Davanti al Tribunale internazionale per
l'ex Jugoslavia, all'Aja, lunedì 9 luglio e' inizata la
presentazione delle prove della procura nel processo contro colui che
è stato definito “il boia di Srebrenica”, ovvero Ratko Mladić.
L'inizio di questa parte del processo ricade nella settimana in cui
si commemora il piu' atroce crimine nella storia europea del
dopoguerra. La procura ha chiamato a testimoniare il primo testimone
nel processo, Elvedin Pašić il quale nel novembre 1992 e'
sopravvissuto all'uccisione di circa 150 persone nel villaggio
Grabovica. All'epoca, Pašić aveva 14 anni. Secondo la sua
deposizione, Pašić ha raccontato che i soldati nelle divise
dell'esercito jugoslavo arrivarono sui carri armati nel suo villaggio
musulmano e il secondo giorno del Bajram inizio' l'attacco.
"Andavo a scuola con i croati ed i
serbi, ci divertivamo un sacco, giocavamo, facevamo tutto insieme e
dividevamo tutto", ha raccontato alla Corte il testimone
illustrando poi come gli e' stata bruscamente fermata la
fanciullezza. Pašić ha raccontato del suo villaggio bruciato in cui
le case erano rase al suolo e poi la fuga. Profondamente sconvolto,
Pašić ha proseguito ricordando che loro tutti pregavano e poi
decisero di arrendersi. Lui era con suo padre e fu l'ultimo ragazzo
separato dagli uomini. I soldati comandavano loro di alzarsi,
correre, fermarsi, lanciavano sassi su di loro. Il peggio doveva
ancora arrivare. Va detto che tutte le deposizioni dei testimoni
dovrebbero svolgersi fino al 20 luglio prossimo, quindi ci sara' la
pausa estiva di tre settimane.
Intanto, circa sette mila partecipanti
della "Marcia di pace" da Tuzla fino a Srebrenica, dedicata
alle vittime del genocidio contro i bosgnacchi di Srebrenica,
domenica scorsa hanno marciato i primi trenta chilometri arrivando
fino ai pressi di Zvornik. Il percorso era lungo 80 chilometri e
voleva commemorare il cammino che migliaia di uomini, donne e
bambini bosgnacchi hanno dovuto percorrere nel luglio 1995, dopo la
caduta dell'enclave di Srebrenica nelle mani dei serbi bosniaci,
cercando di salvarsi fuggendo verso il territorio sotto il controllo
dell'Armata della BiH. Domenica scorsa, alla prima tappa della marcia
ha partecipato anche l'ambasciatore americano in Bosnia Erzegovina,
Patrick Moon. "Questa e' l'occasione per rendere omaggio a
quelli che hanno perso la loro vita e riunirsi ai loro amici e
famigliari che trasmettono il messaggio di pace" ha dichiarato
l'ambasciatore statunitense. Martedi', un giorno prima dell'inizio
della commemorazione dei 17 anni dal genocidio contro i bosgnacchi, i
partecipanti della marcia sono arrivati a Srebrenica. Dopo la
commemorazione al cimitero memoriale di Potočari, mercoledi' sono
stati seppelliti, come ormai di tradizione, i resti identificati di
520 vittime del massacro di Srebrenica.
Sempre in tema di commemorazioni di
crimini di guerra compiuti durante le guerre jugoslave degli anni
'90, un gesto di omaggio alle vittime, e' stato compiuto nonostante
il caldo torrido di questo periodo, da quattro maratoneti di Croazia:
Mladen Hodak e Duško Štrbac di Zagabria, Elvir Rakipović di Osijek
e Mirsad Veladžić della citta' di Daruvar hanno corso con successo
l'ultra maratona da Vukovar fino a Srebrenica. La maratona e' stata
organizzata dal Consiglio della minoranza bosgnacca della citta' di
Zagabria in occasione dell'anniversario di Srebrenica. La maratona e'
iniziata lo scorso 6 luglio dal Centro memoriale di Ovčara nei
pressi di Vukovar per terminare a Potočari, con un totale di 227
chilometri percorsi.
[*] Il testo è tratto dalla
corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda
oggi a Radio Radicale
Nella foto Elvedin Pasic durante la sua deposizione al processo contro Ratko Mladic nell'aula del Tribubale internazionale per l'ez Jugoslavia
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