20 anni fa, il 18 novembre del 1991, la città croata di Vukovar cadeva nella mani dell'esercito federale e delle milizie serbe dopo mesi di assedio. Qualche giorno dopo, a Ovčara, avveniva la strage di quanti avevano trovato rifugio nell'ospedale cittadino.
Nell'hangar dove furono rinchiuse, 261 stelle ricordano le vittime del 21 novembre; sulle pareti le loro immagini; sul pavimento di cemento decine di bossoli; in una teca gli oggetti personali trovati nella fossa comune scoperta ad alcune centinaia di metri dall'hangar. Da quella fossa sono stati esumati i resti di 200 persone: di altre 61, invece, non è ancora stato trovato nulla.
Un anno fa, il presidente serbo Boris Tadić si è recato su quei luoghi insieme al presidente croato Ivo Josipović. I due presidenti hanno visitato anche il memoriale che, nella stessa zona, ricorda i civili serbi uccisi nella cittadina di Paulin Dvor. “Sono qui, disse Tadic, per creare una possibilità per i serbi e i croati, per la Serbia e la Croazia, di aprire una nuova pagina della storia”.
Per i fatti di Ovcara fino ad ora, in Serbia e all'Aja, sono state condannate 15 persone per un totale di 207 anni di carcere. Il 20 luglio scorso è stato arrestato Goran Hadzic, l'ultimo ricercato dal Tribunale internazionale per l'ex Jugoslavia. L'ex presidente della repubblica serba di Krajina deve rispondere anche della strage di Ovčara.
Vukovar 20 anni dopo
Il video di Osservatorio Balcani e Caucaso
Il testo di Andrea Oskari Rossini (da Osservatorio Balcani e Caucaso)
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