Il parlamento della Slovenia ha
ratificato oggi all'unanimità il Trattato d'adesione della Croazia all'Unione europea. Tutti gli
82 parlamentari presenti, sui 90 di cui si compone la Camera di
Stato, hanno votato a favore. "La Slovenia è sinceramente
convinta che questo allargamento dell'Ue assicuri la stabilità della
democrazia e il successo economico, che sono tutti e due nei nostri interessi", ha dichiarato
la neo premier slovena Alenka Bratusek. "L'adesione con successo
della Croazia alla famiglia europea - ha aggiunto - mostra a tutti
gli Stati che intendono diventare membri che devono credere al cammino
delle riforme richieste e all'adozione degli standard Ue"
Alla seduta del parlamento sloveno,
erano presenti anche il primo ministro croato Zoran Milanovic e i
ministri degli Esteri dei due paesi, Karel Erjavec e Vesna Pusic.
Milanovic ha sottolineato l'attenzione alla lotta contro la crisi,
''che Slovenia e Croazia dovranno affrontare assieme''. Soddisfazione
e' stata espressa anche dal ministro degli Esteri sloveno, Karel
Erjavec, per il quale ''con la ratifica ha inizio un nuovo capitolo
nelle relazioni tra i due Stati''. Dopo il voto, Milanovic e Pusic
sono stati ricevuti dal presidente della Repubblica, Borut Pahor, e
dal primo ministro Bratusek che ha avuto anche un colloquio
bilaterale con il premier croato.
Lubiana aveva più volte minacciato,
nel corso dell'ultimo anno, di non ratificare il trattato di adesione
della Croazia, a causa della questione della Lubljanska Banka, una
vicenda che riguarda i depositi bancari dei cittadini croati e che si
trascinava dagli anni '90, quando entrambi i paesi facevano ancora
parte della Jugoslavia. Il fallimento della Ljubljanska fece confluire tutti i fondi dell'istituto, quindi anche quelli dei correntisti croati, nel debito
pubblico sloveno. A seguito di ciò alcune banche croate
citarono in giudizio l'istituto erede della banca slovena,
la Nova Ljubljanska Banka. L'11 marzo scorso, però, dopo mesi di
trattative e di “stop and go” i premier di Zagabria e Lubiana
hanno firmato l'accordo.
Anche la controversia sui confini marittimi della Baia di Pirano, altra questione complicata che ha messo in seria crisi le relazioni tra le due repubbliche ex jugoslave, non è più un ostacolo insormontabile. Grazie
anche alla pressione delle istituzioni europee, la soluzione della questione è stata affidata ad un arbitrato
internazionale che avrà il compito di tracciare la linea di confine e
creare un punto di contatto tra le acque slovene e quelle
internazionali. Su entrambe le questioni l'atteggiamento di Lubiana si è fatto più conciliante grazie alle pressioni di Bruxelles, ma anche, probabilmente, a causa delle
difficili condizioni dell'economia slovena, che potrebbe diventare la nuova Cipro dell'eurozona.
A questo punto a Zagabria mancano
ancora le ratifiche di Germania, Belgio, Danimarca e Olanda, ma
considerando che anche l'ultimo rapporto di Bruxelles è stato
ampiamente positivo, nulla dovrebbe più impedire alla Croazia di entrare nell'Unione Europea il prossimo 1 luglio e diventare così formalmente il 28mo membro, il secondo
Paese della ex Jugoslavia dopo la Slovenia.
Nessun commento:
Posta un commento