L'elezione di Kolinda Grabar-Kitarovic alla presidenza della Croazia, con la determinante partecipazione al voto dei croati di Bosnia
Erzegovina, apre nuovi scenari nei rapporti tra Zagabria e Sarajevo. Su questo particolare aspetto del voto dell'11 gennaio in Croazia, è da segnalare l'interessante analisi di Rodolfo Toé su Osservatorio Balcani e Caucaso.
"La novità - scrive Toè - potrebbe avere degli effetti sull'equilibrio della regione,
soprattutto in Bosnia Erzegovina, dove proprio la questione dei diritti
dei croati bosniaci è stata una delle più delicate della scorsa
legislatura, in particolar modo in relazione alla sentenza della Corte
Europea sul caso Sejdić-Finci
e sulla necessità (ormai non più rinviabile) di rivedere gli accordi di
pace di Dayton, che buona parte dell'opinione pubblica e della comunità
internazionale ritiene superati".
Stando alle dichiarazioni di Grabar Kitarović,
l'impressione è che la Croazia cerchi di ritagliarsi un ruolo da
protagonista nelle questioni bosniache, anche se esiste la possibilità che la nuova presidente croata stia semplicemente facendo della retorica: "Molto probabilmente, occorrerà attendere i prossimi mesi per capire
quale sarà l'impatto effettivo del cambio al vertice dello stato croato", conclude Rodolfo Toè.
Il testo integrale dell'articolo su Osservatorio Balcani e Caucaso
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