Vince l'opposizione di centro-destra, si affermano gli ecologisti e scoppia la bufera tra i socialdemocratici
Di Marina Szikora
Le elezioni europee in Croazia sono trascorse all'ombra delle tragiche vicende delle alluvioni che settimana scorsa avevano colpito i tre paesi della regione, Serbia, Bosnia Erzegovina e Croazia. Per le migliaia di sfollati della Slavonia il pensiero e' fissato sul destino che ha visto l'annientamento della loro esistenza e quindi ben pochi di loro si sono recati alle urne in localita' provvisorie per votare i candidati croati al Parlamento Europeo. Come anche un po' si prevedeva, l'affluenza alle urne e' stata bassa, tra le piu' basse nell'Unione Europea, poco oltre il 25 per cento. L'esito elettorale, anche se non inaspettato, e' stato un colpo duro per i partiti che sostengono il governo. Nel nuovo Parlamento europeo la Croazia avra' 11 deputati e, per volontà degli elettori, 6 proverranno dalle fila della coalizione di centro-destra guidata dall'Unione democratica croata (HDZ), la quale ha ottenuto 41,42 per cento di voti. La coalizione governativa, vale a dire il centro sinistra con a capo il Partito socialdemocratico, ha ottenuto soltanto 4 seggi ovvero il 29,93 per cento mentre un seggio lo avra' il nuovo partito OraH (Sviluppo sostenibile della Croazia) dell'ex ministro dell'ambiente, Mirela Holy, con il 9,42 per cento di preferenze.
Vince Tonino Picula, il socialdemocratico che non piace a Milanovic
Il vincitore in assoluto di queste elezioni, proprio come un anno fa, quando i cittadini croati si sono recati alle urne per la prima volta in vista dell'ingresso della Croazia nell'Unione Europea, e' il socialdemocratico Tonino Picula, gia' ministro degli Esteri del governo di Ivica Račan, che ha ottenuto il 47,75 per cento di preferenze anche se per volonta' dell'attuale presidente del Partito socialdemocratico e attuale premier Zoran Milanović e' stato posizionato solo al quinto posto della lista della coalizione governativa. Oltre a Tonino Picula, dalla lista di centrosinistra, entrano al Parlamento Europeo anche Biljana Borzan, socialdemocratica, Jozo Radoš del Partito popolare croato–Liberali democratici e l'istriano Ivan Jakovčić dell'IDS (al posto del capolista Neven Mimica che tornera' a svolgere il suo incarico di commissario europeo per i consumatori). Picula, che ha atteso i risultati nel suo ufficio con i suoi collaboratori lontano dalla sede del partito, ha comunque dichiarato di essere “parte del SDP” e che questa vittoria non la puo' vivere altro che come un riconoscimento e uno stimolo dei cittadini al Partito socialdemocratico cosi' come esso dovrebbe essere. “Senza modestia, ritengo che i miei 24 anni nello SDP hanno un significato, non soltanto per i suoi membri ma anche per gli altri”, ha detto Picula aggiungendo di essere per la legalità e di aver rispettato la volonta' del presidente del suo partito per quanto riguarda il suo posto sulla lista, ma di aver saputo anche che il posizionamento definitivo sarebbe stato deciso dagli elettori.
I socialdemocratici perdono Zagabria
La sconfitta del Partito socialdemocratico e' del tutto sorprendente ed inaspettata a Zagabria dove l'HDZ non trionfava dal lontano 1992. Come centro intellettuale, la capitale e' per anni stata la roccaforte della sinistra croata, ma come ha scritto il quotidiano 'Jutarnji list' “la rossa Zagabria non esiste piu'” e le elezioni europee hanno dimostrato che il primato dello SDP e' scomparso. Il crollo del partito di Milanović, prosegue 'Jutarnji list', è dimostrato anche dal terzo posto dell'OraH guidato dalla dissidente socialdemocratica Mirela Hol con il 9,4 per cento di voti. Da aggiungere che la coalizione di centrosinistra ha perso i suoi elettori tradizionali nei centri urbani. La vittoria e' stata assicurata in soltanto cinque centri delle regioni: Fiume, Koprivnica, Pola, Varaždin e Čakovec. Un anno fa, il Partito socialdemocrativo aveva vinto invece in 12 citta'. Le maggiori sconfitte sono comunque quelle di Zagabria e di Spalato. Il piu' giovane partito in Croazia e' diventato quindi anche ufficialmente la terza forza politica: i verdi di “Sviluppo sostenibile della Croazia” (OraH) dell'ex ministro dell'Ambiente Mirela Holy che si era dimessa dal suo incarico e aveva lasciato il Partito socialdemocratico dopo un presunto scandalo di abuso di ufficio.
Nella notte dei risultati, il premier Milanović ha detto che il suo Governo attualmente si trova in una situazione difficile: “Per tale ragione ritengo questo risultato come una specie di stimolo, perche' lavoriamo sodo e difficilmente. La campagna adesso e' dietro di noi. Ma davanti a noi ci sono le nuove sfide ed i danni delle alluvioni che risolveremo. Non possiamo rinunciare: andiamo avanti ancora piu' forte”. Milanović si e' congratulato con tutti, anche con quelli del suo partito, senza pero' fare i nomi ed invece di congratularsi con il suo collega di partito, Tonino Picula, per la sua affermazione, Milanović ha lodato la sua ex ministro che a suo tempo aveva destituito a causa di una e-mail compromettente, giudicando l'affermazione di Mirela Holy “che ha ottenuto cosi' tanti voti” una sorpresa soprattutto perche' ottenuta senza strutture di partito alle spalle.
I vincitori del centro-destra
Dalla lista dei vincitori, la coalizione del centro destra guidata dall'Unione democratica croata (HDZ), i parlamentari europei sono: Ruža Tomašić, Andrej Plenković, Marijana Petir, Dubravka Šuica, Ivana Maletić e Davor Ivo Stier. Va sottolineato che, come l'anno scorso, dopo Tonino Picula, il massimo numero di preferenze lo ha ottenuto l'euroscettica Ruža Tomašić controversa figura del partito dell'estrema destra HSP AS. Nonostante la grande soddisfazione per la vittoria, il presidente dell'HDZ, Tomislav Karamarko, avverte che “non sono i tempi per essere euforici” e ricorda le vittime delle alluvioni in Slavonia ancora sfollati nei palasport e in altre strutture di fortuna e non possono tornare ancora nelle loro case. Al governo Karamarko manda il messaggio di ascoltare i consigli dei vincitori su come riparare i danni affinche' la gente possa tornare al piu' presto alla sua vita normale. Il leader dell'opposizione rileva che la Croazia “si trova in una situazione catastrofica, mentre e' l'unico paese in Europa che non segna ancora la crescita”. L'HDZ con una mentalita' vincente, aggiunge Karamarko, e' arrivata al punto che dopo due anni, “da un esercito sconvolto ha creato un partito vincente” e promette che questo “e' soltanto un secondo passo alla nostra vittoria che seguira' alle prossime elezioni presidenziali e parlamentari”. Per la vicepresidente del governo e ministro degli esteri, Vesna Pusić, presidente del Partito popolare croato-Liberali democratici, i risultati di queste elezioni sono un avvertimento al governo che deve iniziare a ottenere risultati e continuare a lavorare restando concentrati sugli obiettivi chiari da realizzare. “Ognuno che si trova nella nostra posizione e non lo avverte come un serio avvertimento non e' sufficientemente serio e responsabile verso il proprio lavoro“, ha sottolineato Vesna Pusić.
I commenti sui media della regione
I media della regione mettono in evidenza i commenti della stampa croata che i risultati delle elezioni europee in Croazia sono un avvertimento al SDP, principale forza di governo e al premier Milanović e rilevano in particolare il successo del partito OraH di Mirela Holy. Secondo l'agenzia di stampa slovena STA, i risultati elettorali sono l'ultimo avvertimento al premier Milanović che deve cambiare il modo in cui il suo governo conduce il paese e indica che un ostacolo ulteriore del premier e' il fatto che i suoi “sfidanti a sinistra” Tonino Picula e Mirela Holy hanno conquistato un seggio europeo e grazie ai voti di preferenza sono in effetti “i veri vincitori” di queste elezioni. Nonostante la sconfitta, aggiunge STA, la coalizione governativa e l'SDP rigettano come infondate le richieste di elezioni anticipate. Il quotidiano di Ljubljana 'Delo' valuta che per lo SDP sono stati nocivi i recenti “scandali di corruzione” nel partito mentre l'HDZ che era appesantito dalla reputazione di essere un partito corrotto, a causa delle condanne per l'ex premier e presidente del partito, Ivo Sanader, adesso si sta evidentemente riprendendo anche se l'attuale presidente dell'HDZ, Tomislav Karamarko, secondo i sondaggi, e' il politico croato piu' impopolare. Il portale sloveno Telekoma rilevando il successo del partito di Mirela Holy, la vera sorpresa delle elezioni, sottolinea che con questo partito, aderente al gruppo dei Verdi, a differenza di quanto avvenuto nella maggior parte degli stati membri dell'Ue che si sono girati verso i partiti di estrema destra o sinistra o agli euroscettici, gli elettori croati hanno “scoperto” improvvisamente di preferire i movimenti ecologisti e i partiti verdi.
I media in Bosnia Erzegovina hanno messo in primo piano l'avanzamento dei gruppi di destra, ultranazionalisti e hanno informato che la Croazia ha premiato la coalizione di destra guidata dall'HDZ. Indicano inoltre le aspettative dei maggiori politici croati della Bosnia Erzegovina che queste elezioni potrebbero essere positive anche per quest'ultimo Paese. I rappresentanti croato-bosniaci che hanno altrettanto votato a queste elezioni hanno ritenuto questo voto di estrema importanza. Secondo Vjekoslav Bevanda, l'attuale presidente del Consiglio di ministri, questa e' una cosa estremamente positiva per la Bosnia perche' rafforza la coscienza europea. “Grazie ai parlamentari croati sono state sollecitate certe iniziative che sono state molto utili per la Bosnia Erzegovina perche' l'immagine di questo paese e' stata presentata piu' chiaramente nelle istituzioni europee”, ha detto Bevanda. La Radiotelevisione serba e i media della Serbia hanno messo in evidenza “la vittoria del centro destra in Croazia e in Slovenia” rilevando che il relatore per la Serbia al Parlamento europeo, lo sloveno Jelko Kacin, non e' riuscito a conquistare il suo terzo mandato, e riportano le valutazioni dello stesso Kacin che i risultati in Slovenia “rappresentano un momento di verita' della politica slovena”.
Il quotidiano serbo 'Blic' riporta invece le valutazioni del capo dello stato croato Ivo Josipović secondo il quale i risultati delle elezioni per il rinnovo del PE sia in Croazia che in altri paesi membri dell'Unione dimostrano che gli europei non sono soddisfatti con le opzioni politiche dominanti: “Vi ha sicuramente contribuito il fatto che in molti paesi non e' stata trovata la risposta alla crisi”, ritiene il capo del piu' giovane stato membro dell'Unione Europea, scrive 'Blic' e aggiunge che per il presidente Josipović i risultati in Croazia dimostrano una seria sconfitta della coalizione governativa. “Mi preoccupa che in alcuni paesi vicini emerga l'antisemitismo, ci siano unita' paramilitari e alcuni fenomeni sulla scena politica che trasmettono reminiscenze dei tempi precedenti alla Seconda guerra mondiale”, ha detto Josipović. Per quanto riguarda la situazione in Croazia, 'Blic' cita le osservazioni del capo di stato croato secondo il quale proprio il successo di Mirela Holi e di Tonino Picula, vale a dire dei politici che il premier Zoran Milanović “ha fatto allontanare” dimostrano che si tratta di problemi interni del maggiore partito governativo, il Partito socialdemocratico, che devono essere risolti.
Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale
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