lunedì 9 maggio 2011

ALBANIA: ATTESA PER IL RISULTATO DELLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE

AGGIORNAMENTO DEL 10 MAGGIO - ORE 10.00
Continua con grande lentezza lo scrutinio dei voti delle elezioni locali svoltesi domenica in Albania. Lo spoglio è ancora in corso e i risultati finali forse tarderanno in attesa del conteggio per i consigli municipali. I socialisti sarebbero in testa nelle principali città albanesi e potrebbero strappare al centro-destra alcuni suoi storici bastioni come Burrel e Kavaja. A Tirana è testa a testa tra il sindaco uscente Edi Rama, leader dei socialisti in corsa per il quarto mandato, e lo sfidante democratico Lulzim Basha, ex ministro dell'Interno e protetto del premier Sali Berisha. Rama ha già annunciato la vittoria e ha ringraziato i suoi sostenitori.

AGGIORNAMENTO DELLE 14.00 (9 MAGGIO)
Lo scrutinio procede a grande rilento e i primi risultati preliminari sono attesi tra oggi e domani. I resoconti delle agenzia parlano di clima molto teso tra socialisti e democratici, certo assai diverso dalla "prova di democrazia" e di "maturità politica" che l'Ue chiede a Tirana e da cui dipende in larga misura la concessione o meno, entro la fine dell'anno, dello status di Paese candidato all'adesione. Centro-destra e centro-sinistra hanno già annunciato entrambi la rispettiva vittoria, anche se si aspettano i primi dati ufficiali della Commissione centrale elettorale per dare il via ai festeggiamenti. A Tirana si svolge la sfida più attesa e più significativa tra il sindaco uscente e leader dell'opposizione socialista, Edi Rama, in corsa per il quarto mandato, e il candidato del Partito democratico, Lulzim Basha, trentasettenne ex-ministro dell'Interno, considerato un delfino del premier Sali Berisha. Secondo l'emittente locale “News 24”, Rama avrebbe un leggero vantaggio su Basha, ma i voti conteggiati sono relativi ad una minima parte di schede.

Attesa in Albania, e non solo, per i primi risultati preliminari delle elezioni amministrative svoltesi ieri, considerate un passaggio chiave per il superamento dello scontro politico che da due anni blocca il paese, ma anche un test per l'ottenimento dello status di Paese candidato all'adesione all'Unione Europea. Da una parte i 22 partiti riuniti nella coalizione “Alleanza per i cittadini”, guidata dal premier di centro destra e leader del Partito democratico Sali Berisha. Dall'altra le 24 forze politiche che hanno dato vita all'“Alleanza per il Futuro” guidata dal Partito socialista del sindaco di Tirana, Edi Rama, in corsa per il quarto mandato consecutivo. Nei 4891 seggi allestiti in 384 municipalità, sotto l'occhio di oltre 7000 agenti e 5000 osservatori locali e internazionali, circa 3 milioni e 200 mila albanesi erano chiamati alle urne: alle 19 di ieri aveva votato il 50,9% di loro. "E' stato un voto più calmo delle elezioni precedenti", ha dichiarato il presidente della Commissione centrale elettorale (Kqz), Elbert Ristani, dopo che la chiusura delle operazioni di voto, fissata alle 19, è slittata di oltre tre ore.

Dopo una campagna elettorale segnata da alcuni incidenti, anche ieri si sono segnalati diversi episodi di brogli e intimidazioni, inclusa l'aggressione a tre troupes televisive - in un clima molto teso dovuto alla crisi politica più lunga nella storia dell'Albania post comunista con i socialisti che non hanno mai riconosciuto la vittoria di Berisha alle legislative del giugno 2009 e da allora boicottano i lavori parlamentari. Il 21 gennaio scorso, una manifestazione dell'opposizione nel centro di Tirana fu segnata da gravi violenze che causarono la morte di quattro manifestanti antigovernativi a causa di colpi di arma da fuoco, che sembra siano stati esplosi da membri delle forze dell'ordine. Le elezioni amministrative di ieri e in particolare la sfida per la carica di primo cittadino della capitale, sono dunque considerate non solo un test per il governo Berisha, ma soprattutto un esame della maturità politica nazionale. "Formalmente le elezioni sono una questione interna, ma non c'è dubbio che del loro corretto o meno andamento terrà molto conto la Commissione europea nelle sue valutazioni circa la richiesta di divenire Paese candidato presentata da Tirana", ha spiega all'agenzia Tmnews l'ambasciatore italiano in Albania, Saba D'Elia.

L'integrazione europea è un obiettivo condiviso da tutte le forze politiche e che ha un vasto sostegno da parte degli albanesi. L'attuale governo punta tutto sull'ottenimento entro l'anno della candidatura all'adesione all'Ue dopo la bocciatura incassata a novembre proprio a causa della situazione politica interna. Determinante per il giudizio della Commissione europea sarà non solo la regolarità del voto di ieri, ma anche la gestione della fase post elettorale e la capacità dei partiti di accettare l'esito definitivo del voto. Il presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso, sarà in visita a Tirana il 21 maggio prossimo: un ennesimo segnale di massima attenzione da parte di Bruxelles verso il paese che ha fatto temere potesse trasformarsi in una sorta di "Tunisia europea". L'Osce, che presenterà domani il rapporto sulle elezioni di ieri, nel suo secondo "interim report" sulla fase pre-elettorale ha segnalato che “il clima di tensione politica degli ultimi mesi si è riflesso in numerosi incidenti violenti in diversi posti”. Solo tra il 12 e il 25 aprile scorsi sono stati registrati almeno otto episodi legati direttamente alla campagna elettorale: aggressioni, colpi di arma da fuoco, esplosione di ordigni, risse a mano armata, un accoltellamento: tutto sommato niente di grave, considerando certi “standard” locali.

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