DAL SITO DI UNICEF ITALIA: Dati approfonditi sulla condizione dei bambini Rom in Serbia, Bosnia e
Macedonia: lo scarso accesso ai servizi di base ostacola l'inclusione
sociale, urgono politiche e fondi adeguati
Alla vigilia del terzo vertice della Commissione Europea sui Rom ("European Roma Summit") che si terrà domani, 4 aprile 2014, a Bruxelles, l’UNICEF lancia il rapporto "Realizing the Rights of Roma Children and Women" (Realizzare i diritti dei bambini e delle donne rom), che presenta dati su bambini e donne rom di Bosnia-Erzegovina, Macedonia (ex Repubblica Jugoslava) e Serbia.
L’UNICEF richiede ai governi europei di porre stabilmente i bambini al centro delle politiche di inclusione dei Rom.
In
tutta Europa sono stati fatti progressi per realizzare i diritti dei
bambini e delle bambine rom, ma come emerge dal rapporto dell’UNICEF,
ancora molti di essi devono affrontare povertà estrema, esclusione
sociale e forme di discriminazione.
«È tempo che i governi europei traducano in realtà i propri impegni per i minori rom», dichiara Marie-Pierre Poirier,
Direttore UNICEF per l’Europa Centrale e Orientale e per la
Confederazione Stati Indipendenti (CSI). Porier ha sottolineato come
quest’anno - in cui cade il 25° anniversario della Convenzione ONU sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza -
sia l’occasione per valutare cosa è stato fatto e cosa resta ancora da
fare nel cammino verso la realizzazione dei diritti dei bambini Rom.
«Le
promesse ora devono trasformarsi in politiche sociali, e in risorse
economiche per raggiungere direttamente i bambini rom, così che essi
possano sviluppare il loro pieno potenziale. Una delle prime priorità
dovrebbe essere raccogliere dati disaggregati sui bambini. Più dati
avremo a disposizione, migliori saranno le politiche e i controlli a
livello centrale e locale» ha aggiunto Poirier.
Bosnia-Erzegovina, Macedonia e Serbia sono stati tra i primi Stati a raccogliere e a pubblicare dati disaggregati sui bambini rom. «Apprezziamo queste coraggiose iniziative e chiediamo agli altri governi di seguire quest’esempio», ha aggiunto il Direttore regionale dell'UNICEF.
L’UNICEF
raccomanda che venga data priorità agli investimenti per i bambini e i
ragazzi quale contributo necessario per una maggiore coesione sociale e
uno sviluppo sostenibile in Europa, in linea con quanto sancito nella “Strategia 2020 per l‘Europa”.
Rom, tra diritti ed esclusione: i dati principali del rapporto
Malnutrizione: nei primi anni di vita, la percentuale di bambini in Bosnia-Erzegovina che risultano troppo bassi per la propria età (stunting) è di 1 su 5 fra i Rom, il doppio rispetto alla media nazionale (1 su 10).
La percentuale dei bambini rom tra i 6 e i 23 mesi che usufruiscono di un numero minimo di pasti regolari al giorno
è più bassa della media nazionale: 60% dei bambini rom in Bosnia
Erzegovina (rispetto al 72% dei non rom) e il 72% in Serbia (rispetto
alla media nazionale dell'84%).
In tutti e tre i paesi esaminati, i bambini rom hanno molte più probabilità di nascere sottopeso
rispetto agli altri bambini. I bambini rom sotto i 5 anni hanno più
probabilità degli altri di crescere sottopeso e di soffrire di
malnutrizione acuta o cronica.
In Serbia, solo l’8% dei bambini rom tra i 3 e i 4 anni riceve un’istruzione pre-scolare rispetto al 44% degli altri bambini.
In Serbia, i genitori rom che hanno un’istruzione secondaria o superiore, hanno il doppio delle probabilità di prendersi cura responsabilmente dei figli, rispetto
a genitori che non sono mai andati a scuola. Quando i genitori sono più
istruiti, sono anche più coinvolti nella crescita dei propri figli, con
effetti positivi sulla sopravvivenza, la crescita e lo sviluppo dei
bambini.
In Macedonia, il 35% delle ragazze rom frequenta la scuola secondaria, rispetto alla media nazionale dell'84%.
Nei 3 paesi considerati, le famiglie rom hanno meno probabilità di avere servizi igienici o un luogo idoneo per lavarsi le mani, e più probabilità di usare legna per cucinare rispetto alla media nazionale.
Le madri rom che affermano di aver registrato i figli all'anagrafe, ma di non essere in grado di esibire un certificato di nascita sono il 20% in Bosnia-Erzegovina e il 35% in Macedonia e Serbia.
Matrimoni precoci: il
15-16% delle donne rom di età compresa tra i 15 e i 49 anni in
Bosnia-Erzegovina e in Serbia, e il 12% di quelle in Macedonia, si sono sposate prima dei 15 anni:
tassi enormemente superiori rispetto all'analogo dato medio nazionale
(1%). Metà delle donne rom di età compresa tra 20 e 24 anni si sono sposate prima dei 18 anni in tutti e tre i paesi (cinque volte più della media nazionale).
Gravidanze precoci: il 40% delle ragazze rom tra 15 e 19 anni
in Serbia ha partorito o è rimasta incinta, rispetto al 4% delle
ragazze non Rom. Il tasso di gravidanze precoci è del 31% fra le giovani
rom in Bosnia-Erzegovina e del 18% in Macedonia.
In Macedonia e Serbia 4 bambini rom su 5 subiscono punizioni corporali rispetto
a circa il 70% tra i non Rom, mentre in Bosnia-Erzegovina i livelli
sono inferiori al 60% per entrambi i gruppi di riferimento. In tutti e
tre i paesi, fra i Rom, i maschi subiscono più spesso punizioni
corporali rispetto alle ragazze.
In tutti e tre i paesi esaminati, la percentuale di neonati allattati al seno entro un'ora dalla nascita è
più bassa di quanto sarebbe auspicabile, ma è comunque superiore fra i
Rom che non fra i non Rom: riguarda la metà dei neonati rom in
Bosnia-Erzegovina, il 39% in Macedonia, il 10% in Serbia.
Anche i tassi di allattamento al seno fino a uno o due anni di vita risultano più alti tra i bambini rom in tutti e tre i paesi, rispetto agli altri bambini. In Bosnia-Erzegovina la quota di bambini che sono allattati al seno adeguatamente rispetto alla loro età sono il 40% fra i Rom rispetto alla media nazionale del 18%; in Macedonia il tasso è del 43% fra i Rom rispetto al 22% nazionale.
Anche i tassi di allattamento al seno fino a uno o due anni di vita risultano più alti tra i bambini rom in tutti e tre i paesi, rispetto agli altri bambini. In Bosnia-Erzegovina la quota di bambini che sono allattati al seno adeguatamente rispetto alla loro età sono il 40% fra i Rom rispetto alla media nazionale del 18%; in Macedonia il tasso è del 43% fra i Rom rispetto al 22% nazionale.
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