Aleksandar Vucic |
Di Marina Szikora
La scorsa settimana si e’ concluso il
primo giro di consultazioni del presidente del Partito serbo del
progresso e futuro premier, Aleksandar Vučić con tutti i
rappresentanti dei partiti politici che hanno oltrepassato la soglia
elettorale. Vučić ha annunciato che la Serbia avra’ il nuovo
esecutivo il 24 o 25 aprile. I colloqui si sono aperti con l’incontro
con il leader dell’Unione degli ungheresi della Vojvodina, Istvan
Pastor, a cui Vučić ha esplicitamente offerto di prendere parte nel
nuovo governo. In effetti, questa si direbbe l’unica offerta certa
resa pubblica. Il giorno dopo vi e’ stato l’incontro
con il leader dei socialisti e premier uscente Ivica Dačić.
A
seguito di questo incontro Vučić ha detto che non vuole un governo
partitocratico ma che l’obiettivo e’ quello di unire la Serbia e
affrontare le difficili riforme. Ha fatto sapere anche che i colloqui
con i socialisti proseguiranno a fin di stabilire le modalita’
della loro partecipazione nel futuro governo. “Noi siamo pronti ad
intraprendere la nostra parte del lavoro – affinche’ la Serbia
non manchi all’occasione ma faccia un passo avanti piu’ grande”,
ha detto Dačić dopo l’incontro con Vučić. Infine i colloqui con la delegazione
del Nuovo partito democratico guidata da Boris Tadić. Un partito che
Tadić lasciando il Partito democratico ha formato poco prima delle
elezioni. Su questo incontro, Aleksandar Vučić ha detto che con il
Nuovo partito democratico e’ stato raggiunto un livello di accordo
significativo sulle questioni cruciali, che si e’ parlato in modo
consistente della situazione in Serbia e dei compiti che stanno di
fronte al paese, quali riforme sono necessarie per creare una
economia sana.
“In Serbia e’ arrivato un momento
storico quando e’ necessario che il governo e l’opposizione
lavorino unisono sulla soluzione dei problemi sociali ed economici”
ha rilevato Tadić, l’ex presidente della Serbia succeduto dopo le
ultime elezioni presidenziali da Tomislav Nikolić. Tadić ha
aggiunto che il suo partito si comportera’ in sintonia con questa
necessita’, nel caso faccia parte della coalizione governativa come
anche se rimarra’ in opposizione. Gli obiettivi nazionali e
strategici dell’NDS e del Partito serbo del progresso non si
differenziano, mentre la presenza del Partito socialista serbo
sarebbe controproducente, ha detto Boris Tadić e ha osservato che il
socialisti non possono in alcun modo dare un contributo positivo al
futuro governo serbo. “Se nel 2008 il Partito socialista serbo e’
stato utile per arrivare ad un accordo di orientamento strategico per
l’integrazione della Serbia nell’Ue, oggi lo stesso partito non
puo’ in alcun modo apportare un contributo nel processo negoziale
con cui si realizza un tale obiettivo” ha concluso Tadić.
Per quanto riguarda il nuovo parlamento
della Serbia insediatosi il 16 aprile, esso e’ composto da 158
deputati della lista del Partito serbo del progresso, 44 della lista
guidata dal Partito socialista serbo, 19 della lista del Partito
democratico, 18 della lista del Nuovo partito democratico con i
Verdi, sei della lista dell’Unione degli ungheresi della Vojvodina,
tre dello SDA del Sangiaccato e due del PDD di Riza Halimi.
La stampa di Belgrado in questo periodo
e’ piena di speculazioni su quello che potrebbe essere la
composizione del futuro governo. Cosi’ in questi giorni si specula
che per quanto riguarda la coalizione guidata dai socialisti, l’unico
nome sicuro a far parte dell’esecutivo e’ quello del leader
socialista e premier uscente Ivica Dačić. Gli attribuiscono come
possibili incarichi, il ministero della difesa o gli esteri. Ma a
guidare la diplomazia serba, sempre secondo i media, ci potrebbero
essere anche il leader del Nuovo partito democratico Boris Tadić
oppure persino il presidente del Movimento serbo per il rinnovamento
(SPO) Vuk Drašković. Non si dovrebbe sentir preoccupato Rasim
Ljajić, che secondo le stesse dichiarazioni di Vučić, sara’ di
sicuro nel suo governo.Boris Tadić pero’ ribadisce la sua
posizione espressa durante l’incontro con i massimi vincitori: se
verra’ decisa la partecipazione dei socialisti nel prossimo
governo, allora in questo esecutivo i nuovi democratici non vogliono
prendere parte.
Il testo è tratto dalla trascrizione
della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale
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