giovedì 17 aprile 2014

SERBIA: VUČIĆ PROSEGUE I COLLOQUI CON I POTENZIALI PARTNER DI GOVERNO

Aleksandar Vucic
Di Marina Szikora
La scorsa settimana si e’ concluso il primo giro di consultazioni del presidente del Partito serbo del progresso e futuro premier, Aleksandar Vučić con tutti i rappresentanti dei partiti politici che hanno oltrepassato la soglia elettorale. Vučić ha annunciato che la Serbia avra’ il nuovo esecutivo il 24 o 25 aprile. I colloqui si sono aperti con l’incontro con il leader dell’Unione degli ungheresi della Vojvodina, Istvan Pastor, a cui Vučić ha esplicitamente offerto di prendere parte nel nuovo governo. In effetti, questa si direbbe l’unica offerta certa resa pubblica. Il giorno dopo vi e’ stato l’incontro con il leader dei socialisti e premier uscente Ivica Dačić. 

A seguito di questo incontro Vučić ha detto che non vuole un governo partitocratico ma che l’obiettivo e’ quello di unire la Serbia e affrontare le difficili riforme. Ha fatto sapere anche che i colloqui con i socialisti proseguiranno a fin di stabilire le modalita’ della loro partecipazione nel futuro governo. “Noi siamo pronti ad intraprendere la nostra parte del lavoro – affinche’ la Serbia non manchi all’occasione ma faccia un passo avanti piu’ grande”, ha detto Dačić dopo l’incontro con Vučić. Infine i colloqui con la delegazione del Nuovo partito democratico guidata da Boris Tadić. Un partito che Tadić lasciando il Partito democratico ha formato poco prima delle elezioni. Su questo incontro, Aleksandar Vučić ha detto che con il Nuovo partito democratico e’ stato raggiunto un livello di accordo significativo sulle questioni cruciali, che si e’ parlato in modo consistente della situazione in Serbia e dei compiti che stanno di fronte al paese, quali riforme sono necessarie per creare una economia sana.

“In Serbia e’ arrivato un momento storico quando e’ necessario che il governo e l’opposizione lavorino unisono sulla soluzione dei problemi sociali ed economici” ha rilevato Tadić, l’ex presidente della Serbia succeduto dopo le ultime elezioni presidenziali da Tomislav Nikolić. Tadić ha aggiunto che il suo partito si comportera’ in sintonia con questa necessita’, nel caso faccia parte della coalizione governativa come anche se rimarra’ in opposizione. Gli obiettivi nazionali e strategici dell’NDS e del Partito serbo del progresso non si differenziano, mentre la presenza del Partito socialista serbo sarebbe controproducente, ha detto Boris Tadić e ha osservato che il socialisti non possono in alcun modo dare un contributo positivo al futuro governo serbo. “Se nel 2008 il Partito socialista serbo e’ stato utile per arrivare ad un accordo di orientamento strategico per l’integrazione della Serbia nell’Ue, oggi lo stesso partito non puo’ in alcun modo apportare un contributo nel processo negoziale con cui si realizza un tale obiettivo” ha concluso Tadić.

Per quanto riguarda il nuovo parlamento della Serbia insediatosi il 16 aprile, esso e’ composto da 158 deputati della lista del Partito serbo del progresso, 44 della lista guidata dal Partito socialista serbo, 19 della lista del Partito democratico, 18 della lista del Nuovo partito democratico con i Verdi, sei della lista dell’Unione degli ungheresi della Vojvodina, tre dello SDA del Sangiaccato e due del PDD di Riza Halimi.

La stampa di Belgrado in questo periodo e’ piena di speculazioni su quello che potrebbe essere la composizione del futuro governo. Cosi’ in questi giorni si specula che per quanto riguarda la coalizione guidata dai socialisti, l’unico nome sicuro a far parte dell’esecutivo e’ quello del leader socialista e premier uscente Ivica Dačić. Gli attribuiscono come possibili incarichi, il ministero della difesa o gli esteri. Ma a guidare la diplomazia serba, sempre secondo i media, ci potrebbero essere anche il leader del Nuovo partito democratico Boris Tadić oppure persino il presidente del Movimento serbo per il rinnovamento (SPO) Vuk Drašković. Non si dovrebbe sentir preoccupato Rasim Ljajić, che secondo le stesse dichiarazioni di Vučić, sara’ di sicuro nel suo governo.Boris Tadić pero’ ribadisce la sua posizione espressa durante l’incontro con i massimi vincitori: se verra’ decisa la partecipazione dei socialisti nel prossimo governo, allora in questo esecutivo i nuovi democratici non vogliono prendere parte.

Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale

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