Ma pesa l'incertezza della situazione
in Ucraina e il conflitto sempre più aspro tra Kiev e Mosca
Lo stemma della Transdnistria |
Mentre la diplomazia al lavoro per
cercare di impedire che la situazione in Ucraina possa precipitare in
una guerra civile, si cerca di disinnescare anche altri possibili
focolai di conflitto nella regione, come quello della Transdnistria.
Un nuovo round di negoziati per cercare di risolvere la questione tra
la Moldova e la sua regione separatista, a maggioranza russa al
confine con l'Ucraina potrebbe tenersi il prossimo maggio. E' quanto
ha dichiarato alla France Presse l'Organizzazione per la sicurezza e
la cooperazione in Europa (Osce), che ha il compito di gestire i
colloqui tra le due parti che si tengono nel formato 5+2 con la
partecipazione di Moldova, Romania, Transdnistria, Ucraina e Russia,
con l'Unione Europea e gli Stati uniti nel ruolo di osservatori.
"Speriamo veramente di decidere la prossima settimana una
sessione di negoziati a maggio", ha detto Jennifer Brush, capo
della missione Osce in Moldova.
La Transdnistria, una striscia di
territorio a est del fiume Dnestr, stretta tra Moldova e Ucraina. La
regione, che faceva parte della Repubblica Socialista Sovietica
Moldava (una delle repubbliche che componevano l'Unione Sovietica),
dichiarò unilateralmente la propria indipendenza il 2 settembre del
1990. Dal marzo al luglio 1992 la regione fu teatro di un conflitto
armato terminò con un cessate il fuoco, garantito da una commissione
tripartita tra formata da Russia, Moldavia e Transdnistria, e la
creazione di una zona demilitarizzata comprendente 20 località a
ridosso del fiume Dnestr. Di fatto la Transdnistria oggi uno stato
indipendente non riconosciuto però dai Paesi membri dell'ONU,
nemmeno dalla Russia, anche se Mosca ne ha fatto un suo satellite. Il
governo ha sede nella città di Tiraspol. Il 18 marzo scorso ha
chiesto l'adesione alla Russia in seguito all'annessione unilaterale
della Crimea. Interrotto per sei anni, il dialogo è ripreso nel
2010, ma il nuovo ciclo di negoziati che avrebbe dovuto aver luogo in questi
giorni non c'è stato.
La rappresentante dell'Osce in Moldova
ha spiegato che che la mancata effettuazione del nuovo ciclo di
colloqui è stato dovuto a una legge moldava che avrebbe danneggiato
l'industria della Transdnistria. "Questa legge è stata ritirata
e non c'è dunque ragione per cui un nuovo ciclo negoziale non abbia
luogo", ha affermato il capo della missione Osce che ha però
anche riconosciuto che l'instabilità nella vicina Ucraina e il
conflitto tra Kiev e Mosca rappresentano un fattore d'incertezza nel processo
negoziale. Tuttavia "noi stimiamo che le due parti, i mediatori
e gli osservatori, siano per il proseguimento dei negoziati, quindi
ritengo che non ci saranno ostacoli", ha detto ancora Brush.
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