Da Mosca in arrivo investimenti nelle
infrastrutture, le banche russe offrono ai serbi conti correnti in
rubli e il favore per l'Ue è ai minimi storici
Di Marina Szikora, corrispondente di
Radio Radicale
La sentenza di assoluzione definitiva
per i generali croati Ante Gotovina e Mladen Markač, pronunciata dal
Tribunale dell'Aja che giudica i crimini di guerra in ex Jugoslavia,
era prevedibile poiche' sia nel loro caso, come in quello analogo
dell'ex comandante dell'Uck ed ex premier kosovaro Ramush Haradinaj,
si tratta dei tentativi problematici dell'ex procuratore capo del
Tpi, Carla del Ponte, di condannare i rappresentanti di tutti i
gruppi etnici, ha dichiarato Geoffrey Nice, altro ex procuratore
dell'Aja e stretto collaboratore della Del Ponte. Secondo Nice, le
sentenze di assoluzione in un certo modo sono la conferma
dell'obiettivita' del Tribunale e dovrebbe invece preoccupare se
tutti gli imputati fossero stati condannati. In una intervista al
quotidiano di Sarajevo 'Dnevni avaz', Nice ha ricordato che anche
l'ex presidente serbo Milan Milutinović e' stato assolto, ma questo
fatto e' passato a Priština senza una grande attenzione mediatica.
Commentando il caso di Gotovina e Markač, Nice ha detto che
semplicemente non sono stati trovati elementi sufficienti per una
condanna, poiche' la procura ha commesso degli errori fondamentali.
Per il Tpi e' ormai troppo tardi per provare a correggere tutte le
irregolarita' che sono conseguenza del mandato di otto anni di Carla
del Ponte, ha concluso Geoffrey Nice.
Dopo l'assoluzione di Ramush Haradinaj,
Bruxelles ha invitato la Serbia ed il Kosovo a continuare il processo
di riconciliazione e non permettere che il passato incida sul loro
futuro. Le sentenze, secondo gli analisti, hanno però contribuito al
rafforzamento del nazionalismo. Il portavoce del commissario europeo
Peter Stano, ha dichiarato alla Deutsche Welle che "la
Commissione europea e' informata della sentenza del Tribunale
dell'Aja nel caso di Ramush Haradinaj ma non commenta le sentenze. La
Commissione ribadisce pero' il suo appoggio a tutte le parti e ai
suoi partner nella regione al fine di proseguire con la
riconciliazione e il rafforzamento delle relazioni di buon vicinato".
Dal Parlamento europeo è arrivato l'appello alle autorita' e alla
societa' civile in Serbia di guardare al futuro per il benessere del
Paese e dei suoi cittadini. Naturalmente, bisogna continuare ad
occuparsi della questione degli scomparsi e delle vittime della
guerra, ma è necessario che prosegua il dialogo tra Serbia e Kosovo
che e' iniziato bene, ha detto la relatrice del PE per il Kosovo,
Ulrike Lunachek. Il relatore per la Serbia, l'europarlamentare
sloveno Jelko Kacin, non ha voluto commentare le sentenze dell'Aja ma
ha osservato che ormai sono definitive ed evidentemente non sono
state trovate prove sufficienti. Il principale messaggio in questo
momento, ha rilevato Kacin, e' che i paesi nella regione - e qui si
intende sia la Serbia che il Kosovo - devono lavorare fermamente alla
riconciliazione e alla collaborazione. Cio' significa che bisogna
dare anche una risposta chiara a tutti quelli che ancora stanno
cercando i loro scomparsi perche' questa e' l'unica via che porta
verso il futuro, ha concluso.
Intanto in Serbia mentre da una parte
cresce la rabbia a causa dell'assoluzione di Haradinaj, Gotovina e
Markač, dall'altra il favore all'ingresso nell'Ue è sceso ai minimi
storici. Al tempo stesso, dalla Russia, paese tradizionalmente amico,
arrivano crediti per il rinnovamento delle infrastrutture, in
particolare per le ferrovie, mentre nel paese, secondo quanto
scrivono i media croati, circola anche valuta russa. Alcuni giorni
fa, il presidente del Consiglio nazionale serbo per la collaborazione
con il Tribunale dell'Aja, Rasim Ljajić, commentando la sentenza sul
caso Haradinaj, ha detto che l'opinione pubblica serba ha il diritto
ad essere infuriata. Dopo lo shock che ha provocato l'assoluzione di
Gotovina e Markač, la liberazione di Haradinaj e' stata soltanto il
sale sulla ferita e ha fatto emergere nuovamente le frustrazioni che
fanno crescere la convinzione che il Tribunale dell'Aja sia stato
istituito soltanto per condannare i serbi. Cosi' mentre cresce
l'avversione nei confronti dell'Occidente, l'influenza della Russia
si fa sempre piu' forte. Secondo l'opinione di molti esperti, il
principale motivo del riavvicinamento di Belgrado a Mosca sta negli
investimenti: la Serbia, infatti, ha urgentemente bisogno di aiuti
per esempio per la ristrutturazione della disastrata rete
ferroviaria. Il ministro delle finanze russo ha dichiarato che la
Russia ha approvato un credito alla Serbia di 800 milioni di euro per
un periodo di cinque anni ad un interesse del 4,1%. Il credito
servira' alla costruzione di nuove linee ferroviarie e alla
ristrutturazione di quelle già esistenti. Le compagnie russe saranno
rappresentate al 70% rispetto al 30 percento di quelle serbe.
Per quanto riguarda la valuta russa, la
Volksbank in Serbia ha offerto la possibilita' di transazioni
finanziarie in rubli. I clienti potranno inoltre aprire i conti in
rubli e anche le opzioni di risparmio potranno essere in valuta
russa. Dopo la visita del presidente Tomislav Nikolić a Mosca, lo
scorso settembre, molti interpretano le nuove iniziative come un
segno che l'opzione europea sta passando in secondo piano. Per quanto
riguarda il Kosovo, le analisi politiche confermano che la Serbia
continua a portare avanti la politica "Sia il Kosovo che l'Ue",
anche se lo stesso vicepresidente del governo serbo, Aleksandar
Vučić, ha ammesso che ogni soluzione relativa al Kosovo sara'
dolorosa. Se il Consiglio europeo, il prossimo 10 dicembre, valutera'
che la Serbia rispetta gli accordi con Priština, si potrebbe
immaginare l'inizio dei negoziati di adesione nella prima meta' del
2013, ma questo sara' possibile soltanto se Belgrado applicherà
tutti gli accordi firmati finora con Priština.
[*] Il testo è tratto dalla
corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in ondail 6 dicembre a Radio Radicale
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