić.
A rappresentare la Serbia all'Assemblea
Generale a New York c'e' il presidente Tomislav Nikolić. Siccome il Kosovo
non e' membro delle Nazioni Unite, si prevede cha la presidente
kosovara Atifete Jahjaga vi partecipera' o come ospite della
delegazione dell'Albania oppure in conessione con la missione Onu in
Kosovo – l'UNMIK. La Serbi non e' pronta a nessuna
condizione a riconoscere l'indipendenza del Kosovo, ha detto il suo
presidente Tomislav Nikolić martedi', prima giornata dell'Assemblea
Generale, informano i media serbi. Nikolić ha aggiunto che nel
proseguimento dei negoziati con Priština la Serbia "entra
pienamente pronta a contribuire ad una vita migliore di tutti i
cittadini del Kosovo, in condizioni democratiche e sicure" ma
"non negoziera' sull'attuazione dell'indipendenza" del
Kosovo che Nikolić ha qualificato come "un cosidetto stato".
Il presidente serbo ritiene che la questione del Kosovo si puo'
risolvere in modo pacifico e ha promesso che la Serbia adempiera'
tutti gli obblighi che finora aveva assunto. Si e' lamentato pero'
che i negoziati svoltisi finora con Priština hanno rappresentato la
soddisfazione dei desideri della parte albanese e il cedimento da
parte della precedente lidership serba. Nikolić ha ripetuto che la
Serbia offre adesso una proposta concreta, vale a dire i negoziati
diretti al piu' alto livello politico. Il presidente serbo ha
constatato che l'accordo tra Serbia e Kosovo puo' essere raggiunto
soltanto attraverso il consenso ma ha precisato che su questa parte
del territorio serbo viene violata la Carta delle Nazioni Unite e che
la proclamazione dell'indipendenza kosovara e' "un precedente
pericoloso" e una minaccia di lunga portata alla stabilita' di
quest'area. "La Serbia vuole sinceramente diventare membro a
pieno titolo dell'Ue e sta costruendo con pazienza le relazioni di
fiducia e pace nella regione appesantita da una storia difficile"
ha rilevato Nikolić nel suo intervento alle Nazioni Unite.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale
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