giovedì 15 maggio 2014

IL NEO PREMIER SERBO SCEGLIE SARAJEVO PER IL PRIMO VIAGGIO ALL'ESTERO

Il premier serbo Vucic e quello bosniaco Bevanda
Di Marina Szikora
“Sono arrivato in visita in Bosnia Erzegovina come amico e come rappresentante di un paese che rispetta l'integrita' territoriale e la sovranita' e vuole che i due paesi collaborino con successo”: queste le parole del neo premier serbo Aleksandar Vučić, arrivato martedi' a Sarajevo, sua prima visita ufficiale in veste di nuovo premier della Serbia. Vučić ha detto che la Serbia e la Bosnia Erzegovina sono i partner piu' importanti. Giunto a Sarajevo su invito del presidente del Consiglio dei ministri, Vjekoslav Bevanda, Vučić ha illustrato l'interesse della Serbia per la Bosnia con la costante crescita dello scambio commerciale tra i due paesi. Il premier serbo ha aggiunto che la Serbia si aspetta dalla Bosnia l'eliminazione delle norme discriminatorie relative all'importazione di bevande, vino e tabacco trinciato e ha ricordato che la Serbia dal 2012 ha investito in Bosnia 842,4 milioni di euro.

C'e' da dire che una parte dei media in Bosnia Erzegovina ha accolto l'annuncio della visita di Vučić con estrema riservatezza ricordando il suo passato al tempo della guerra ,come ad esempio le dichiarazioni in cui invitava all'uccisione dei musulmani. Hanno avvertito inoltre che sulle pagine web del Partito serbo del progresso di cui Vučić e' il leader, ancora pochi giorni fa c'erano documenti programmatici in cui si annunciava la possibilita' dell'unificazione della Serbia e con la Republika Srpska, l'entita' a maggioranza serba della Bosnia. Cosi' alcuni media bosniaci ricordano che soltanto dall'inizio di questa settimana e' stata tolta la parte del programma dello scorso febbraio in cui di diceva che “l'avvicinamento politico e l'unita' economica con la RS rappresenta una politica reale che nel futuro, in modo pacifico e rispettando la volonta' del popolo, creera' le condizioni per formare uno stato comune e unitario del popolo serbo e di tutti gli altri cittadini che vivono sul territorio della Serbia e della RS”.

Adesso comunque, per voce del nuovo premier, abbiamo potuto sentire dichiarazioni di tutt'altro tipo. In vista del suo viaggio a Sarajevo, Vučić ha dichiarato che in Serbia non esiste odio verso i vicini e ha sottolineato che la Serbia appoggia l'integrita' della Bosnia: “Io sono serbo, amo la Serbia, ma rispetto, apprezzo e auguro molto successo alla Bosnia. Voglio che la Bosnia sia amica della Serbia e voglio che lo senta ogni bosgnacco e ogni croato come vorrei che ogni serbo della Serbia abbia questo tipo di sentimento verso la Bosnia”, ha detto Vučić in una intervista all'emittente Al Jazeera Balkans. Il premier serbo ha smentito le affermazioni di alcuni media di Sarajevo secondo i quali nel programma del suo partito si indica come obiettivo la formazione di uno stato unitario tra Serbia e Republika Srpska di Bosnia. Vucic ha valutato che nel futuro i conflitti non saranno possibili e ha rilevato che in Serbia non vi e' piu' l'odio verso i vicini e che il costante guardare al passato puo' fare soltanto dei danni a tutti.

Il premier della Bosnia Erzegovina, Vjekoslav Bevanda, da parte sua ha valutato i suoi colloqui con Vučić e con i suoi collaboratori come colloqui di “profondo rispetto, ma senza complessi e con molte cose concrete”. “La collaborazione regionale innanzitutto”, ha detto Bevanda esprimendo l'aspettativa “che ci sara' una collaborazione economica piu' concreta tra i due paesi”, aggiungendo che presto verra' deciso se una seduta congiunta dei due esecutivi verra' fissata prima delle elezioni parlamentari in Bosnia, previste per il prossimo ottobre. Bevanda ha precisato che la definizione dei confini tra i due stati e la secessione della RS restano questioni aperte che devono essere risolte nel futuro: “Noi abbiamo bisogno di comprensione e rispetto, quanto in tutto questo ci sara' amore, a ognuno di noi la scelta”, ha detto Bevanda. Secondo il quotidiano di Belgrado 'Blic' i cittadini di Sarajevo hanno accolto favorevolmente la prima visita ufficiale del premier Vučić nel loro paese perche', come dicono, approvano il dialogo dei due stati, la pace e la normalizzazione delle relazioni personali.

La delegazione serba guidata dal premier Aleksandar Vučić ha incontrato anche i rappresentanti dell'Assemblea parlamentare della Bosnia Erzegovina. Božo Ljubić, primo vicepresidente della Camera, ha detto di apprezzare particolarmente il fatto che il nuovo premier serbo ha scelto la Bosnia come prima destinazione all'estero dopo la recente vittoria alle elezioni e dopo aver assunto l'incarico di premier. “Questo ci dice quanto la Bosnia sia importante per la Serbia come partner e come vicino. Tema principale dei nostri colloqui, oltre alle questioni politiche aperte, e' stata la futura collaborazione sul cammino europeo perche' la prospettiva europea e' comune ad entrambi i paesi” ha detto Ljubić a fine incontro esprimendo speranza che la Serbia appoggera' il cammino europeo della Bosnia Erzegovina.

Durante l'incontro con il ministro degli Esteri bosniaco, Zlatko Lagumdžija e' stato rilevato che i rapporti tra i due paesi si sono normalizzati negli ultimi anni e, come detto dal capo della diplomazia bosniaca, e' arrivato finalmente il momento di occuparsi di cooperazione economica e pratica. Secondo Lagumdžija l'incontro e stato particolarmente incentrato sui nuovi fondi Ipa, che sono gli strumenti di pre-accesso dell'Ue, destinati a progetti regionali nei Balcani occidentali.
Rispetto a tutti gli altri media in Serbia che si dicono essere in piena funzione del partito governativo, il Partito serbo del progresso, il quotidiano 'Danas', all'indomani della visita di Vučić a Sarajevo osserva che “il rispetto dell'integrita' territoriale della Bosnia, nonche' della Republika Srpska, il rilievo delle relazioni di amicizia della Serbia verso la Bosnia ma anche il rifiuto di una chiara posizione verso il passato personale durante la guerra degli anni novanta, sono i principali messaggi della visita ufficiale del premier Aleksandar Vučić a Sarajevo”.

Alla domanda dei giornalisti su chi sia il vero Aleksandar Vučić – se il nazionalista degli anni Novanta oppure quello che pochi giorni fa ha detto che niente puo' distruggere la Bosnia Erzegovina - aggiunge 'Danas', il premier serbo ha risposto che molti non hanno capito quali sono i cambiamenti nel mondo e nella regione e che non ha intenzione ne' di lusingare il pubblico bosniaco come nemmeno di rispondere alle speculazioni mediatiche. Il premier ha detto, prosegue 'Danas', che anche lui potrebbe occuparsi del passato politico di molti in BiH ma questo non gli passa per la mente: “I rappresentanti della Bosnia vengono eletti dal popolo”, ha detto Vučić sottolineando che lui rispetta il popolo bosniaco e le sue scelte. “Ci sono persone che hanno perdonato se stessi dieci volte, e agli altri nemmeno una. Non voglio far parte di questa gente”, ha concluso Vučić.

Vuk Bačanović, vice capo redattore del giornale di Sarajevo 'Dani' ha valutato per il quotidiano serbo 'Danas' che l'importanza della visita di Vučić a Sarajevo e' stata “troppo gonfiata”. E' chiaro che in questo momento Vučić non vuole dare l' immagine di qualcuno che  si inginocchia e chiede scusa, cosicche' tutti quelli che si aspettavano grandi parole, molto probabilmente sono rimasti delusi. E' indicativo pero' che Vučić, in vista della sua visita a Sarajevo, abbia ordinato la cancellazione del contestato capitolo del programma del Partito serbo del progresso in cui si parla di creare le precondizioni per l'unificazione della Republika Srpska e con la Serbia, ha aggiunto Bačanović. Secondo la sua opinione e' altrettanto importante il fatto che la prima visita di Vučić in Bosnia non sia stata quella di Banjaluka, capoluogo della RS, e con questo e' stato mandato un forte messaggio che nessuno giochera' con i confini nei Balcani e che la Serbia, per adesso, limitera' la sua influenza a quello che viene suggerito da Bruxelles, e molto evidentemente da Berlino.

Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale

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