Di Marina Szikora
L'Unione Europea sta entrando nella lotta
sull'energia con i governi nazionalisti. Cosi' un articolo
dell'Economist britannico. In questo testo si rileva che secondo
l'opinione della Commissione europea, l'energia dovrebbe scorrere
liberamente ai membri dell'Ue e circolarvi liberamente tra di loro.
Ma per quanto riguarda questo argomento, il commissario per
l'energetica, Maros Sefcovic ha due avversari. Uno e' la Russia, che
cerca di mantenere il forte controllo sulla fornitura del gas in
Europa dell'Est. L'altro sono i governi nazionali dell'Ue e le
compagnie nella loro proprieta'. A loro piace l'influenza che hanno
sui mercati energetici nazionali ma non piace il fatto che il
traffico transconfinale del gas e dell'energia elettrica erode questa
influenza, scrive l'Economist. Osserva che l'Ue con la Russia ha
raggiunto un certo avanzamento. Finora, quest'inverno ha evitato il
blocco della fornitura di gas. La Slovacchia di Sefcovic e' stata
sollecitata di mandare il gas all'Est, in Ucraina, il che ha
capovolto la direzione consueta della fornitura. L'Ue preme l'Ucraina
di riformare il suo settore energetico, e soprattutto di introdurre i
misuratori del gas al confine con la Russia, piuttosto che
appoggiarsi sui misuramenti ai distributori in paese. Molti vedono
l'insufficienza dei misuratori come la fonte principale della
corruzione, prosegue il giornale britannico. Precisa che la
Commissione ha proclamato che il South Stream nella sua forma
primaria sia illecito: non e' permesso che la stessa compagnia si
occupi della manutenzione del gasdotto e possiede il gas che ci
trascorre.
La Russia ha chiamato fortemente i
paesi in cui ha una certa influenza come l'Austria, Bulgaria e
Croazia di contrapporsi alla Commissione, ma non vi e' riuscita. Il
presidente russo, Vladimir Putin per questa ragione ha disdetto
bruscamente il progetto lo scorso dicembre, ricorda l'Economist.
La costruzione del TANAP, un gasdotto
piu' piccolo che ha ottenuto l'appoggio dell'Ue e' ancora in progetto
ma questo non aiutera' i paesi che con la caduta del South Stream si
sono trovati a disagio e questo riguarda soprattutto l'Ungheria e la
Bulgaria. Sefcovic tenta di aiutare entrambi i paesi. Preme la
Croazia di costruire il terminale LNG per il gas liquido naturale e
di permettere il suo trasporto fino all'Ungheria. Grazie al nuovo
terminale per LNG in Lituania questo paese ha gia' assicurato un
prezzo di gas piu' conveniente dalla Russia. Ma il modo migliore per
aiutare i paesi vulnerabili e' la costruzione del gasdotto e delle
reti elettriche per il collegamento e per garantire le forniture a
due direzioni di questi sistemi, precisa l'Economist.
La promozione di tali “collegamenti”
sara' la grande priorita' dell'unione energetica che e' il progetto
dell'Ue che Sefcovic presentera' alla riunione che si svoglera' a
Riga il prossimo 6 febbraio.
Con l'unione energetica l'Europa
dovrebbe diventare piu' verde, piu' sicura, piu' economica, piu' di
risparmio e piu' moderna. Ma ci sono delle difficolta'. I soldi per i
nuovi progetti ce ne sono in abbondanza, ma questi progetti durano
troppo lungo. Secondo le parole del commissario Sefcovic, una durata
media dei progetti infrastrutturali dell'Ue e' di 10 anni. Le
tensioni con la Russia relative all'Ucraina l'anno scorso hanno
rallentato il lavoro dell'Unione. Ma dopo aver visto che Putin a
prima vista ha rigettato tranquillamente il South Stream, la
Commissione potrebbe pensare che adesso e' un periodo buono per
mostrare chi e' il capo, conclude l'Economist.
Il testo è tratto dalla trascrizione
della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata inonda il 25 gennaio a Radio Radicale
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