Di Marina Szikora [*]
Secondo le ultime informazioni, dal mese prossimo, l'Unione Europea dovrebbe avere una voce unica in Bosnia Erzegovina e secondo gli analisti politici, questo potrebbe essere un cambiamento importante relativo alla politica europea sulla Bosnia che finora era inconsistente e quindi meno efficace. Come informa Alenko Zornia, corrispondente croato in Bosnia, il diplomatico danese Peter Sorensen, dal primo settembre riunira' la rappresentanza europea nel paese. Sorensen e' stato nominato come nuovo rappresentante della delegazione dell'UE e dallo scorso mese il Consiglio per gli affari esteri dell'Ue e' diventato anche formale in Bosnia. Sorensen e' stato nominato anche rappresentante speciale dell'UE (EUSR) per la Bosnia e questo incarico dovrebbe durare per i prossimi quattro anni. Finora, il ruolo del rappresentante speciale era ricoperto dall'austriaco Valentin Inzko che parallelamente conduce l'Ufficio dell'alto rappresentante internazionale (OHR).
Da settembre quindi, l'EUSR e l'OHR saranno separati e cio' vuol dire che sono state precisate le competenze degli attori internazionali chiave in Bosnia. Secondo questo piano, l'ufficio della rappresentanza europea attraverso il suo rappresentante si occupera' di questioni relative al cammino della Bosnia verso le integrazioni europee, mentre l'Ufficio dell'Alto rappresentante, in cui attraverso il Consiglio per l'implementazione della pace (PIC) la parola decisiva hanno gli americani, avra' l'incarico di occuparsi dell'attuazione dell'Accordo di Dayton. Ufficialmente, Valentin Inzko consegnera' il mandato al rappresentante speciale dell'UE il prossimo 31 agosto. Sorensen avra' a sua disposizione anche le misure restrittive, spiega il corrispondente croato di Vjesnik. Queste misure potranno essere intraprese contro le persone o organizzazioni che metterebbero a rischio la sovranita', l'integrita' territoriale, l'ordinamento costituzionale e la soggettivita' internazionale della Bosnia Erzegovina che potrebbero essere una seria minaccia alla sicurezza e all'accordo di Dayton. "Una struttura rafforzata dell'UE portera' ad un impegno piu' targato dell'avanzamento della Bosnia verso le integrazioni nell'Ue", ha detto Valentin Inzko commentando l'annunciato consegna di mandato al rappresentante dell'UE. Si osserva anche maggiore ottimismo tra i cittadini della Bosnia Erzegovina. Secondo un sondaggio, il 93,5 % degli intervistati ha risposto positivamente alla domanda se il nuovo capo della rappresentanza dell'UE riuscira' ad influenzare i politici locali affinche' la situazione possa essere finalmente sbloccata.
Secondo le informazioni finora avute, il neo rappresentante europeo Sorensen in Bosnia dovrebbe essere alla diretta dipendenza dell'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, Catherine Ashton. La scelta del diplomatico danese e' dovuta alla sua lunga esperienza - oltre un decennio di lavoro svolto nei Balcani occidentali - e si attende quindi che Sorensen svolgera' un ruolo molto importante quando si tratta dell'impegno dell'Ue relativo al controllo e all'aiuto nel processo delle riforme indispensabili per il paese. Sorensen dovrebbe lavorare in stretta collaborazione con le autorita' locali. Evidentemente l'UE, questi i commenti, con una sua piu' intensa partecipazione vorrebbe assicurare il ruolo chiave dell'Europa in questo paese di forte instabilita' politica ed economica. Secondo molti, si tratta della piu' seria crisi politica negli ultimi dieci anni, tenendo conto che la Bosnia, dopo le elezioni del 3 ottobre dell'anno scorso, manca ancora di un governo e non ha quindi una maggioranza parlamentare che possa sostenere il nuovo Esecutivo, come anche della maggioranza di due terzi necessaria per le riforme costituzionali. Va sottolineato che il neo rappresentante dell'UE potra' disporre anche misure restrittive. Quanto ai commenti della stampa di Sarajevo, la decisione dell'UE precisa anche che gli ambasciatori europei avranno l'obbligo di aiutare Sorensen nell'attuazione della politica europea unitaria, cosa che finora non e' avvenuta.
In un comunicato a seguito della riunione del Consiglio amministrativo del Consiglio per l'implementazione della pace, si legge che la mancata formazione del nuovo governo a livello statale provoca seri danni agli interessi del paese ed ai suoi cittadini. Cio' ostacola la Bosnia Erzegovina nell'adempimento di importanti obblighi internazionali. Questa e' anche la ragione del rallentamento dell'avanzamento del Paese nel processo di integrazione europea, si afferma nel comunicato. Una tale situazione manda messaggi negativi ai potenziali investitori stranieri, mette a rischio l'ottenimento di maggiori fondi finanziari dall'esteroe, conclude il comunicato del PIC, provoca una delusione generale dell'opinione pubblica nei processi politici.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 18 agosto a Radio Radicale
Nessun commento:
Posta un commento