domenica 9 dicembre 2012

CORRUPTION PERCEPTION INDEX 2012: EUROPA SUD ORIENTALE ANCORA INSUFFICIENTE

Cipro e Slovenia sono i Paesi meno corrotti tra quelli dell'Europa sud orientale, mentre la maglia nera va a Kosovo e Albania. Tutti gli altri non fanno comunque una gran bella figura, ma sono in buona compagnia perché insieme a loro c'è qualche Paese che in teoria dovrebbe essere più “evoluto”, come l'Italia. Sono i dati che emergono dal Corruption Perception Index 2012, l’Indice di percezione della corruzione che classifica più di 180 Paesi del mondo per verificare il livello di corruzione nel settore pubblico, elaborato da Transparency International e presentato in Italia lo scorso mercoledì 5 dicembre a Milano. La classifica riflette il livello di corruzione percepito da imprenditori ed esperti: il valore 100 indica la maggiore pulizia nelle attività d’impresa, mentre al contrario lo 0 indica il massimo di corruzione.

I paesi meno corrotti del mondo sono Nuova Zelanda, Danimarca e Finlandia, primi a pari merito nella classifica generale 2012 con un indice di 90. All’estremo della lista i peggiori posti al mondo quanto a corruzione sono l’Afghanistan, la Corea del Nord e la Somalia, anche loro tutti a pari merito a 174. Per quanto riguarda l'Europa sud orientale e balcanica, il Paese più virtuoso è la Repubblica di Cipro, che si piazza al 29° posto davanti alla Slovenia al 37° e a Malta in 43° posizione. Seguono, nell'ordine, Turchia (54), Croazia (62), Romania (66), Macedonia (69), Bosnia Erzegovina (in 72a posizione insieme all'Italia), Bulgaria e Montenegro (75), Serbia (80), Grecia e Moldavia (94). Chiudono questa classifica nella classifica, come dicevo, il Kosovo al 105° posto e l'Albania al 113°. I Paesi dell'Europa sud orientale e balcanica, dunque, in maggioranza non raggiungono la sufficienza.

La corruzione, l'opacità del mercato, la scarsa integrità dei funzionari pubblici, la debolezza dei controlli, non sono solo una questione di moralità e di eticità di chi ha responsabilità di governo della cosa pubblica a tutti i livelli, ma mimano la credibilità stessa di un Paese, allontanano gli investimenti, inquinano il mercato e finiscono per avere un impatto devastante sull'economia e quindi sullo sviluppo. Nella attuale situazione è facile possa instaurarsi un meccanismo perverso per cui la povertà aumenta le occasioni di corruzione che a loro volta ingenerano nuova povertà, in un circolo vizioso sempre più difficile da scardinare. Non a caso lo studio di Transparency International nota che la corruzione colpisce particolarmente nei Paesi che più risentono dalla crisi economica e finanziaria. E' possibile però spezzare la spirale del malaffare affermando sempre più i diritti di cittadinanza e che i cittadini per primi si sentano protagonisti del contrasto alla corruzione.

Il Corruption Perception Index 2012 è stato calcolato da Transparency International sui dati forniti da istituzioni internazionali come il World Economic Forum, Freedom House, la Economist Intelligence Unit, l'Institute for Management Development, la Bertelsmann Foundation e le agenzie di analisi IHS Global Insight e Political Risk Services. Il CPI 2012 non è confrontabile con quelli precedenti perché l’indice è stato totalmente rinnovato elaborando un nuovo metodo di calcolo. 

E' possibile scaricare il nuovo indice ed altro materiale dal sito di Transparency International Italia

Precisazione
Nella fretta ho fatto un po' di confusione.
Al secondo paragrafo il numero 174 attribuito a Afghanistan, Nord Corea e Somalia si riferisce alla posizione in classifica, cioè l'ultima, e non all'indice del CPI essendo appunto 100 il massimo positivo.
Allo stesso modo, i numeri attribuiti ai Paesi citati si riferiscono tutti alla loro posizione nella classifica di Transparency International e non al loro inidice di corruzione.


2 commenti: