La delicatissima situazione del Kosovo sembra essersi infilata in un vicolo cieco. In Serbia, con la prospettiva delle elezioni politiche la prossima primavera, la retorica sulla questione kosovara finirà molto probabilmente per essere al centro della polemica politica mentre il Pese avrebbe problemi altrettanto, se non più urgenti di cui occuparsi.
Lavoratori della Zastava Oruzje di Kragujevac (Foto Beta) |
Un recente articolo pubblicato sul quotidiano serbo 'Novosti' parla dell'attuale stato della Serbia in cui viene sottolienato che l'unica caratteristica di cui il paese si puo' 'vantare' e' quello di uno dei posti peggiori sulla lista mondiale. Oltre un milione di analfabeti, i popolo serbo e' in piu' uno tra i dieci popoli piu' anziani del mondo, la Serbia e' molto dietro per quanto riguarda l'attrazione degli investimenti, ma tra i recorder in inflazione, corruzione e terzi sulla lista relativa all'emigrazione degli esperti. Per quanto riguarda l'economia e le infrastrutture, la Serbia e' in compagnia con i paesi del terzo mondo, ma ci sono settori in cui anche questi paesi l'hanno preceduta. Negli ultimi sondaggi del Forum economico mondiale, che ha analizzato 142 paesi, la Serbia e' al 102. posto per quanto rigurada le infrastruttue ferroviareie, al 128-esimo per quanto riguada l'indipendenza delle corti e al 131-esimo per la qualita' delle strade. Rasim Ljajić, ministro del lavoro e politica sociale afferma che "ci sono molte statistiche sconfiggenti per la Serbia, tra cui anche le analisi della Banca europea per il rinnovamento e per lo sviluppo dove, ad esempio, la Serbia e' il 102 di 139 paesi per quanto riguarda l'efficacia del mercato di lavoro". Questo, secondo Ljajić, e' conseguenza del fatto che molte riforme non sono ancora state effettuate. Secondo dati ufficiosi, negli ultimi decenni la Serbia e' rimasta senza oltre 40.000 esperti con la laurea e quanto al numero di persone con alta educazione si trova al 74-esimo posto. Il Ministero dell'educazione afferma che il Governo aveva approvato l'anno scorso una serie di misure per trattenere i giovani ricercatori e per far tornare quelli che sono andati via. Il ministro Žarko Obradović spiega per 'Novosti' che la Serbia investe nell'educazione un po' oltre il 4 percento del bilancio, mentre la maggior parte dei paesi europei ne investe il sei percento. L'anno scorso la Serbia era al 78-esimo posto tra 178 paesi per quanto rigurada la corruzione, un nuovo rapporto e' atteso per il mese di dicembre ma non si prospettano risutati migliori. La Serbia appartiene al gruppo delle cosidette democrazie mancanti, il problema resta la partitocrazia, liberta' mediatiche, istituzioni deboli... e la crisi senza dubbio non e' una cornice adeguata per migliorare le cose. La Serbia e' purtroppo anche in testa alle classifiche per quanto riguarda il basso tasso di natalita', ovvero un alto tasso di mortalita'. Il demografo Ivan Marinković spiega che le cause sono innanzitutto una brutta situazione economica e bassa qualita' di vita.
Intanto, per quanto riguarda l'integrazione europea di Belgrado, da Bruxelles si afferma che la Serbia nel suo cammino verso l'Europa non deve temere contenziosi con la Croazia ma che il suo problema e' il Kosovo. Ne scrive in questi giorni uno dei piu' diffusi quotidiani croati 'Jutarnji list' riferendosi a fonti diplomatiche europee. Il giornale di Zagabria scrive che anche se la Serbia avra' ufficialmente lo status di candidato al prossimo vertice dell'Ue di dicembre, i veri negoziati di adesione inizieranno solo dopo che la Croazia diventera' membro a pieno titolo dell'Ue. Cio' significa che la Serbia negoziera' anche con la Croazia e formalmente Zagabria potra' bloccarla su ogni passo. Secondo i diplomatici dell'Ue, i rappresentanti serbi hanno una certa paura per quanto riguarda possibili blocchi croati. Anche se afffermano pubblicamente che il successo della Croazia e' una buona notizia per l'intera regione balcanica, i rappresentanti della Serbia insistono che sarebbe bene che i contenziosi sul confine tra Croazia e Serbia vengano risolti prima dell'ingresso della Croazia nell'Ue, spiegano fonti diplomatiche anonime citate da 'Jutarnji list'. La Slovenia a causa di questioni bilaterali aveva bloccato la Croazia, il Cipro blocca la Turchia mentre la Grecia da anni non permette l'apertura dei negoziati con la Macedonia a causa del nome. Tutti questi blocchi sono accaduti o continuano ad accadere nonostante le valutazioni della Commissione europea che i candidati hanno soddisfatto le condizioni.
Nonostante tutti i timori, l'Ue manda un messaggio alla Serbia che la Croazia non le sara' da ostacolo. In effetti, con una dichiarazione sulla promozione dei valori europei in Europa sudorientale, approvata alcuni giorni prima dello scioglimento del Parlamento croato, la Croazia si e' elevata al di sopra degli attuali stati membri. Ha assunto l'obbligo di non utilizzare la sua membership nell'Ue per far diventare i contenziosi bilaterali un ostacolo ai futuri candidati nel loro processo di adesione all'Ue. La Croazia e' il primo paese che entrera' nell'Ue dopo aver approvato una tale dichiarazione. I rappresentanti europei avvertono la Serbia di esaminare attentamente l'andamento dei negoziati croati con l'Ue perche' anche Belgrado dovra' rispettare severamente i criteri. Cio' significa che la Serbia, anche se iniziera' i negoziati nel 2012, non potra' aderire nell'Ue prima del 2020, ha affermato un diplomatico dell'Ue. 'Jutarnji list' afferma che una attenta lettura dell'avis della Commissione europea sulla Serbia, pubblicato un mese fa, e se comparato con quello sulla Croazia del 2004, si potrebbe dire che la Croazia allora era in una posizione migliore rispetto alla Serbia di oggi. L'Ue avverte quindi la Serbia che non sara' la Croazia un ostacolo sul cammino europeo ma il piu' grande ostacolo politico per Belgrado e' il Kosovo. Dopo l'esperienza con il Cipro, l'Ue non importera' piu' simili problemi e per tal ragione, secondo le analisi odierne, il riconosimento del Kosovo alla fine sara' la condizione dell'ingresso della Serbia nell'Ue.
[*] Il testo è tratto dalla corrispondenza andata in onda nella puntata odierna di Passaggio a Sud Est
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