Il neo-premier serbo Aleksandar Vucic |
“Vi propongo di lavorare per il bene del popolo, dei cittadini, non si tratta soltanto delle nostre vite bensi’ delle vite delle future generazioni, spero che tra quattro anni ci troveremo in questa sala orgogliosi di quello che abbiamo fatto” ha detto il neo premier del governo serbo, Aleksandar Vučić rivolgendosi ai membri del suo nuovo esecutivo nel Parlamento della Serbia. Da domenica scorsa, quindi, la Serbia ha il nuovo esecutivo guidato da Aleksandar Vučić e composto da 16 ministri di cui tre sono anche vicepresidenti e due sono ministri senza portofoglio. A favore del governo hanno votato 198 di 250 deputati, 23 sono stati gli astenuti. Nel suo discorso durato ben tre ore prima della votazione, Vučić ha annunciato le riforme che passeranno all’esame del parlamento per creare un ambiente di mercato favorevole, sradicare la corruzione e sollecitare gli investimenti in Serbia.
Le riforme economiche, lo sviluppo del settore privato e il consolidamento del bilancio sono i tre compiti cruciali del futuro governo serbo, ha detto Vučić presentando il suo programma e la sua squadra di ministri. Il neo premier ha rilevato che il programma del suo esecutivo non avra’ molte promesse ma avra’ molta audacia e fermezza per far cambiare il modo di ragionamento in Serbia. Ha invitato i deputati di “lavorare giorno e notte in parlamento” fino al 15 luglio a fin di promulgare al piu’ presto il pacchetto di nuove leggi che secondo lui saranno cruciali per l’adattamento dell’economia serba al 21-esimo secolo. Vučić ha annunciato tagli drastici dei privilegi di molti funzionari nelle istituzioni statali. Le pensioni non verranno ridotte finche’ non si cerchera’ di diminuire il deficit con altri metodi e si risparmiera’ con la riduzione dei salari del 10 per cento nel settore pubblico. I ministeri non saranno piu’ feudi politici dove nessuno e’ responsabile del proprio lavoro e il lavoro dei ministri sara’ analizzato ogni sei mesi. Quelli che risulteranno poco operativi saranno sostituiti, ha avvertito Vučić.
Per Zoran Đilas invece, lider del Partito democratico, il partito in opposizione, la Serbia non ha un nuovo governo bensi’ un governo ristrutturato in cui e’ avvenuto il cambio dei posti di premier e primo vicepresidente del governo. Đilas afferma che nel nuovo governo non ci sono molte persone nuove e che si e’ arrivati a quello che si offriva di cambiare anche senza le elezioni, vale a dire che Vučić diventasse premier mentre l’ex premier Dačić ottenesse l’incarico di primo vicepresidente del governo, cosa che in effetti e’ avenuta a seguito di queste elezioni anticipate in Serbia. Ivica Dačić, oltre ad essere primo vicepresidente del governo adesso e’ anche il nuovo ministro degli esteri serbo.
“La Serbia ha un ruolo chiave nell’Europa sudorientale e per questo mi aspetto che continui a contribuire alla stabilita’, collaborazione e riconciliazione nella regione”, e’ il messaggio del presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso nella sua lettera di congratulazioni al nuovo premier. Barroso ha invitato Vučić di continuare “gli sforzi coraggiosi” a fin della normalizzazione delle relazioni con Priština e ha ricordato la necessita’ che l’avanzamento nel dialogo vada a pari passo con il processo dei negoziati di adesione. Il primo ospite internazionale a seguito della formazione del nuovo governo in Serbia e’ stato l’alto rappresentante dell’Ue per la politica estera e di sicurezza Catehrine Ashton. Una visita che si dice non soltanto di carattere protocollare poiche’ sulla sua agenda si e’ trovato il tema del proseguimento del processo di allargamento e le relazioni tra Belgrado e Priština. Bruxelles continua a ribadire che il dialogo tra Belgrado e Priština “non ha alternative” e che il suo proseguimento e’ nell’interesse di entrambe le parti. Gia’ nei prossimi giorni si attende un nuovo round di negoziati a Bruxelles che dovrebbe anche ufficializzare l’accordo sulla giustizia.
Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 1° maggio a Radio Radicale
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