La Turchia potrebbe decidere di imporre una zona cuscinetto al confine con la Siria, in accordo con la comunità internazionale, se si dovesse trovare a fronteggiare un afflusso massiccio di rifugiati un fuga dalla repressione del regime di Damasco. Lo ha detto il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, in un'intervista ad un'emittente tv nella quale ha ribadito che Ankara resta contraria all'opzione militare contro Damasco. Dopo anni di ottime relazioni, costruite proprio dall'attuale governo islamico moderato, Ankara continua nella presa di distanza dal regime di Bashar Al Assad che non accenna a voler fermare la sanguinosa repressione dell'opposizione. “Il governo siriano non può sopravvivere se non fa la pace con il suo popolo”, ha detto il ministro Davutoglu nella stessa intervista.
Se le condizioni peggiorano la Turchia potrebbe anche decidere di escludere la Siria dai percorsi commerciali regionali. La Siria, già colpita dalle sanzioni internazionali, è un importante paese di transito per i trasporti su strada della merci turche verso i paesi del vicino e medio Oriente. Secondo quanto dichiarato dal ministro dei Trasporti, Binali Yildirim, la Turchia potrebbe prevedere “di orientare i trasporti su strada attraverso l'Iraq, aprendo nuovi posti di frontiera, se le condizioni peggioreranno”. Il ministro ha precisato che la Turchia sostiene nel suo complesso le sanzioni economiche decise domenica scorsa dalla Lega araba pur garantendo la massima attenzione per non “causare mai pregiudizio al popolo siriano”.
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