Di Marina Szikora [*]
La Serbia ha bisogno di una politica
unica e stabile affinche' possa avanzare verso l'Unione Europea
proteggendo pero' i propri interessi nazionali: lo ha detto il
premier serbo Ivica Dačić da Bruxelles. Il dialogo tra Belgrado e
Priština, i nuovi passi ed altri problemi nella realizzazione
dell'accordo sulla comune amministrazione dei confini sono stati tra
i temi di colloquio tra il capo della diplomazia europea, Catherine
Aschton, ed il premier serbo la settimana scorsa a Bruxelles,
scrivono i media serbi. La posizione della Serbia e' che fino al
proseguimento del dialogo con Priština sulla questione doganale si
deve attuare l'accordo raggiunto durante l'ultima tappa dei colloqui
tra Belgrado e Priština, vale a dire che non ci siano i pagamenti
doganali per la merce che si trasporta al nord del Kosovo. Dačić ha
precisato che la Serbia insiste affinche' fino al 10 gennaio
prossimo, quando proseguiranno i colloqui sulle tassi doganali e la
decisione a chi andranno gli importi, non ci siano le tassi doganali
per la mercie destinata al nord del Kosovo. "Devo dire che sono
molto soddisfatto di come si discute sulla Serbia oggi a Bruxelles.
Penso che la Serbia non ha mai avuto un tono piu' adeguato quando si
parla del nostro Paese. Si e' aperta una possibilita' reale che la
Serbia nei prossimi sei mesi, in base al parere che verra' espresso
il prossimo marzo, inizi i negoziati di adesione all'Ue", ha
detto Dačić. Secondo le sue parole, davanti alla Serbia vi e' una
grande possibilita', ma se essa non viene sfruttata potrebbe seguire
un blocco piuttosto lungo del cammino europeo della Serbia. Per tal
motivo, Dačić invoca una politica unica e stabile che significa
proseguire il cammino europeo, ma al tempo stesso proteggere gli
interessi nazionali e statali.
Intanto, il presidente del Parlamento
Europeo, il tedesco Martin Schultz, sottolinea che il nuovo governo
della Serbia sta facendo molto affinche' siano evitate le tensioni
relative alla questione Kosovo e questo merita riconoscimento, scrive
il giornale serbo 'Večernje novosti'. Il presidente del PE rileva
che le condizioni per l'ingresso della Serbia all'Ue sono definite
chiaramente e sottolinea che adesso bisogna aspettare la prossima
valutazione della Commissione europea prevista per la prossima
primavera. Schultz valuta che il prossimo giugno, come un termine per
iniziare i negoziati, non e' un obbiettivo impossibile. "Gia' in
base all'ultima visita di Angela Merkel a Belgrado si poteva vedere
che la Germania resta molto scettica per quanto riguarda
l'avanzamento della Serbia. Naturalmente, vi e' il ruolo delle
relazioni tra la Serbia ed il Kosovo. Secondo la mia opinione, il
governo della Serbia non ha contribuito a maggiori tensioni. Ritengo
che questo bisogna sottolinearlo", ha precisato Martin Schultz a
'Večernje novosti' e ha ammesso di essere stato anche lui all'inizio
molto scettico a proposito del nuovo presidente Tomislav Nikolić e
del nuovo governo serbo. Adesso pero', il presidente del PE ammette
di essersi sbagliato. L'attuale governo tedesco continua pero' ad
essere sospettoso, spiega Schultz, ma per quanto lo riguarda si
aspetta il prossimo rapporto della Commissione europea
sull'avanzamento e il rapporto del PE. Schultz rileva che adesso
davanti alla Serbia vi e' un ruolo importante: essa puo' essere un
fattore di stabilita' nella regione balcanica. Il ridimensionamento
delle tensioni tra Kosovo e Serbia e' sempre un contributo in piu' a
questo obbiettivo. Tuttavia, avverte il presidente del PE, le
relazioni tra i due paesi restano estremamente delicate e difficili e
ogni passo e ogni parola pronunciata rappresentano un rischio.
[*] Corrispondente di Radio Radicale.
Il testo è tratto dalla puntata di Passaggio a Sud Est andata in
onda oggi.
Nessun commento:
Posta un commento