Dopo la presentazione del manifesto a Belgrado, e' intenzione dei suoi promotori e sostenitori di viaggiare per il paese e di far conoscere ai cittadini l'idea europea. L'attivita' dovrebbe durare fino al 9 dicembre quando la Serbia dovrebbe ottenere da parte del Consiglio europeo lo status di candidato. Ma la risposta del presidente Tadić all'appello del leader dei liberaldemocratici non e' stata positiva. Il capo dello stato serbo giudicato da lungo come filoeuropeo ha detto che e' una illusione e un errore che la Serbia con un cambiamento della politica verso il Kosovo possa accelerare il processo di avvicinamento all'Ue. Al tempo stesso, ha osservato Tadić, fatto e' che le grandi potenze non permettono che quello che e' stato attuato in Kosovo venisse posto in questione. "La politica in Kosovo non puo' essere una pietra al nostro collo, ma il problema non lo possiamo risolvere amputando una parte del corpo" ha detto il presidente serbo. Tadić ha valutato che e' strano che il Partito liberaldemocratico e il Movimento serbo del rinnovamento lo chiamino di firmare questo documento. Ha spiegato che non puo' appoggiare le richieste programmatiche dei partiti che insistono sulla svolta nella politica sul Kosovo accettando il piano di Marty Ahtisaari la cui attuazione, ha detto Tadić, causerebbe il completo cancellamento del popolo serbo in Kosovo tra tre decenni. Il presidente della Serbia ha aggiunto che il paese che facilmente rinuncia ai suoi interessi legittimi verra' giudicato dalle grandi potenze come un paese al quale nuove condizioni vengono presentate molto semplicemente e un tale paese perde la sua credibilita' in politica. Tadić ha precisato che tutti in Europa sanno che gli interessi della Serbia in Kosovo sono legittimi e ha aggiunto che per questo nessuno richiede da Belgrado di riconoscere esplicitamente il Kosovo, anche se alcuni stati vorrebbero che la Serbia lo faccia in modo implicito. Il presidente serbo ha indicato che continuera' a costruire la politica che alla Serbia garantisce un futuro europeo e la prosperita' economica, nonche' la politica di protezione degli interessi legittimi in Kosovo ai quali lo stato serbo non puo' e non deve rinunciare. "E' importante che la Serbia mantenga l'identita' in Kosovo e che ottenga quello che le appartiente, vale a dire il diritto di salvaguardare la propria integrita'. Cio' non e' possibile confrontandosi con il mondo intero" ha detto Tadić.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi.
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