Di Marina Szikora per Radio Radicale
[*]
Il 7 ottobre si vota in Bosnia
Erzegovina per le elezioni amministrative. Sulla campagna elettorale
in corso è da segnalare l'analisi di Gordan Duhaček, che sul sito
di informazione croato tportal afferma che sin dall'inizio e'
stato chiaro che queste elezioni saranno ricordate per
"dichiarazioni bizarre, spot elettorali senza gusto e manifesti
che non sarebbero ideati nemmeno dagli studenti del primo anno di
disegno". Sono molti a giudicare che dalla fine della guerra del
1995 la Bosnia Erzegovina non era mai stata in una situazione cosi'
caotica come adesso. Nella Federazione di Bosnia Erzegovina,
l'entita' a maggioranza croato-bosgnacca, non e' molto chiaro chi
veramente stia governando ed e' altrettanto confusa la divisione del
potere a livello statale. Il Partito socialdemocratico ha rotto la
coalizione con il maggior partito bosgnacco, il Partito dell'azione
democratica, ma si e' riunito con l'Hdz, la Comunita' democratica
croata, che ancora recentemente cercava con tutte le forze di
allontanare dal potere. I socialdemocratici, nello stesso modo, sono
freschi dell'accordo di coalizione con il partito dell'oligarca
Fahrudin Radončić, noto alle cronache per i suoi stretti contatti
con la criminalità organizzata. Cambiamenti di potere si sono avuti
anche a livello dei cantoni e in questa situazione caotica i partiti
si accusano a vicenda fino davanti alla Corte costituzionale. Come
sottolinea il giornalista croato, mentre vengono violate tutte le
possibili procedure, non si svolge la concreta attività di governo.
Per quanto riguarda l'altra entita', la Republika Srpska a
maggioranza serba, la massima autorita' che governa in tutti i sensi
e' il presidente Milorad Dodik. Gordan Duhaček conclude su
tportal.com che tutti i politici si candidano senza proporre
assolutamente soluzioni concrete per i problemi locali e comunali
perche' e' chiaro che loro tali soluzioni non ce l'hanno.
A proposito di tutto cio', nel pieno
della campagna elettorale, il presidente della Republika Srpska,
Milorad Dodik, ha dichiarato che "la soluzione migliore"
per uscire dalla crisi in Bosnia Erzegovina e' l'istituzione di una
alleanza di "tre repubbliche". Dodik ritiene che i politici
croati in Bosnia dovrebbero condurre il popolo al referendum per
esprimersi sulla loro posizione nei confronti della occupazione della
società da parte dei bosgnacchi. L'unica soluzione, secondo
l'opinione di Dodik, e' che i croati rigettino tutte le proposte e
articolino chiaramente la loro posizione. Dodik afferma di essere
contento perche' i politici croati guidati dall'HDZ e dai suoi
leader, Dragan Čović e Božo Ljubić, hanno precisato chiaramente
le loro posizioni. Il leader serbo-bosniaco, giudicando la politica
bosgnacca inaffidabile e spesso conflittuale, ritiene che la
Federazione di Bosnia Erzegovina dovrebbe dividersi a sua volta in
due parti dando vita alla cosiddetta "Erzeg Bosna", mentre
il resto del Paese si articolerebbe in Bosnia e Republika Srpska.
Cosi' si formerebbe una alleanza tripartita a livello statale che
avrebbe meno competenze rispetto ad oggi. Secondo Dodik, lo stato
comune dovrebbe avere soltanto competenze sulla politica estera, la
sicurezza e il commercio internazionale.
In una intervista per l'edizione
bosniaca del quotidiano di Zagabria Večernji list,
Milorad Dodik afferma che la Bosnia Erzegovina non provoca in lui
nessun altro sentimento che il disgusto. Secondo Dodik Sarajevo oggi
e' una citta' etnicamente pulita, in cui non ci sono ne' serbi ne'
croati. Il giornale scrive che Dodik propone ai croati di non
accettare nessun tipo di riordinamento della Fedarazione Bosnia
Erzegovina bensi' la creazione dell'entita' croata, se non vogliono
perdere altri 20 anni. Dodik ha ribadito l'idea della formazione di
una nuova, terza entita', quella croata, che si chiamerebbe Erzeg
Bosna e potrebbe coesistere insieme alla Republika Srpska e alla
Bosnia che diventerebbe così l'entità bosgnacca. 'Večernji'
aggiunge che secondo Dodik adesso in Bosnia Erzegovina si sta
conducendo un esperimento internazionale secondo il quale i serbi ed
i croati dovrebbero essere disciplinati mentre si dovrebbe cedere ai
bosgnacchi. Una tale situazione, secondo il leader serbo-bosniaco, e'
patologica. Grazie a questa situazione, afferma Dodik, i bosgnacchi
sono convinti di essere vittime e di avere maggiori diritti rispetto
agli altri due popoli. Ma secondo Dodik questo non e' vero, ci sono
state vittime da tutte le parti ma le vittime bosgnacche erano piu'
numerose poiche' questo popolo e' il piu' numeroso in Bosnia
Erzegovina.
[*] Il testo è tratto dalla
corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda
il 20 settembre 2012 a Radio Radicale
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