Di Marina Szikora [*]
E' fatta! La Croazia è il 28esimo
paese membro dell'Unione Europea. L'evento è stato celebrato con
festeggiamenti nell'intero Paese, in tutte le contee e nei
capoluoghi. La festa centrale è stata quella nella piazza principale
di Zagabria, in presenza di rappresentanti di diversi paesi, tra capi
di Stato, premier e vicepremier, ministri e rappresentanti delle
istituzioni europee. A rappresentare l'Italia c'era il presidente
della repubblica Giorgio Napolitano e la ministro degli Esteri Emma
Bonino per la quale, la presenza a Zagabria ha avuto anche un
significato emotivo e personale, un ricordo delle iniziative
radicali, a partire dalla richiesta dell'integrazione europeo della
Jugoslavia, l'impegno per il riconoscimento dell'indipendenza della
Croazia ma anche della Slovenia e della Bosnia Erzegovina per fermare
l'atroce guerra degli anni '90, l'istituzione del Tribunale
internazionale ed in più il lavoro svolto da commissaria europea
agli aiuti umanitari. Vorrei sottolineare inoltre le parole del
presidente Napolitano nel suo messaggio di congratulazioni alla
Croazia in cui ha detto: "Oggi vogliamo volgere il nostro
sguardo all'avvenire, con sentimenti di gioia per il momento storico
che stiamo per celebrare e di speranza per le prospettive che esso
apre alle nuove generazioni. È questo lo spirito che ci indusse a
sottoscrivere la dichiarazione congiunta dei capi di Stato di Italia
e Croazia a Pola il 3 settembre del 2011, preceduta dalla
partecipazione dei capi di Stato di Italia, Croazia e Slovenia
all'indimenticabile concerto diretto dal maestro Riccardo Muti in
piazza dell'Unità d'Italia a Trieste il 13 luglio 2010. Furono,
quelle occasioni, prove emblematiche del comune impegno per la
sincera amicizia tra i nostri Paesi". Domenica sera quindi, a
Zagabria, prima dei festeggiamenti, vi è stato anche l'incontro
informale tra Ivo Josipović e Giorgio Napolitano nel quale i due
presidenti hanno rilevato gli ottimi rapporti tra i due Paesi
dicendosi felici e pronti per la comune collaborazione all'interno
dell'Ue.
L'ingresso formale nell'Unione Europea
è avvenuto alla mezzanotte in punto quando i fuochi d'artificio
hanno illuminato praticamente tutto il Paese, i cori hanno cantato
prima l"Inno alla Libertà" composto dal poeta croato Ivan
Gundulić di Dubrovnik nel '500 e poi l'“Inno alla Gioia” di
Ludwig Van Beethoven, inno ufficiale dell'UE. Il programma si è
svolto su tre palchi ricoperti da tessuti nel colore blu della
bandiera europea con le esibizioni di 800 artisti. Poco prima di
mezzanotte è intervenuto il presidente della Commissione europea
Jose Manuel Barroso porgendo le sue congratulazioni al nuovo stato
membro in lingua croata: "Avete fatto tornare la Croazia laddove
essa appartiene, nel cuore dell'Europa", ha detto Barroso
rilevando che il Paese è cambiato notevolmente negli ultimi decenni
e che oggi è completamente uno stato democratico. Il benvenuto è
stato espresso anche da parte del vice presidente del governo
irlandese Eamon Gilmore il cui paese da lunedì ha passato la
presidenza di turno europea alla Lituania la cui presidente Dalia
Grybauskaite ha regalato al presidente Josipović la maglietta
europea con il numero 28. Ai presenti si sono rivolti anche il
presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy e il presidente
del Parlamento europeo Martin Schulz il quale ha rilevato che l'UE e
i l processo di integrazione rappresentano un magnete di pace e di
cambiamento. "La Croazia è il pioniere di un vero spirito
europeo. Avete stabilito le istituzioni che si basano sui valori
della democrazia, della riconciliazione e dello stato di diritto",
ha detto il presidente del PE.
"L'Europa era, è e sarà l'idea alla quale apparteniamo"
"La Croazia è un paese di 4
milioni di abitanti che hanno una concezione libera del proprio
Paese, ma questo è innanzitutto un paese di gente razionale che
comprende bene il ruolo del proprio Paese in Europa e nel mondo. Sta
a noi porgere la mano ai Paesi della regione affinché anche essi
possano entrare nella famiglia europea", ha detto il premier
croato Zoran Milanović nel suo intervento al culmine delle
celebrazioni. "L'Europa era, è e sarà l'idea alla quale
apparteniamo. L'Europa è parte cruciale della nostra identità
nazionale, cui apparteniamo non soltanto per la nostra posizione
geografica bensì anche per i valori che dividiamo. La storia del
successo croato è storia di appartenenza comune, fermezza, ambizioni
e visioni", ha detto il presidente croato Ivo Josipović nel suo
intervento di augurio e ringraziamento per la Croazia europea. In
questo grande passo d'ingresso, ormai tutti i rappresentanti politici
stranieri rilevano gli sforzi che sono stati fatti per soddisfare i
criteri europei, sul piano della democrazia, diritti umani,
costruzione delle istituzioni, nel campo della cultura e scienza.
Siamo partiti come un paese giovane, devastato dalla guerra per
arrivare ad un paese che oggi soddisfa tutti i criteri necessari per
l'ingresso nell'Ue.
Il momento dell'ingresso ufficiale
nell'Unione Europea è stato celebrato anche ai confini. Così al
confine di Bregana, verso la Slovenia, il ministro delle Finanze
croato Slavko Linić esattamente a mezzanotte ha tolto l'insegna
della dogana, mentre al confine di Bajakovo, che si trova a 120 km
dalla capitale serba Belgrado, a mezzanotte sono stati accesi i
segnali che indicano al passaggio della frontiera indicano le corsie
separate per i cittadini dell'Ue e per quelli che non lo sono.
Lunedì, come seguito all'ingresso nell'UE, nel centro di Zagabria si
è aperta anche Casa Europa, il luogo dove i cittadini potranno
ricevere tutte le informazioni sull'Unione e sui diritti a loro
riconosciuti come cittadini comunitari. Ad issare le bandiere croata
ed europea sono stati la ministro degli Esteri croata Vesna Pusić e
il commissario europeo all'Allargamento Stefan Fuele, alla presenza
dei vertici eruopei e del premier Zoran Milanović il quale ha
inaugurato la Casa d'Europa. Infine, lunedì anche a Strasburgo,
davanti alla sede del Parlamento europeo, si è svolta una cerimonia
per celebrare l'ingresso della Croazia nell'UE: è stata issata la
bandiera croata insieme a quella europea mentre all'inizio della
plenaria del Parlamento sono stati presentati i 12 eurodeputati
croati.
Nasce il "gruppo degli 8+1" per favorire l'integrazione di tutti i Paesi della Regione
Lunedì 1° luglio, prima giornata
lavorativa “europea”, il presidente croato Ivo Josipović ha
ospitato una colazione di lavoro informale alla quale ha riunito allo
stesso tavolo tutti i presidenti della regione. La Croazia, anche
dopo il suo ingresso nell'UE, vuole sviluppare relazioni di buon
vicinato e si impegnerà per l'ulteriore processo di allargamento
dell'Unione, ha detto il presidente Josipović alla fine della
riunione informale degli "otto", parlando della nuova
iniziativa regionale promossa insieme con il suo collega sloveno
Borut Pahor. Si tratta di un progetto politico ambizioso, vi è
l'idea che questo tipo di riunione sia il primo di una serie di
incontri che si svolgeranno una volta all'anno per discutere di temi
che sono al centro dell'interesse della regione. Allo stesso tavolo
quindi, con Ivo Josipović e il presidente sloveno Borut Pahor, anche
il presidente serbo Tomislav Nikolić, la presidente kosovara Atifete
Jahjaga, il presidente del Montenegro Filip Vujanović, quello
dell'Albania Bujar Nishani, della Macedonia Đorge Ivanov e i membri
della presidenza tripartita della Bosnia Erzegovina, Nebojša
Radmanović, Bakir Izetbegović e Željko Komšić. In questo primo
incontro si è parlato in particolare del processo di allargamento e
della sua dinamica, delle possibilità che offrono progetti comuni,
soprattutto quelli per le infrastrutture. Alle prossime riunioni di
questo tipo, è previsto di volta in volta di estendere l'invito ad
un leader di altri Paesi membri o rappresentanti dell'Unione.
Questa idea autonoma del gruppo 8+1 dei
presidenti Josipović e Pahor è stata accolta bene dagli altri
presidenti della regione ma, secondo le informazioni, avrebbe anche
il sostegno di Germania, Francia, Regno Unito e dei vertici di
Bruxelles. I presidenti croato e sloveno non vogliono essere gli
"avvocati" della regione bensì i promotori: entrambi i
Paesi appoggiano fortemente il processo di allargamento con una
dinamica sensata e sia Josipović, sia Pahor vogliono promuovere
congiuntamente all'interno dell'Ue gli interessi politici, economici
e di sicurezza della regione. Diventando tradizione, questo tipo di
riunioni informali vuole anche cambiare la percezione della regione e
dimostrare la volontà politica di risolvere le questioni attraverso
il dialogo, non sotto pressione dell'Unione ma autonomamente,
dall'"interno". Venti anni fa la Croazia ha vissuto
nell'agonia, devastata dalla guerra e imprigionata dall'odio
regionale dal quale, lunedì, diventando membro dell'Unione Europea,
non soltanto si è svegliata ma ha realizzato il suo sogno del futuro
euroatlantico, ha scritto sul “Financial Times” il vicepresidente
americano Joe Biden. L'ingresso croato nell'Ue aumenta le prospettive
dei suoi vicini che affrontano il rischio di rimanere molto
indietro. Con il tempo i confini dell'Unione dovrebbero unire i paesi
dell'Europa sudorientale, invece di dividerli, afferma ancora Biden.
Però, i vicini croati devono prima prendere decisioni difficili che
consolideranno loro la via verso l'Unione. E' nell'interesse degli
Stati Uniti, della Croazia e dell'Europa che questi Paesi ci
riescano. Non vi è un meccanismo migliore dell'integrazione per
assicurare che i conflitti non continuino. Perciò la Croazia si
impegna che quella stessa gente contro la quale aveva combattuto
possa integrarsi in Europa, prosegue Biden nel suo articolo e
congratulandosi con la Croazia rileva che gli Stati Uniti sono
dedicati alla realizzazione di un obiettivo più grande:
l'integrazione di tutti i Balcani in un'Europa unita, libera e di
pace.
[*] Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 4 luglio a Radio Radicale