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In ogni caso, dal 2004 Cipro è nell’Unione Europea. Lo è nella sua interezza anche se nella parte occupata dalla Turchia il governo della repubblica di Cipro non può esercitare la sua sovranità. La questione di Cipro è divenuta, quindi, anche la chiave di volta per l’adesione della Turchia all’Ue. I negoziati tra Bruxelles ed Ankara, avviati nel 2005, sono al momento notevolmente rallentati – per non dire sostanzialmente fermi – a causa del fatto che molti dei 35 capitoli che compongono il processo di adesione non possono essere nemmeno aperti proprio per la mancanza di una qualche soluzione della questione cipriota. Il problema è ulteriormente complicato dal fatto che Ankara non applica gli accordi per l'unione doganale alla Repubblica di Cipro, cioè non permette l’ingresso nel proprio spazio marittimo e aereo di navi e velivoli provenienti dalla parte greco-cipriota, in risposta all'analogo veto opposto da Nicosia nei confronti di Cipro Nord.
Va adetto che l'Unione Europea nel 2004 si rese in pratica corresponsabile del fallimento del “piano Annan” per la riunificazione dell'isola che fu affossato dai greco-ciprioti. Il piano, voluto dall'allora segretario generale dell'Onu e frutto di non facili negoziati tra le due parti, fu sottoposto a referendum. Ma mentre i turco-ciprioti, anche grazie alla pressione di Bruxelles e in vista dell'adesione all'Ue, lo approvarono, le autorità greco-cipriote, al contrario, con un improvviso voltafaccia a pochi giorni dal voto, si espressero negativamente perché avrebbe portato alla nascita di una confederazione che avrebbe comportato l'ovvio riconoscimento dell'entità nata dall'occupazione turca.
Nonostante questo, e nonostante la Commissione europea stessa abbia ammesso di essere stata in pratica presa in giro da Nicosia, l'isola di Cipro è entrata formalmente nell'Unione il 1° maggio del 2004. Tutta l'isola, anche la parte nord che però di fatto ne resta esclusa. La richiesta turco-cipriota di stabilire relazioni commerciali dirette con l’Ue è stata respinta da Bruxelles. Nell’ottobre 2010 il Comitato del Parlamento Europeo per le questioni legali, con un voto ad ampia maggioranza, ha confermato che il commercio diretto tra Unione e Cipro Nord è in contrasto con la sovranità di Nicosia sull’intero territorio nazionale. Negli ultimi anni c'è stata anche una ripresa dei negoziati bilaterali, ma nonostante il sostegno dell'Onu e dell'Ue e le tante dichiarazioni di buona volontà, non si è fatto nessun concreto passo avanti e la situazione è di fatto ferma. In questa situazione che domenica prossima, 22 maggio, Cipro andrà al voto.
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