Nei giorni scorsi monsignor Desmond
Tutu, premio Nobel per la pace e veterano della lotta per la pace nel
mondo, ha pubblicato un intervento sul quotidiano britannico Observer
in cui attacca “l’immoralità degli Stati Uniti e
della Gran Bretagna” i quali “nel prendere la decisione di
invadere l’Iraq nel 2003, fondata sulla menzogna per cui l’Iraq
avesse armi di distruzione di massa”, hanno “destabilizzato e
polarizzato il mondo in maniera molto più profonda di qualsiasi
altro conflitto. Perché, scrive Tutu, “la questione non è di
sapere se Saddam Hussein fosse buono o cattivo, né quante persone
abbia massacrato. Il punto è che Bush e Blair non si sarebbero
dovuti abbassare al suo livello di immoralità”. Per questo
monsignor Tutu ha giudicato inappropriato partecipare ad un summit
sulla leadership insieme a Blair. Per il premio Nobel, l'ex premier
britannico Tony Blair e l'ex presidente Usa George W. Bush dovrebbero
essere portati davanti alla Corte Penale Internazionale. La presa di
posizione di monsignor Tutu riecheggia quanto Marco Pannella e i
Radicali vanno sostenendo da tempo: e cioè che la guerra in Iraq si
sarebbe potuta evitare, che Saddam Hussein aveva già accettato
l'esilio, ma che questa possibilità fu vanificata da Blair e Bush
con il sostegno attivo dell'allora capo del governo italiano
Silvio Berlusconi e di quello spagnoli José Maria Aznar, con un ruolo per niente
marginale del defunto dittatore libico Muhammar Gheddafi. A differenza di
quanto avvenuto in Italia, l'intervento di Tutu sul Guardian ha avuto
molta risonanza in Croazia, dove è stato ripreso un po' da tutti i
giornali, i notiziari radio-tv e dai principali portali di
informazione online. In particolare riporto qui, tradotto in
italiano, un commento apparso sul quotidiano di Zagabria, Večernji
list.
DOV'E' LA MORALITA' DELLA POLITICA?
Per Desmond Tutu portare Bush e Blair
davanti all'ICC è ultima possibilita' per calmare gli spiriti che
ormai hanno provocato dissidi irreparabili e divisioni tra Est ed
Ovest, cristianesimo ed islam
di Marina Šerić - Večernji list, 4
settembre 2012
Il mondo contemporaneo come se avesse
dimenticato che un tempo fa esistevano autorita' morali, persone che
con la loro vita e con tutto quello che avevano fatto, hanno ottenuto
il diritto ad intervenire, se necessario, in alcune situazioni,
quando valutano che la situazione e' sfuggita di controllo e che
bisogna intervenire, che possono dire apertamente quello che pensano
e che nessuno di quelli in questione si trovino offesi. Il parere di
tali persone era senz'altro prezioso ed i loro atteggiamenti
raramente avevano provocato controattacchi. Oggi pero', sembra che
quelli che hanno il potere possono fare quello che vogliono e le
conseguenze catastrofiche delle loro opere vengono illustrate come
qualcosa di indispensabile, inevitabile, perfino qualcosa che porti
al bene e al miglioramento.
Due giorni fa, il vescovo sudafricano e
Nobel, Desmond Tutu, feroce lottatore contro l'apartheid e altre
forme di ingiustizia e una personalita' che ha pieno diritto ad
avvertire su quello che e' male e negativo, ha valutato che e'
arrivato l'ultimo momento affinche' Toni Blair e George W. Bush siano
portati davanti alla Corte penale permanente perche', afferma, si
sono serviti di menzogne a fin di sollevare guerre pericolose e
nocive in Iraq ed Afghanistan le quali hanno destabilizzato e diviso
il mondo molto di piu' di qualsiasi altra guerra della recente
storia. Inoltre, Tutu avverte che la giustizia internazionale ha del
tutto criteri storti e doppi e che alcuni lider politici africani ed
asiatici vengono portati davanti alla giustizia e puniti con pene
molto alte per crimini che nella loro dimensione hanno causato
conseguenze molto piu' deboli e di portata molto piu' limitata
rispetto a quelle causate dai due sopranominati.
La diagnosi fatta da Desmond Tutu e' in
effetti completamente esatta e si potrebbe dire che colpisce
l'essenza del problema. Arriva nel momento in cui le conseguenze di
quello che Bush e Blair hanno iniziato nel 2001 e 2002 potrebbero
avere ancora uno o perfino di piu' atti di una tragedia militare che
gia' ha preso centinaia di migliaia di vite umane e ha distrutto il
futuro di alcune generazioni. Possiamo dire che Tutu ha reagito nel
momento in cui e' diventato evidente che il Medio Oriente sta
precipitando in due catastrofi ancora maggiori rispetto a quelle in
Afghanistan e in Iraq. Si tratta prima di tutto della Siria, Iran ed
Israele. Le guerre che potrebbero coinvolgere questi stati potrebbero
trasformare le guerre di Afghanistan e di Iraq in un gattino che
aveva distrutto solo un gomitolo di lana.
Tutu vede la consegna di Bush e Blair
(ci si potrebbe trovare anche Sarkozy a causa della Libya) all'ICC
come ultima possibilita' per correggere qualcosa, per calmare gli
spiriti che hanno quasi irreparabilmente messo in litigio e diviso
l'Oriente e l'Occidente, il cristianesimo e l'islam... Bush e Blair
lui vede come l'incorporazione di tutto quello che ha portato il
mondo odierno in questo stato di odio, divisioni e volonta' di
portare alla guerra le parti contrastanti, si uccidono e si
annientano, ma in tutto cio' trascinano dentro anche molti altri.
Dopo le dichiarazioni dei vertici
politici israeliani che intendono attaccare Iran e i loro impianti
nucleari e che come conseguenza di questo "intervento"
militare si aspettano circa cinquecento morti in Israele, uno che
possiede l'integrita' morale e politica doveva reagire poiche' a
tutti quelli che sono minimamente normali e' chiaro che in questo
conflitto ci potrebbero essere morti a incalcolabili potenziali e
questo potrebbe in gran misura cambiare l'ambiente politico di una
gran parte di questo nostro infelice sassolino che viaggia nel cosmo
e che anche senza queste guerre ha abbastanza guai e divergenze. Tra
le righe della sua lettera pubblicata sull'Observer britannico,
Desmond Tutu lancia un messaggio al mondo che c'e' bisogno di una
generazione nuova di lider forti e fermi, di quelli che avranno una
integrita' morale alta e la responsabilita' politica ed umana alta o
almeno di quelli che abbasseranno umilmente la testa e ammetteranno
di aver sbagliato. Tutu in un certo senso non si rivolge
soltanto ai lider ma anche a noi tutti che eleggiamo questi lider.
Percio' e' arrivato il tempo di occuparci degli aspetti morali di
quelli che guidano i nostri paesi ed il mondo intero.
Traduzione di Marina Szikora
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