Di Marina Szikora [*]
L'Alto rappresentante pe la politica
estera e di sicurezza, Catherine Ashton ha invitato martedi' i
premier della Serbia e del Kosovo ad un nuovo incontro mercoledi' a
Bruxelles e la Commissione europea per alcuni giorni ha rimandato la
presentazione del rapporto sull'avanzamento di questi due paesi.
Questa la notizia del giorno per quanto riguarda la tanto spinosa
questione Kosovo e il futuro del processo negoziale tra Belgrado e
Priština fermatosi all'ultimo round di negoziati, quello ottavo,
senza il raggiungimento di accordo sul tema piu' delicato, lo status
del nord del Kosovo, ovvero lo smantellamento delle istituzioni serbe
parallele. Ashton ha chiesto a Ivica Dačić e a Hashim Thaci di
venire a Bruxelles in uno spirito costruttivo e pronti ad esaminare
diverse opzioni nonche' ad un accordo relativo ad un reciproco
compromesso, si legge nel comunicato di Catherine Ashton di martedi'.
Al tempo stesso, secondo fonti
ufficiose, la Commissione europea avrebbe rimandato l'approvazione
del rapporto sull'avanzamento della Serbia e del Kosovo per concedere
ancora un po' di tempo all'accordo sul nord del Kosovo. L'alta
rappresentante dell'Ue per la politica estera e di sicurezza dovrebbe
riferire ai ministri degli esteri Ue sull'esito dei negoziati tra
Serbia e Kosovo, il quale dovrebbe essere decisivo per il progresso
di questi paesi nelle integrazioni europee. Per la Serbia e'
indispensabile l'accordo sulla normalizzazione delle relazioni con il
Kosovo, mentre Priština dovrebbe ricevere una raccomandazione per
l'apertura dei negoziati sull'Accordo di stabilizzazione e
associazione. La decisione finale spettera' ai leader dell'Ue al
vertice di fine giugno.
All'inizio della settimana, a Belgrado
si e' recato l'ex ministro degli esteri italiano, Franco Frattini. Il
suo arrivo a Belgrado, Frattini lo ha spiegato come un atto di
amicizia, informano i media serbi. Giuntovi per consultazioni con il
governo serbo. Frattini ha valutato che quando si tratta del Kosovo e
lo status dei serbi al nord, bisogna trarne lezione dagli esempi di
successo quali quello del Trentino-Sud Tirolo. Secondo le sue parole,
il modello dell'autonomia del Sud-Tirolo e quello che ha garantito e
consolidato la vita comune di tre gruppi linguistici, la minoranza
italiana, ladini e maggioranza tedesca e ha dimostrato che una vita
comune e' possibile se vengono rispettate le tradizioni di tutti i
popoli.
L'ex ministro italiano e' attualmente
coordinatore per la politica estera del PPE e ha spiegato ai
giornalisti che il Partito Serbo del Progresso potrebbe chiedere lo
status di osservatore presso questo partito europeo. Alla riunione
con il premier serbo Ivica Dačić e' stato ribadito l'appoggio
dell'Italia al cammino europeo della Serbia e l'impegno ad arrivare,
attraverso il dialogo, ad una soluzione giusta che garantira' una
stabilita' permanente nella regione. Nell'incontro con Dačić si e'
parlato altrettanto delle buone condizioni per l'ulteriore progresso
nelle relazioni economiche tra l'Italia e la Serbia. L'Italia e' uno
dei principali partner commerciali internazionali della Serbia e la
Serbia e' aperta agli investitori italiani, si legge nel comunicato
del governo serbo.
Anche il presidente onorario del
Partito Democratico (ora all'opposizione) Boris Tadić ha incontrato
Franco Frattini durante la sua visita a Belgrado e in questo incontro
si e' parlato del proseguimento delle eurointegrazioni della Serbia e
della collaborazione tra i due stati. L'ex presidente della Serbia,
scrivono i media serbi, ha parlato con Frattini "della
collaborazione della Serbia con la NATO e di sfide globali della
sicurazza", facendo riferimento ad un comunicato del Partito
Democratico. Il comunicato aggiunge che Franco Frattini e' il
candidato per l'incarico di segretario generale dell'Alleanza
Nordatlantica.
Siamo quindi in attesa del risultato di
un nuovo tentativo a Bruxelles. Nel momento della registrazione della
trasmissione ci restano soltanto i commenti e le aspettative. Gli
analisti di Belgrado e di Priština valutano che potrebbe essere
raggiunto un accordo che aprirebbe le prote alla via europea di
entrambe le parti. Secondo gli esperti politici, la decisione di
organizzare ancora un round di dialogo tra i due premier, anche se
questo non era previsto, fa pensare che ci sia un accordo a portata
di mano e valutano che e' ancora in gioco la possibilita' di
attribuire alla Serbia la data dell'inizio dei negoziati di adesione
all'Ue. Secondo Dušan Janjić, direttore del Forum per le relazioni
etniche di Belgrado, e' chiaro che e' stato fatto un grande lavoro da
tutte le parti ma soprattutto a Washington. Janjić afferma cha le
ultimissime dichiarazioni del ministro kosovaro per le forze di
sicurezza Agim Čeku in cui garantisce che non entrera' nelle enclavi
serbe, indicano chiaramente che il governo kosovaro accetta la linea
rossa di Belgrado.
L'ex ambasciatore serbo in Germania,
Ognjen Pribićević non rigetta la possibilita' che la Serbia ottenga
una data per i negoziati a giugno. Secondo l'ex diplomatico serbo,
bisogna difendere "il minimo del minimo" e se Priština non
e' pronta ad andarci incontro, difficilmente ci sara' la possibilita'
di un accordo.
[*] Corrispondente di Radio Radicale.
Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la
puntata di oggi di Passaggio a Sud Est. La corrispondenza è stata
preparata in attesa del prossimo e decisivo incontro tra Ivica Dacic
e Hashim Thaci.
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